Altro che ripresa economica, la burocrazia distrugge una famiglia

20 luglio 2014 | 08:32
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Altro che ripresa economica, la burocrazia distrugge una famiglia

La storia del vetraio di Ardea.  Figli e figliastri: dietro il sequestro pure l’ombra di una piccola parentopoli

Il Faro on line – Prosegue la protesta del giovane vetraio, unica vittima con attività commerciale su un territorio terra di nessuno dove la proprietà almeno catastalmente oggi è del demanio, una volta proprietà dei nobili sforza Cesarini. Su di lui inflessibile si è abbattuta la mannaia della giustizia che ha decretato la chiusura della sua attività lasciando  – come dice il vetraio – indisturbate tutte le altre attività. Ancora oggi quando ci ha tenuto a metterci la faccia, con la sua giovane famiglia e una bambina di due anni, davanti alla serranda di quella che era la sua attività unica fonte di sostentamento. Davanti alla serranda dove si vede affisso il cartello di sequestro amministrativo,  ci mostra  come tutto intorno le attività sono fiorenti se pur senza permesso commerciale in quanto non in possesso di regolarità urbanistica.C’è amarezza. Ma anche rabbia:

“Eppure esercitano indisturbate tante altre attività, anche quelle di parenti diretti di alcuni consiglieri comunali. Perché questo trattamento solo per la mia famiglia? Il giorno in cui ci furono le ispezioni dei vigili e dei carabinieri della tenenza fu constatato che tutte le attività non avevano alcuna regolarità urbanistica perché costruite abusivamente in zona vincolata dai vincoli stradali, architettonici, della legge Galasso, dell’uso civico demaniale: e allora perché non hanno ancora proceduto come per la mia attività a sequestrarle?

Del resto altre nuove attività sono state aperte e sempre nelle stesse condizioni. Ora mi chiedo  – dice il vetraio – ci sarà una giustizia equa? E’ possibile che ancora una volta ad Ardea si fa “figli e figliastri”?  “Mi auguro – conclude il giovane – che si rivedano tutte le richieste, e prima ancora di dire che è tutto a posto si controllino le regolarità urbanistiche; non basta da parte dell’ufficio urbanistica scrivere che la pratica è in evasione quando si sa che dovrebbe essere al negata”.  Il giovane ci saluta con le lacrime agli occhi smarrito, sfiduciato con la sola speranza che qualcuno abbia letto quanto è scritto alle spalle dei giudici in tribunale “La legge è uguale per tutti”. E la serranda resta chiusa.
Luigi Centore