Porto Turistico di Fiumicino, ecco cosa c’è dentro le perizie

6 settembre 2012 | 04:01
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Porto Turistico di Fiumicino, ecco cosa c’è dentro le perizie

Il perito di Acqua Marcia replica alle osservazioni effettuate dal perito del Tribunale. E ora dalla sede Penale si passerà anche a quella Civile

Il Faro on line – Non si ferma la guerra di carte bollate sul nuovo Porto turistico di Fiumicino. A seguito del ricorso per “accertamento tecnico preventivo” promosso da Sopromar Spa, Terzo Millennio Srl, Approdo Romano Srl e Operatori Nautici Fiumara Grande Srl, c’è stata una perizia tecnica depositata dal CTU ingegner Pietrantonio Isola, che evidenziava alcune  – a suo modo di vedere – carenze nell’iter di realizzazione dell’opera. Della cosa si è occupata anche la grande stampa nazionale con un articolo del Corriere della Sera pochi giorni fa. Siamo andati a vedere nel dettaglio le carte di cui si parlava, per fornire alla cittadinanza una fotografia più realistica possibile del contenuto dello scontro in atto tra periti tecnici.

Nello specifico l’Ing. Isola sottolineava come “nel progetto definitivo del Porto Turistico di Fiumicino è prevista la bonifica del fondale in tout venant” (ossia lo strato di base) per assicurare le migliori condizioni di stabilità del corpo diga, che su di esso viene ad essere basato, sia per la parte emersa che per quella immersa; un intervento definito “parte integrante ed essenziale del progetto definitivo del molo”. Secondo Isola “la realizzazione di quest’opera risulta piuttosto onerosa, rientrando tra le opere che vengono eseguite a mare”. Il costo d’investimento della bonifica, poi – sottolinea Isola – era pari a circa 5,2 milioni di euro, cioè quasi il 5% del costo complessivo del molo di 107,4 milioni di euro. “Nel progetto esecutivo del molo – contesta l’ing. Isola – l’operazione di bonifica del fondale è stata sostituita con il più economico intervento di posa di un geotessuto che, costituendo – secondo Isola – una variante al progetto definitivo, necessitava di essere approvato e autorizzato dall’Ente concedente”.

Fin qui le considerazioni del perito del Tribunale, depositate lo scorso 21 maggio. Ma Acqua Marcia ha a sua volta nominato un perito di parte che ha contestato  (protocollo del 12 luglio 2012)  punto per punto i rilievi mossi. La controperizia – depositata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia dall’avv. Francesco Giuseppe Catullo –  è firmata dal Prof. Giuseppe Scarpelli, docente universitario (Professore ordinario di Geotecnica all’Università Politecnica delle Marche) nonché membro del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici. Per l’ing. Scarpelli “la posa del geotessuto in luogo dello svolgimento dello scavo non costituisce una variante sostanziale del progetto definitivo, né può aver determinato una mancata conformità al progetto dell’opera realizzata (peraltro ancora in corso di costruzione), né rappresenta un peggioramento della qualità dell’opera atteso che la bonifica del fondale non è necessaria nella specifica situazione geotecnica; peraltro – dice Scarpelli – ai fini della valutazione della quantità di materiale riversato per l’opera, la medesima bonifica risulta comunque pienamente intervenuta (sebbene mediante inglobamento/cedimento invece che mediante asportazione di materiale) e che la modalità realizzativa impiegata appare maggiormente in grado di limitare l’impatto ambientale. L’adeguamento funzionale intervenuto – conclude il prof. Scarpelli – non è qualificabile come variante sostanziale e non necessitava pertanto dell’approvazione dei soggetti che avevano proceduto all’approvazione del progetto definitivo”.

Dunque opposte visioni della cosa: da una parte di parla di costi alti e di progetto cambiato in corso d’opera peraltro senza essere autorizzati determinando gravi carenze costruttive, dall’altra si parla invece di cambiamenti effettuati sulla scorta delle evidenze che il fondo marino ha mostrato ed effettuato come migliorative rispetto all’idea iniziale, e che che comunque non necessitava di ulteriori autorizzazioni. La battaglia a colpi di carte bollate non si fermerà, anche in considerazione del fatto che queste perizie fanno riferimento al procedimento penale in corso, ma c’è in atto un secondo filone, quello civile, dove la perizia di Acqua Marcia sarà corroborata da ulteriori elementi e completamento della descrizione di quanto fatto a Fiumicino.
Angelo Perfetti