Abusivismo sui terreni ad uso civico demaniale, la parola al Consiglio di oggi

13 marzo 2014 | 00:59
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Abusivismo sui terreni ad uso civico demaniale, la parola al Consiglio di oggi

L’interrogazione di Tantari ancora in attesa di una risposta mentre il Pd chiede legalità e trasparenza

Il Faro on line – “Il 6 marzo è morta la legalità ad Ardea”. E’ quanto si legge sui manifesti con cui è stata tappezzata l’intera città. Sei marzo è la data del rinvio a giudizio del sindaco, dell’assessore Nicola Petricca rinviati a giudizio per induzione alla concussione ed altro. Ardea è la città dove la legalità è sempre più un optional, dove i controlli sulle attività commerciali abusive non vengono svolti neppure dopo una articolata e chiara interrogazione consiliare presentata dal consigliere Umberto Tantari. E’ una interrogazione quella di Tantari relativa all’abuso commerciale che si svolge nei manufatti siti sui terreni ad uso civico demaniale senza che questi abbiano alcuna regolarità urbanistica. Dobbiamo pensare che Tantari sia stato abbandonato addirittura dal suo capo cartello del Pd, Antonino Abate?

Lo stesso sindaco sentito la sera prima telefonicamente ha riferito di non conoscere il problema. “Questo è un problema che riguarda i dirigenti del settore e poi quei capannoni hanno tutti una domanda di condono”. Una risposta che ha lasciato incredulo l’interlocutore in quanto i familiari dello stesso sindaco sembra fossero assegnatari di quei terreni sui quali ancora viene svolta l’attività agricola, e che dovrebbe sapere che nulla si può realizzare in quei terreni neppure la piantumazione di alberi da frutto o di alto fusto… figuriamoci costruirci dei capannoni industriali.
Va ricordato come nel secondo consiglio comunale dell’era Di Fiori fu presentata e approvata una delibera di consiglio che riconosceva che esistono dei capannoni dove si svolgevano attività non autorizzate e si chiedeva al dirigente dell’epoca (Antonello Rocca) di studiare come poterle legalizzare. In quella votazione parteciparono votando favorevolmente anche i figli di quanti hanno capannoni e terreni nei 706 ettari demaniali, persone interessate. Il sindaco al momento del voto  abbandonò l’aula, lasciando la ratifica della delibera con il relativo cerino in mano alle tante delle persone interessate.  Va detto che alcuni controlli da parte della polizia municipale, scortati addirittura dai carabinieri della locale tenenza al comando del luogotenente Antonio Landi furono eseguiti senza aver prodotto alcun risultato. Le attività continuano a restare aperte pur non avendo titoli per continuare a operare, nessuna forza dell’ordine intervenuta ha mai chiesto agli uffici commercio ed urbanistica i provvedimenti che sarebbero stati presi.

Perché nessuno chiede al Tantari del perché si sia fermato nell’insistere a chiedere dove sia finita la sua interrogazione? Subito dopo l’insediamento dell’attuale dirigente ci fu una riunione dei tecnici presso la sala consiliare ai quali il valente dirigente spiegava come comportarsi per presentare la richiesta di agibilità commerciale per l’apertura di tutte le attività commerciali (quelle da svolgersi in manufatti urbanisticamente  regolarizzati)  del territorio. I tecnici attualmente non hanno presentato alcuna richiesta di agibilità commerciale su manufatti,  ligi al D.P.R. 380/01 e smi. Malgrado ciò queste attività continuano a restare aperte e al Tantari nessuno sembra dare spiegazioni.

Forse dopo l’uscita di questo articolo nel consiglio comunale che si terrà il 13 marzo (se non verrà a mancare da parte della maggioranza il numero legale), potrebbero arrivare delle spiegazioni. Se  ciò non avvenisse, c’è proprio da dire come recita il manifesto della sezione del Pd di Ardea che “La legalità è ormai morta.

Luigi Centore