I beni archeologici e le mancate tutele ai terracinesi

18 maggio 2015 | 06:00
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I beni archeologici e le mancate tutele ai terracinesi

Il Tempio di Giove Anxur ha assistito silenzioso a fatti che poi sono diventati la storia di una comunità allargata ai soli confini territoriali

Il faro on line – Il Tempio di Giove Anxur, con le sue rovine archeologiche, da migliaia di anni si erge in posizione dominante sulla città di Terracina. Questo luogo ha nel corso dei secoli assistito silenzioso a fatti che poi sono diventati la storia di una comunità allargata ai soli confini territoriali. Le rovine però continuano ad assistere ancora oggi, con sommo disprezzo del tempo che trascorre e l’incuria degli uomini a vicende incredibili, come quella che capita a Nando Campi, titolare del punto di accoglienza turistica posto all’interno del prestigioso sito. La sua è un’attività strategica, perché oltre ad essere l’unica esercitata nel contesto viene condotta  con competenza, professionalità e amore da Nando.

L’ennesima storia silenziosa del tempio di Giove è presto detta: da quando è entrata in vigore la perimetrazione dell’intera area archeologica e il pagamento del ticket di ingresso, sono scattati  gli assurdi orari di chiusura al pubblico (ore 19.30). Contestualmente a questo restringimento dell’orario di apertura al pubblico, l’attività commerciale ha subito un crollo verticale della clientela e importanti perdite economiche, che stanno ponendo in enorme difficoltà Nando Campi.
Un problema che poteva essere risolto dagli enti che hanno competenza sull’area: dal Comune di Terracina, che però diligentemente assegna l’appalto per la gestione del sito archeologico alla ditta Munus, passando per l’ente parco, fino a congiungere le prerogative di legge esercitate dalla Regione Lazio.  Nando però con tutti gli sforzi possibili e immaginabili non è riuscito a oggi nell’individuare il percorso “archeologico” giusto per giungere alla soluzione del suo grave problema. 

Nessun politico locale in tutto questo tempo si è fatto promotore di una qualsiasi iniziativa per dargli una mano, gli enti nominati neanche l’hanno ricevuto in anticamera, mentre uno dei punti scenografici più qualificanti per l’immagine turistica di Terracina lavora a mezzo servizio. Insomma, tutti o quasi gli attori sul proscenio di Monte Giove hanno recitato la loro vergognosa parte in commedia. Gli ultimi attori politici sono usciti con le torte in faccia dalla ridicola rappresentazione a danno di Nando, altri, a iniziare da alcuni archeologi di professione non messi nella condizione di pensare solo alla cura dei “mazzacani” e basta, senza entrare nella gestione dei beni storici e archeologici di Terracina.

A tal proposito racconto un indicativo fatto: uno di questi grandi studiosi avrebbe comprato casa sul centro storico alto e da questa estate, si narra, che non si faranno più eventi sulla piazza (perché produrrebbero troppo rumore) che Aulo Emilio (figlio di Aulo) pavimentò pecunia sua. Se tutto ciò sarà vero è una ridicolaggine e un piegarsi a soggetti che non vogliono di certo il bene del centro storico alto e della città di Terracina.
Per quanto riguarda la vicenda di Nando, ma anche quella degli eventi inibiti alla piazza Municipio, ce ne interesseremo. Chiaramente nei limiti della nostra capacità di incidere: oggi come domani.

Gina Cetrone