Un caffè con l’artista Massimo Patroni Griffi

5 aprile 2015 | 07:00
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Un caffè con l’artista Massimo Patroni Griffi

Griffi: “L’arte è un linguaggio e chi osserva, è un fruitore che in base al proprio io, riesce ad elaborare un’emozione ed un pensiero”

Il Faro on line – Ore 17 in punto, attraverso una  ripida salita si accede ad un ampio parcheggio nei pressi  della residenza  formiana di Massimo Patroni Griffi e dell’antica chiesa di San Remigio. Da li’, si puo’ ammirare in tutta la sua bellezza l’intero Golfo di Gaeta, una terrazza immersa tra la natura dove “troneggiano” delle colorate margheritine curate personalmente dall’artista. Ed è proprio lui ad accoglierci all’ingresso  della sua abitazione/studio artistico. Dai modi cordiali ed eleganti, nato a Roma ma da anni residente nel Sud Pontino, Massimo Patroni Griffi si inserisce da tempo e a pieno titolo, nel panorama artistico non solo nazionale quale suo illustre esponente.

Spaziando da un astrattismo di forme geometriche, pure, concettuali capaci di un complesso gioco di riflessioni e di speculazioni, le sue creazioni, che siano pitture o sculture, sono oggetto di ammirazione e stupore. Una personalità che gli consente di affrontare nella fase concettuale prima e di realizzazione poi, l’utilizzo di materiali più disparati tra loro in piena dialettica con le forme.
Si concede di rado ad interviste, ma nel nostro caso, questo incontro nasce da un autentico sentimento d’amicizia  ed ammirazione per la sua arte. Insomma, non ha potuto dirci di no. Ci accomodiamo nel salone e mentre assaporiamo a piccoli sorsi un caffè realizzato con una macchinetta napoletana e quindi dall’aroma intenso e dal gusto forte, iniziamo a parlare del suo personale approccio con l’arte.

“L’arte è un linguaggio – ci spiega – e chi osserva, è un fruitore che in base al proprio io, riesce ad elaborare un’emozione ed un pensiero”.
Salvatore Emblema nel 1994  profetizzò che nel tempo lei sarebbe passato dalla pittura alla scultura e così è stato. “Genesi di pensieri nel tempo immobile dell’anima”, questo il titolo della sua ultima opera artistica. Una pregevole scultura in ferro, 1 metro per 60 cm dove nei tagli lei ha saldato le parti calandrate. Ci spiega questo suo ultimo lavoro? “L’anima è come un faro, sono i pensieri che si rinnovano, l’unica cosa immutabile è proprio l’anima”.

“Un concetto importante è la trasformazione della materia – ribadisce Patroni Griffi – dove gli ingredienti materiali sono invece le forme, il color ruggine che descrive una patina antica dell’anima”. I pensieri che si insinuano nello spazio con un vertice acuto. “Le punte che si sfiorano, sono un pensiero a se, e descrivono i comportamenti e il movimento del pensiero stesso”.

Come approcciarsi ad una scultura come quella che ha appena concluso? “Non ci sono percorsi obbligati o alchimie particolari per leggere un’opera d’arte, che sia realizzata oggi o qualche secolo fa” aggiungendo con voce ferma e pacata “l’artista del 2015, adopera un linguaggio nuovo per raccontare cose antiche”. Insomma, il mutare del tempo e del linguaggio non toglie, ma trasforma la bellezza di ciò che l’essere umano ancora oggi riesce a realizzare in forma di arte, che siano quadri, sculture e installazioni”.
Ed aggiungiamo noi, come dargli torto. La nostra chiacchierata si conclude con una curiosità giornalistica a cui Massimo Patroni Griffi risponde con piacere: quali sono i suoi progetti artistici per il futuro?
“Creare una scultura da installare a ridosso del circuito autostradale nazionale, che possa così impreziosire il transito di migliaia di viaggiatori ed automobilisti”.
E probabilmente, qualcosa “bolle già in pentola”…
A.B.