Ardea, nebbie e misteri. E debiti, e bugie

Il Faro on line – Da Mauro Porcelli (La vocer del territorio) riceviamo e pubblichiamo. “Solo il 18 marzo scorso, nell’articolo “Ardea, nebbie e misteri. Corsi e ricorsi storici”, ho messo in evidenza il dedalo di interessi e condizionamenti in cui si trova Ardea. Se qualche dubbio c’era, sono convinto che nell’ultima seduta consiliare si sia aperto uno squarcio di luce sulle ombre che avvolgono il territorio. Un sindaco che è stato fido sostenitore/firmatario di un atto consiliare con il quale si dava di indirizzo di costituirsi a tutela dell’Ente contro logiche affaristico criminali  e che  d’improvviso decide di venir meno ad un dispositivo che lui stesso ha votato, lascia a dir poco basiti.

A  seguito di quel dispositivo – giusta delibera consiliare n.1/2006, fu adottata dalla Giunta delibera di incarico n.11 del 21.02.2006 con la quale si affidava incarico al legale a significare che si doveva dare seguito ad un atto indicato dal Consiglio in quanto espressione del popolo.L’ Amministrazione Eufemi volle adottare l’atto proprio per difendere il Comune da logiche affaristico criminali e l’attuale sindaco ( delfino di Eufemi, emanazione e prosecuzione della Amministrazione Eufemi stessa), lo votò. Non siamo di fronte ad un dopo Eufemi, ma ad una prosecuzione di atti e logiche che hanno “regalato” alla cittadinanza debiti, fallimenti e bugie eclatanti. Prossimamente pubblicheremo il lungo elenco di atti poco noti ai cittadini che, però, attingono dalle loro tasche i denari necessari. 

Una cosa salta agli occhi: la delibera di consiglio comunale n.1/2006, non è altri che un atto di indirizzo e come tale, stabilisce come la Giunta comunale deve procedere adottando un atto di gestione a tutela dell’Ente. Come mai i consiglieri si sono affrettati a votare contro e non invece revocare l’atto di indirizzo che stabiliva come procedere a tutela dell’Ente? Sarò ancora più chiaro. Perchè votare un atto di esclusiva competenza della Giunta comunale?

Se è vero che non era il consiglio comunale a doversi esprimere su di un dispositivo del genere, semmai doveva revocare il precedente atto di indirizzo, il compito era tutto della Giunta comunale che, alla luce dei fatti, potrebbe risultare omissiva con tutto ciò ne consegue in termini di responsabilità. Con la votazione nel consiglio, è stata sancita la partecipazione volontaria alla formazione di un atto contrario agli interessi della collettività. E’ stato fatto venir meno il principio di tutela dell’Ente, rispetto a reati tutti riconducibili a chi gestisce e decide sul futuro del paese condizionandone palesemente le scelte politiche e amministrative. 

Tutte le costituzioni adottate dal Comune di Ardea e quelle che dovranno essere adottate, ad esempio su episodi legati all’abusivismo, non potranno più essere supportate per il principio di equità ed imparzialità. Se è vero che non ci siano condizionamenti e tutto è trasparente, come lo si potrà dimostrare di fronte ad un reato che potrebbe riguardare un abuso esercitato da un consigliere che ha votato contro o a favore della costituzione di parte civile o di chi, come nel caso della Giunta comunale, non ha votato affatto omettendo di farlo.

Eh si, perchè se domani il Comune dovesse costituirsi contro chi ha votato a favore, o non si costituirà contro chi ha votato a sfavore, nessuno sarà fatto salvo dal dubbio di aver agito al di sopra di ogni condizionamento e questo, secondo la nostra normativa sarebbe la prova che ad Ardea la vita amministrativa è fortemente condizionata. Nei fatti, il Comune si è già costituito sulla base del dispositivo della delibera n.1/2006. 

La scrivente associazione – conclude Porcelli – si rivolge a tutte le Autorità deputate, anche a quelle che dovrebbero garantire la legalità anziché omettere o favorire,  affinché vogliano verificare quanto sopra evidenziato verificando se tra quanti hanno votato contro la costituzione di parte civile e quanti hanno omesso (giunta comunale), vi siano persone interessate – direttamente o tramite familiari ex lege – a celare abusi in danno dell’Amministrazione comunale e della collettività. Noi saremo vigili ed a supporto di quante autorità dovessero averne bisogno per collaborare al raggiungimento della verità. Quanto sopra non al fine di accusare taluno sapendolo innocente, o peggio ledere l’onore e la reputazione di taluno, ma per sensibilizzare l’opinione pubblica e la cittadinanza su quanto sta accadendo sotto gli occhi inermi degli elettori”.