Intimidazioni, urla e aggressioni. Ecco come è finito (male) il Consiglio Comunale

1 luglio 2015 | 13:30
Share0
Intimidazioni, urla e aggressioni. Ecco come è finito (male) il Consiglio Comunale

Il consigliere Ferreri colpito al volto, minacce di morte.  Il sindaco: “Andiamo avanti”

Il Faro on line – “Ce ne basta uno solo dei consiglieri che hanno votato la delibera per ammazzarlo”. Parole forti, dettate dalla disperazione e dalla rabbia, che sono piombate come un macigno nella sala del consiglio comunale, quando ormai il presidente del consiglio stesso aveva dichiarato chiusa la seduta per dare seguito alla richiesta dell’opposizione di far parlare anche i cittadini di Passo della Sentinella che occupavano l’intera aula già dall’inizio dei lavori.
Minacce, urla e una sorta di “caccia al consigliere” è la scena finale di un consiglio che ha avuto il suo epilogo in un gravissimo episodio di violenza, l’aggressione fisica al consigliere Maurizio Ferreri. Visibilmente scosso e confuso, il consigliere è stato letteralmente sottratto agli aggressori e condotto nella sala antistante l’aula consiliare. “Mentre ero in aula sono stato accerchiato da alcune persone che mi hanno colpito al volto” – queste le prime parole pronunciate dal consigliere.

Ma come si è giunti a questo epilogo? Il consiglio comunale ha avuto inizio alle 15 e già tutti i posti a sedere, e non solo, erano occupati dai residenti di Passo della Sentinella giunti per partecipare ad una discussione che li vedeva direttamente coinvolti. Infatti, l’ordine del giorno prevedeva l’approvazione di una delibera riguardante il programma di interventi per la messa in sicurezza degli abitanti di Passo della Sentinella, un piano che prevede la cosiddetta delocalizzazione, cioè lo sgombero dell’attuale sedime e il trasferimento in case Ater.

“Stiamo lavorando per trovare una soluzione a un problema difficile e che da decenni non è stato mai affrontato. È solo l’inizio di una procedura, questo è importante capire, incontreremo i cittadini e le commissioni che lavoreranno su questo tema sono sempre aperte”, ha detto l’assessore Ezio Genesio Pagliuca, nel suo intervento di presentazione della delibera.

In estrema sintesi, il piano esposto dall’assessore prevede la costruzione di un argine, l’evacuazione dell’attuale centro abitato della località e la costruzione di 300 case da destinare ai cittadini di Passo della Sentinella.

L’intera opposizione
, dal centrodestra al M5S, ha chiesto il ritiro della delibera: “Bisogna fare decidere ai cittadini il futuro di Passo della Sentinella…” – è stato detto – “Con questa delibera non si tutela né l’ambiente e né i cittadini”.

“Siamo convinti che una risposta al problema va data – ha esordito nel suo intervento il sindaco Montino -. La delibera non può essere ritirata – ha proseguito – ci sono delle responsabilità dirette a cui non posso sottrarmi e la richiesta di ritiro della delibera dell’opposizione non mi convince, perché non porta ad altre soluzioni.
Una soluzione, invece, va data ai residenti e l’Amministrazione se ne fa carico individuando un’area pubblica per la costruzione di 300 case da destinare alle famiglie che accetteranno la nostra proposta. È un percorso difficile che per realizzarsi ha bisogno di condivisione – ha concluso il Sindaco -. Siamo disponibili al confronto ma, non ci chiedete di non fare nulla”.

Una posizione che non è piaciuta ai residenti di Passo della Sentinella, che sentono come una presa in giro l’apertura di un dialogo dopo – dicono – che tutto è stato già deciso e votato.
Su richiesta dell’opposizione di dare la parola ai cittadini presenti, il presidente Califano comunicava all’aula la decisione di sospendere i lavori e di aggiornare la seduta, per permettere ai consiglieri di ascoltare i rappresentanti dei residenti.

Il finale è da dimenticare. La situazione si è subito degenerata, le forze dell’ordine presenti non hanno potuto assicurare l’incolumità dei consiglieri.
Riteniamo che la violenza sia sempre e comunque da condannare, a maggior ragione in luoghi istituzionali, dove si esercita il diritto di tutti alla democrazia.
A prescindere dalle ragioni di parte e dall’esasperazione che una situazione che si trascina da anni porta con sé, pur comprendendo l’amarezza di una prospettiva difficile da digerire e la rabbia dei cittadini, la violenza non può mai trovare giustificazione.

V.T.