Centro Riabilitazione Ostia, genitori sul piede di guerra

27 ottobre 2013 | 09:03
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Centro Riabilitazione Ostia, genitori sul piede di guerra

L’accreditamente non arriva, i terapisti non bastano. E la politica continua a produrre chiacchiere. Lunedì mattina la protesta davanti alla Regione Lazio

Il Faro on line – E’ una storia infinita. Di sofferenza, disagi e dolore, ma anche di coraggio, volontà, determinazione. Una storia di burocrazia dove l’Amore, quello con la A maiuscola, tenta disperatamente di conquistare quello che dovrebbe essere un diritto acquisito per tutti: il diritto alla qualità della vita. Non è così per il Centro Riabilitazione Ostia, che dopo 8 anni di attesa con tante promesse e speranze rispetto al cosiddetto “accreditamento”, si trova ancora a fare i conti con la burocrazia e la spending rewiev. Siamo arrivati a luglio con un incontro con il dott. Alessio D’amato alla presenza della dottoressa Emanuela Droghei, assessore ai servizi sociali di Ostia”, racconta Daniele Lavenia, rappresentante dei genitori.

 “Alla riunione c’erano anche i gestori del centro e ci è stato promesso che il Centro sicuramente entro e non oltre il 31 ottobre sarebbe stato accreditato. Mancano pochi giorni, per quwsto lunedì 28 staremo sotto la Regione Lazio: per ricordare le promesse fatte, e per testimoniare anche le nostre sofferenze”. Abbiamo 250 bambini in lista d’attesa – spiega Lavenia – e 120 che avevano iniziato un percorso riabilitativo con una convenzione per 2 anni (2010 e 2011). Da allora in poi tutto è rimasto fermo; aspettiamo l’accreditamento ma dopo tante parole e promesse siamo giunti ad una emergenza sociale vera e propria non possiamo più aspettare.

La Asl RmD – prosegue – ci dice che possono prenderci in carico loro con 6 terapisti, ma sappiamo tutti la verità, cioè che sono più di 700 i bambini che aspettano. Come fanno loro ad coprire solo loro con 6 terapisti piu’ di 700 bambini? I dati ufficiali della Asl parlano di 350 bambini bisognosi di assistenza (bimbi disabili, autistici e con altre patologie gravi) ma il dato è ampiamente sottostimato rispetto alle reali esigenze del territorio. Nel Centro sono rimasti solo 10 bambini in privato, fuori dall’assistenza pubblica, perché molti genitori non hanno neanche il pane da mettere a tavola e ci sono state nonne che si sono impegnate addirittura la fede nuziale per poter far fare terapia hai propri nipoti. “E’ drammatica questa situazione – conclude Lavenia – veramente triste”.

Le istituzioni non possono e non devono far finta di nulla o ripararsi sempre dietro il facile scudo della mancanza di risorse economiche. Qui si parla di dignità umana, di rispetto della vita, di valori assoluti. Se c’è un euro disponibile va utilizzato per questo. Non basta pensare di aver fatto il proprio dovere e chiudersi la porta dietro alle spalle, magari abbracciando i propri figli; la politica ha l’obbligo di trovare le risorse.
Angelo Perfetti