Il gas si spande, ma su confini troppo netti

21 luglio 2014 | 03:48
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Il gas si spande, ma su confini troppo netti

Il caso Co2 sembra definito, con divieti e prescrizioni. Che lasciano fuori dai problemi i nuovi porti, i terreni Gerini e la zona in mano a Caltagirone
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Il Faro on line (Appunti di viaggio) – Il sondaggio sulla Co2 presente sul territorio di Fiumicino è stato concluso e consegnato. Bene. Anzi, male. Per un serie di motivi, che non tutti conoscono. Prima di tutto le date: gli studi portano come data di conclusione il 3 aprile 2014, ma il Comune li ha avuti a disposizione solo a luglio. Altri quattro mesi sprecati, come se non bastassero gli anni passati tra prescrizioni e vincoli. Come se le tasse pagate a uffa – e il ricorso al Tar presentato nei giorni scorsi ne è la prova – non fossero già un macigno sulla testa dei cittadini di Fiumicino.

Poi c’è il fatto che la situazione descritta sia tutt’altro che rosea. Tra zone C dove è vietata qualunque costruzione e zone B dove è possibile costruire ma solo con alcuni accorgimenti, gran parte del territorio monitorato è sostanzialmente a rischio. Sono poche le zone A, dove va tutto bene. E questo, dopo anni di attesa per i vincoli idrogeologici, è una mazzata, inutile girarci intorno.

Anche per un altro dubbio. Le zone considerate C, e dunque a rischio Co2, come verranno gestite rispetto alla popolazione già esistente? La cartina è chiara: gran parte delle zone C sono densamente popolate, e dunque ipoteticamente a rischio, visto che il gas se esce non discrimina certo da palazzo a palazzo.

Vediamo gli aspetti positivi. Questo studio, permetterà comunque di fare dei passi in avanti per la richiesta alla Regione del cosiddetto parere geologico vegetazionale indispensabile per l’apertura dei cantieri, per costruire nuove case piccole o grandi che siano. Sulle zone A e su quelle B si potrà comunque procedere. Facendo due conti è possibile prevedere operai al lavoro per maggio 2015.
Ma dalla carta del territorio che mostra i sondaggi, non possiamo esimerci dal fare alcune considerazioni. Se è vero che la presenza di Co2 è pericolosa per la vita umana, perché mai ci si è fermati nel fare i sondaggi (e la linea nera lo evidenzia bene) tralasciando alcune zone? Senza voler fare dietrologia, è un fatto che a restare fuori sono alcune aree che saranno interessate tra poco da importanti investimenti: l’area che ospiterà il porto commerciale, quella del porto turistico, quella dei terreni Gerini e, più a nord, anche quella dell’aeroporto. Ma se quest’ultima è relativamente interessante, in quanto in quella zona non sono previste costruzioni ma solo piste, per le altre il discorso è decisamente più importante. Si parla di case, strutture in cemento, posti di accoglienza. A pensarci bene è rimasta fuori anche la zona di Parco Leonardo, in gran parte già costruita, box e cantine comprese.

Resta il dubbio che i sondaggi avrebbero potuto essere più ampi, così come resta ugualmente il dubbio che i risultati siano da accettare senza battere ciglio. Tant’è che il Comune sta pensando di affidare al Cnr un nuovo studio per capire se il livello di rischio possa essere derubricato. Così facendo molte zone potrebbero tornare A, dunque senza prescrizioni. Ma questi sondaggi hanno un costo, che a livello nazionale si aggira in media sui 30 mila euro. Soldi che, una volta ancora, dovrebbero pagare i cittadini.

AngeloPerfetti

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I commenti

Aggiungo che anche la zona aeroporto è “interessata” da costruzioni. Perché uno  degli scopi del raddoppio che intendono fare (anche se apparentamente sembra tutto fermo) è quello di costruzione di mega-alberghi e mega-centri commerciali e mega-centri congressi…
Marina Voudouri