Ambiente, Controlli per verificare lo smaltimento dei reflui domestici e industriali

13 aprile 2015 | 13:00
Share0
Ambiente, Controlli per verificare lo smaltimento dei reflui domestici e industriali

Lombardi (Cp): “Cinque casi su sette non erano conformi e così per le altre tipologie, il tutto a scapito dell’ecosistema marino”

Il Faro on line – “Nell’ambito del contrasto ai reati di natura ambientale, i militari della Guardia Costiera unitamente alla Polizia Provinciale di Latina, hanno proceduto al deferimento di sei soggetti alla Procura della Repubblica di Latina – dichiara C.c. (Cp) Massimo Lombardi – Le denunce scaturiscono da un’approfondita indagine, delegata dalla Procura di Latina, a carico di strutture sanitarie e ospedaliere ubicate a nord della provincia di Latina. Sono stati posti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, rispettivamente nei comuni di Aprilia, Latina, Sabaudia, Terracina e Fondi, sette tra presidi ospedalieri, pubblici, convenzionati, fino ad includere anche centri privati diagnostici”.

“I controlli erano tesi ad accertare il rispetto della normativa sullo smaltimento dei reflui di natura domestica e industriale – afferma il C.c. Massimo Lombardi – nonché del rispetto dei limiti delle emissioni in atmosfera, secondo i parametri tabellari riportati dal decreto legislativo 152/2006. I militari intervenuti, in cinque casi su sette, hanno rilevato violazioni al testo unico in materia ambientale riguardanti le emissioni in atmosfera non autorizzate in grado di generare fenomeni di inquinamento atmosferico. In tre casi, invece, è stato constatato che lo scarico dei reflui nella pubblica fognatura è risultato conforme alla normativa sugli scarichi domestici, ma non a quella sugli scarichi industriali, fattispecie in cui ricadono per legge le strutture sanitarie e ospedaliere e comunque effettuato in costanza di autorizzazioni scadute”.

“Durante la lunga e complessa attività ispettiva, in due strutture sanitarie, gli operatori della Guardia Costiera e gli Agenti della Polizia Provinciale, hanno accertato che i reflui prodotti dalle predette strutture, venivano immessi direttamente nella pubblica fognatura senza alcun trattamento di depurazione. Tale modus operandi – conclude il C.c. Lombardi -ha comportato il superamento dei limiti tabellari riportati dal D.lgs 152/2006 e quindi il rischio concreto di compromettere l’ecosistema marino, che rimane il recettore finale di tutti gli impianti di depurazione. Oltre all’aspetto penale sono stati contestati anche delle sanzioni amministrative per il mantenimento non conforme alle normative dei registri di carico e scarico dei rifiuti.”