Nepal, “cacciati via” i soccorritori

5 maggio 2015 | 23:26
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Nepal, “cacciati via” i soccorritori

Il Faro on line – L’unità di crisi della Farnesina è finalmente riuscita ad individuare anche gli ultimi italiani che non rispondevano all’appello.Dopo il terrore, distruzione e morte, anche oggi, come un paio di giorni fa, si è verificato un piccolo grande miracolo. Dalle macerie di due edifici dai villaggi di Sirdibas e Chhekampar nel distretto di Gorkha, infatti, sono state estratte vive due persone, un uomo di 60 anni Pemba Chhewang, facchino ed una suora Tenjing Dolma di 23 anni. A renderlo noto il quotidiano The Himalayan Times.

Dal nuovo bilancio aggiornato, dal ministero dell’Interno nepalese, sulle vittime del sisma del 25 aprile sembra che, al momento i morti siano 7.557, mentre i feriti sfiorano i 14.600. Il distretto maggiormente coinvolto è quello di Sindhupalchowk dove si sono registrati 2.911 morti mentre a Kathmandu le vittime sono state 1.202.Tra soccorsi, corse contro il tempo e miracoli, la terra in Nepal continua a tremare. Oggi, infatti, sono state registrate, dal Centro sismologico mediterraneo europeo, due scosse di magnitudo superiore a 4 gradi della scala Richter. La prima, di magnitudo 4,1 è stata registrata dai sismografi alle 3:23 locali con epicentro a 53 chilometri ad est di Kathmandu. La seconda, invece, è avvenuta alle 7 locali. La magnitudo è stata di 4,3 e l’epicentro è stato localizzato a 68 chilometri ad est della capitale. In entrambi i casi non si segnalano danni gravi o vittime.

Il governo nepalese ha chiesto ai team di ricerca e soccorso provenienti da 34 Paesi di interrompere le operazioni di ricerca e di lasciare il Paese in quanto dopo nove giorni non è più necessaria la loro presenza. “Siamo molto grati dello loro lavoro – ha detto all’ANSA il portavoce del ministero degli Interni Laxmi Prasad Dhapal – ma secondo gli standard internazionali la fase di ricerca dei superstiti termina dopo sette giorni. Il governo ha già chiesto al ministero degli Esteri di inoltrare le richieste alle rispettive ambasciate”.
La Commissione europea ha stanziato un totale di 22,6 milioni di euro in favore del Nepal. Dei 22,6 milioni, tre sono stati stanziati per aiuti umanitari, che vanno ad aggiungersi ai tre della settimana scorsa. Altri 16,6 milioni di euro, sono un pagamento anticipato per l’assistenza al Paese, nel quadro dello strumento di Cooperazione allo sviluppo.
Ancora bloccati all’aeroporto internazionale di Kathmandu moltissimi aiuti a causa della fermezza dei servizi doganali nepalesi nel controllare “ogni singolo pacco” prima di autorizzarne la distribuzione e, intanto, molti villaggi colpiti dal sisma non hanno ancora ricevuto nulla.

Il coordinatore dell’Onu per il Nepal, Jamie McGoldrick, ha dichiarato che le autorità nepalesi “non dovrebbero utilizzare metodologie doganali dei tempi di pace, quando dovrebbero lavorare” con procedure di emergenza per gestire la crisi. Le risposte delle autorità nepalesi non sono state quelle desiderate. L’Authority dell’aeroporto ha, infatti, vietato ai cargo di peso superiore a 196 tonnellate di atterrare, affermando che l’atterraggio potrebbe essere pericoloso per le grosse crepe apparse sull’unica pista esistente. A complicare il quadro, la decisione del Comitato centrale nepalese per i soccorsi nei disastri naturali (Ndrc) di chiedere ai team stranieri specializzati nel recupero di persone fra le macerie di “tornarsene a casa”. Se il governo ratificasse questa richiesta, 4.050 persone di 34 Paesi, accompagnate da 139 cani, potrebbero dover lasciare il Nepal.
Daniela Pozone