Giocare a basket in salute, il convegno del Cinquantenario delle Stelle Marine

4 giugno 2015 | 07:45
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Giocare a basket in salute, il convegno del Cinquantenario delle Stelle Marine

All’interno delle celebrazioni del mezzo secolo di vita, l’incontro con i professionisti del settore sportivo al Teatro Manfredi di Ostia Lido

Il Faro on line – Anche un convegno dedicato allo sviluppo motorio e al mantenimento della saluta fisica dei giovani. Questo è stato uno degli eventi importanti, che hanno caratterizzato lo svolgimento del Cinquantenario delle Stelle Marine Basket di Ostia Lido. 
In questo modo, lo scorso 30 maggio, al Teatro Manfredi, si è svolto questo appuntamento fondamentale per la crescita delle nuove generazioni, nello sport italiano, soprattutto nella pallacanestro. Alla presenza in sala, del Presidente della squadra ostiense Pasquale Pasquinelli, insieme ad un nutrito gruppo di genitori, insegnanti e tecnici del settore, hanno parlato dal palco, personalità mediche e sportive di livello, che da anni si occupano di queste tematiche.
Una particolarità su tutte, tuttavia, è spiccata, la loro appartenenza alle Stelle Marine. “Abbiamo la fortuna di avere tra i nostri atleti, personaggi importanti che si occupano di argomenti, che riguardano, non solo il mondo sportivo, ma anche quello della crescita e della salute dei nostri ragazzi”. Sono state queste, le parole introduttive ad esso, di Flavio Coppola, uno dei pilastri del comitato organizzatore. 

E accanto a lui, mentre li presentava uno ad uno, loro. Gli ex della squadra biancoverde, oggi professionisti di riferimento, nei propri ambiti del sapere: il dott. Carlo Racani, cardiologo, la dott.ssa Federica Sanges, biologa nutrizionista e il dott. Paolo Zeppilli, direttore Medicina dello Sport del Policlinico Gemelli e direttore della sezione Medica del Centro Tecnico di Coverciano ed anche, ex membro dello staff medico della Nazionale di Calcio.
E con loro, altri due componenti importanti. Entrambi della Federazione Italiana Pallacanestro: il prof. Andrea Billi, medico federale e ortopedico della Nazionale Maschile e Pablo Fogante, preparatore fisico territoriale della Fip Lazio. 

E’ stato il dott. Racani ad aprire il dibattito e a gestire la discussione successiva, ricordando i momenti bellissimi trascorsi con le Stelle Marine: “Siamo cresciuti nei valori e con l’esempio di essi, in una società che ha favorito la nostra crescita”.
Ed oggi, come ieri, all’interno di questo convegno del sabato mattina, ancora le Stelle Marine hanno sentito la responsabilità di parlare ai giovani e alle loro famiglie. 

Il filo conduttore del dibattito si è concentrato allora, intorno al mondo del giovane atleta e alle sue necessità. E’ stato Pablo Fogante a cominciare la discussione, sottolineando il concetto che la preparazione fisica ed il movimento, sono importanti per la crescita dei giovani, in generale e soprattutto di coloro che si dedicano alla pratica sportiva.
Ma lo sport, come la pallacanestro, secondo lui, non è solo farli correre, ma farlo bene.

Lo sviluppo della percezione, del controllo e della propriocettività, sono gli elementi base su cui lavorare: “Dobbiamo soprattutto insegnare a correre e a saltare. I ragazzi hanno esperienze di motricità basse, nell’età evolutiva. Devono imparare ad avere una buona cognizione dei propri mezzi”. Di fronte ad una platea attenta, Pablo Fogante, con passione, ha descritto le diverse slides, alle sue spalle: “Devono conoscere il proprio corpo, in modo che possano avere la possibilità di giocare a pallacanestro”. Uno dei punti importanti, su cui ha voluto centralizzare il suo intervento, è stato il dispendio di energia: “All’interno di una partita, in cui il costo energetico è altissimo, è possibile risparmiare energia”. 

E’ negli allenamenti, che risiede una delle strategie più focali. Infatti, saperli programmare e gestire la fatica, per arrivare ad un riposo completo, sono stati i punti centrali, del concetto della  supercompensazione. La tendenza della crescita del sovraccarico nel giovane atleta, è naturale ed altissima, nello sport ed è necessario, adottare carichi lavorativi, in base all’età fisiologica. Anche il dott. Zeppilli è voluto tornare su questo argomento, alla fine dell’intervento di Fogante, in fase di dibattito : “Svolgere sei allenamenti a settimana, ad esempio, non risulta essere cosa buona. Bisogna programmare l’allenamento ed il carico”.
Alle sue parole, hanno fatto eco, anche quelle del prof. Billi : “Se si cominciano a svolgere troppi allenamenti, sale il rischio degli infortuni, anche gravi”. 

Nel suo intervento, dedicato all’alimentazione sportiva, la dott.ssa Sanges ha sottolineato che, prima di tutto i ragazzi, sono delle persone che chiedono di crescere bene : “E’ importante mantenere lo stato di salute, nei giovani che stanno crescendo. Raggiungere e mantenere il proprio peso corporeo, equivale a migliorare la prestazione sportiva”.
Entrando nello specifico dell’attività, la Sanges ha continuato  : “Gli ultimi minuti della partita, devono risultare come i primi. Lo stato atletico deve essere ottimale”. Anche questa allora, è una sfida sportiva da vincere, nello studio di una delle ex atlete più importanti  : “Bisogna evitare lo scarico di glicogeno e nella partita di basket, questo deve essere possibile, in quanto stiamo parlando di uno sport, che non è tra quelli di endurance”. 

Un ragazzo malnutrito potrebbe andare incontro a gravi problemi, in fase di maturità e dunque, una delle diete consigliate e riconosciuta dall’Unesco, è certamente quella mediterranea: “La dieta influenza la propria performance atletica. Quella mediterranea è riconosciuta come unico schema alimentare, più idoneo”. Secondo la dott.ssa Sanges, uno degli errori che si commettono quando si programma una dieta, sta nell’eliminare i carboidrati. La pasta ed il pane, ad esempio, sono fondamentali per il corpo umano, che diventa una spugna, subito dopo uno sforzo fisico: “Il recupero è importante, soprattutto durante i primi 30 minuti, post partita. Adesso, uno dei metodi che aiuta, è il buffet da spogliatoio”. Anche i liquidi sono preziosi e la Sanges lo ha mostrato, attraverso la piramide dell’idratazione : “Bisogna bere – ha sottolineato – altrimenti si ha un calo nella prestazione”. 

Il convegno è proseguito con l’interessante intervento del dott. Paolo Zeppilli, il quale commentando la discussione in sala, della dott.ssa Sanges, ha voluto incoraggiare la Fip ad organizzare, sempre di più, seminari ed eventi di questo tipo, in modo da divulgare la cultura sportiva, anche sotto questi aspetti. 

Quello del quale lui, si è occupato, è stato l’intervento inerente al controllo medico e soprattutto, alla prevenzione di tragedie, che purtroppo ancora, salgono spesso all’attenzione della cronaca: “Quando assistiamo ad episodi di decessi a causa di problemi cardiaci, la motivazione risiede sempre nell’ereditarietà della patologia”. Ecco che, la visita medica diventa la cosa più importante e su base preventiva, può alzare il livello della qualità della vita: “Oggi, si fanno delle diagnosi, in passato difficilmente riscontrabili. Grazie agli strumenti tecnologici, la medicina arriva dove sta il problema e può risolverlo”. E’ il cuore, il centro di tutto. Come la sede della passione sportiva. Allora, ecco che deve essere controllato e curato, quando serve: “Una visita cardiologica fatta bene, con una anamnesi approfondita, possono far emergere quell’ereditarietà, tra padre e figlio ad esempio, che può portare a prevenire gravi problemi di salute”.
Uno dei casi di decessi più frequenti, risiede nell’aneurisma dell’aorta. Solo negli ultimi anni, i casi si sono moltiplicati, ma grazie ai mezzi che la medicina possiede, questo può essere evitato: “C’è necessità di coinvolgere i genitori, in modo assoluto. Dobbiamo conoscere anche le loro storie mediche per capire, a che cosa i figli, possano andare incontro”. 

La cultura della salute parte soprattutto, dai genitori. Loro sono i primi a dover curare e proteggere, i figli. Soprattutto in ambito sportivo.

In questo contesto, si è anche discusso di trami fisici, dovuti a scontri in allenamento ed in partita. Il trauma maggiormente diffuso è tipico della pallacanestro. Quello inerente alla caviglia e al piede. E’stato dunque, il prof. Billi a parlarne. E la sua esperienza, nello staff medico della Nazionale di pallacanestro ed insegnante alla Scuola dello Sport del Coni, è stata preziosa per arricchire, questo convegno, di nozioni sempre nuove: “Per i ragazzi, in fase di crescita, oggi, esiste un approccio diverso. Abbiamo dei protocolli specifici ed un alto livello professionale”. Sono state le lesioni da impatto, gli episodi spiegati e analizzati, anche grazie ad immagini e video, di interventi chirurgici: “Dove avvengano delle distorsioni – ha spiegato Billi, tra le altre problematiche affrontate – è necessario attuare il giusto trattamento.
La terapia osmotica, ad esempio, quella delle vasche con i sali del mar morto, sono le più usate e più frequenti. Naturalmente, in acqua fredda”. Ha precisato Billi, sorridendo, tra i favori dei presenti. E’ importante, il piede, per un giocatore di basket. Come lo è per qualsiasi disciplina sportiva. E uno degli elementi maggiormente sensibili agli infortuni, sta proprio lì: “La lesione del legamento deltoideo, equivale a quella del crociato del ginocchio. Si comprende che, se si verifica un danno ad esso, bisogna approntare rimedi non solo immediati, ma anche accurati, dopo”. Per qualcuno che come lui, deve costantemente curare ed evitare gravi infortuni ai giocatori della Nazionale italiana maschile, il compito medico, è altamente richiesto. E soprattutto continuo.

Come a lunga scadenza dovrebbero essere organizzati incontri di questo tipo. Il punto debole è lo sviluppo di una cultura sportiva, che ancora in Italia, non emerge come dovrebbe. L’educazione motoria nelle scuole, potrebbe essere una porta, per aprire la conoscenza, su queste tematiche. In questo caso, a domanda specifica, post convegno, su questo argomento, tutti i presenti sono stati concordi e il prof. Billi ha dichiarato che uno degli eventi importanti, organizzati dal Coni, in questo senso, risiede nei diversi Open Day, pianificati durante l’anno. 

Il convegno organizzato dalle Stelle Marine è stato certamente un modo per incoraggiare la conoscenza di argomenti fondamentali, per la vita, non solo sportiva, del giovane atleta.

Foto : Carlo Calliari

Alessandra Giorgi