Ambiente, Il lago di Paola, una nuova fase per il recupero di un gioiello ambientale

1 maggio 2015 | 07:00
Share0
Ambiente, Il lago di Paola, una nuova fase per il recupero di un gioiello ambientale

I primi giorni di maggio, una draga inizierà la pulizia del canale romano, dal lago fino alla foce a mare

Il Faro on line – Inizia nei prossimi giorni una nuova fase di risanamento ambientale del Lago di Paola, una fase attesa oltre trent’anni, che fa seguito ad anni nei quali i proprietari sono stati impegnati a bonificare le sue sponde e le sue acque da attività incompatibili, ripristinando le attività storiche della pesca e della coltivazione dei molluschi e incentivando l’uso del bacino a fini sportivi (basti pensare al canottaggio) e turistico-culturali (con la gestione diretta delle visite naturalistiche e archeologiche). Gli interventi di recupero delle condizioni ambientali del Lago sono, tuttavia, imprescindibili, se vogliamo riportarlo a com’era prima, limpido e vitale. I primi giorni di maggio, una draga inizierà la pulizia del canale romano, dal lago fino alla foce a mare, aumentando l’interscambio idrico e l’ossigenazione del bacino, oltre a permettere una migliore risalita del pesce.

Entro la metà dello stesso mese, inoltre, un nuovo impianto di pompaggio sarà installato nel canale Caterattino, all’altro estremo del Lago di Paola, al fine di ossigenare anche la porzione davanti all’abitato di Sabaudia. La Regione Lazio, l’Ente Parco e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio hanno autorizzato definitivamente queste iniziative, proprio nella giornata di ieri, dopo un complesso iter istruttorio durato molti mesi. Ci auspichiamo che tale collaborazione tra pubblico e privato, proficua ed efficiente, possa continuare in futuro e possa essere propedeutica al raggiungimento di importanti risultati ambientali, economici e produttivi.

Tali interventi, onerosi e complicati, dimostrano la determinazione e l’impegno della famiglia Scalfati a restituire al Lago di Paola la meritata salute. Le analisi dell’acqua, pubblicate in questi giorni, dimostrano la presenza in eccesso di azoto e fosforo, nonché di tensioattivi, incompatibili con le condizioni ambientali che dovrebbero essere presenti nel più importante lago costiero del Parco Nazionale del Circeo. Per tale ragione, le autorità dovrebbero sensibilizzare la cittadinanza ed i soggetti coinvolti nella gestione del territorio, in primis gli agricoltori, al fine di utilizzare tecniche di coltivazione in linea con i vincoli comunitari e nazionali vigenti nelle aree protette.