Associazione Caponnetto: “La vicenda Privilege è ben conosciuta”

25 giugno 2015 | 06:10
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Associazione Caponnetto: “La vicenda Privilege è ben conosciuta”

L’Associazione: “Ci siamo sempre presi la responsabilità di quanto abbiamo detto”

Il Faro on line – “Sono anni che seguiamo da lontano la vicenda Privilege, denunciandone le storture, l’inconsistenza, la poca affidabilità dei personaggi di volta in volta coinvolti e finanche le precedenti esperienze, come quelle del Cantiere Vittoria di Adria, finite anch’esse con il tracollo economico delle attività sane coinvolte. Abbiamo denunciato le scorribande speculativi di taluni personaggi coinvolti più o meno indirettamente, la poca trasparenza degli atti e la mancata pretesa, da parte delle istituzioni, di pretendere chiarezza rispetto alle fumose argomentazioni che venivano di volta in volta presentate” – lo dichiara l’associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto”.

“Mai si è chiesto chiaramente chi fosse il committente del megayacht in costruzione – prosegue la nota – mai a chi facessero capo le ulteriori commesse che la Privilege dichiarava di aver ricevuto, dichiarate perfino nell’Executive Business Plan Summary (ovvero il piano industriale) allegato alla concessione. Abbiamo assistito all’ennesima vendita della fontana di Trevi con l’unica differenza che Toto aveva una sola spalla e Privilege ne ha avute decine tra emeriti rappresentanti istituzionali, ministri, vertici del Vaticano per arrivare alla quasi totalità della classe politica cittadina seduta in bella vista alle mega cene di inaugurazione. Nessuno si è chiesto il perché dell’intervento dell’indimenticato Prefetto Frattasi quando si oppose alla localizzazione del cantiere in quel di Gaeta, né del perché la Filas si rifiutò di concedere fondi in prestito per l’avvio dell’attività”.

“Anzi, quest’ultima vicenda causò l’indignazione di molti dei Consiglieri comunali di Civitavecchia dell’epoca – afferma l’associazione – Oggi l’inaffidabilità di tale operazione è sotto gli occhi di tutti ed è inaccettabile che gridino allo scandalo coloro che per ignavia ne sono i coautori. Non sappiamo se ci siano, e quali e quanti siano i reati individuabili in questa faccenda. Ma intendiamo far si che non si ripetano speculazioni del genere sulla pelle non solo dei lavoratori ma di interi territori; per questo consegneremo tutto il materiale in nostro possesso, che qualcuno si è peritato di farci arrivare, all’autorità  giudiziaria affinché si verifichi se possano sussitere ipotesi di reato e/o dolo in quella che ha tutti le caratteristiche di una vera e proprio truffa all’italiana”.

“Chiediamo infine all’Autorità Portuale e ai rappresentanti istituzionali in essa rappresentati (Regione, Roma Capitale, Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta etc) – si conclude – di porre in essere un’attenta verifica di tutte le concessioni in essere nell’ambito di competenza della stessa, affinché le aree portuali vengano finalmente sottratte a mire speculative che non hanno ricaduta alcuna sui territori ospitanti”.