Rubati i computer dalla scuola di via Vercelli

16 dicembre 2013 | 18:00
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Rubati i computer dalla scuola di via Vercelli

Irruzione notturna nel plesso. Proteste dei genitori: “Servono più controlli. Il Comune intervenga”

Il Faro on line – Ennesimo furto nella scuola elementare di via Vercelli alla Nuova Florida. Malgrado le continue denunce – hanno spiegato i rappresentanti di classe – ancora non si riescono ad assicurare alla giustizia questi malviventi. Spesso entrano nelle aule e vi bivaccano senza che nessuno il giorno successivo provveda a pulire gli ambienti”. Questa volta i ladri, dopo aver forzato le finestre esterne del corridoio, sono penetrati all’interno della sala computer asportando tutte le attrezzature. Un danno stimato intorno ai ventimila euro. “La scuola è in totale abbandono – ha affermato il presidente di Istituto, Brunella – Sembra essere dimenticata sia dalle forze dell’ordine che dall’amministrazione”. Ringraziamenti al preside Carlo Eufemi per essersi prontamente presentato nel plesso coordinando i lavori di ripristino. Il disappunto dei genitori questa mattina era totale, numerosi sono stati quelli che hanno inveito contro il malgoverno cittadino incapace di predisporre un sistema d’allarme collegato con le forze dell’ordine e di provvedere all’installazione di sistemi di protezione.
“In questi giorni – ha detto Brunella – dopo aver collocato le grate, dovevano installare tre fotocellule di allarme perimetrale pagate con il ricavato delle feste… che fine hanno fatto? Per questo inconveniente abbiamo dovuto sospendere le recite di Natale e tante altre iniziative. Servono più controlli”.
Il furto è accaduto tra la notte di venerdì e quella di domenica periodo in cui la scuola è chiusa. “Per portare via quanto rubato – sospetta il preside Carlo Eufemi – si sono serviti certamente di un furgone”. Ora sta nella professionalità e nell’impegno dei carabinieri della locale tenenza assicurare alla giustizia i malfattori, fosse altro per dimostrare ai bambini che delinquere non paga ed evitare loro che pensino, che tutto ad Ardea è possibile anche rubare impunemente.
Luigi Centore