50° Stelle Marine Basket: Chiara Perfetti, Cinzia Chieppa e Manuela Diamanti

24 luglio 2015 | 07:00
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50° Stelle Marine Basket: Chiara Perfetti, Cinzia Chieppa e Manuela Diamanti

Dalla conquista degli scudetti giovanili, fino alla promozione in A2. Sono mille i ricordi delle campionesse biancoverdi

Il Faro on line – Un grande e importante pezzo di storia, delle Stelle Marine, e’ stato scritto anche, dall’universo femminile. Fondamentale, per la conquista di scudetti e promozioni, che hanno fatto la storia di questa societa’. Alcune esponenti di esso, Il Faro le ha incontrate durante la Cena di Gala, del primo giugno, scorso. La giornata conclusiva della manifestazione, organizzata per la celebrazione dei 50 anni. Le ex atlete biancoverdi hanno descritto, ognuna in base alla propria esperienza personale, episodi ed emozioni, che restano nella mente e nascono dal cuore, ancora. Ancora, oggi, parlandone.

E lo hanno fatto, loro. Le campionesse di ieri e di oggi, che tanto hanno dato alla squadra. Tuttavia, anche quest’ultima, ad esse, ha donato molto. Una vita sul parquet ed una strada nel mondo dello sport, da conservare e da cullare, dentro. Sempre. In questo modo, Chiara Perfetti, Cinzia Chieppa e Manuela Diamanti hanno aperto le porte del loro mondo di atlete e di appassionate di pallacanestro, per i lettori de Il Faro e hanno condiviso, i loro pensieri.
Nuova allenatrice del settore minibasket e attività che molto la appassiona, Chiara Perfetti, una delle leggende delle Stelle Marine, descrive quell’ultima promozione avvenuta, a cui ha partecipato e di cui, conserva, ricordi speciali : “Abbiamo vinto in casa, qui con il Latina, lo scorso 28 marzo”. Il grande evento sportivo di cui Chiara parla, è la vittoria bellissima, nella serie B, che ha catapultato, le ragazze di Maurizio Martinoia, direttamente in A2 : “Passo dopo passo, ci siamo rese conto che questa impresa, poteva essere fattibile. Ci abbiamo creduto”.

Al momento dell’intervista, la Società delle Stelle Marine non aveva rilasciato, nessun comunicato ufficiale, circa la sua decisione, sofferta, di dover rinunciare a giocare in A2, per mancanza di fondi. Il comunicato stesso è stato rilasciato poi, lo scorso 10 luglio. 
Tuttavia, la gioia di Chiara Perfetti rimane e la sua firma, insieme con le altre atlete della squadra, è stata ugualmente siglata. Probabilmente, la storia resta. E Chiara, allora, la sera del primo giugno, ha voluto condividere, il suo pensiero, con i lettori de Il Faro: “Poter festeggiare qui, con il nostro pubblico e con il palazzetto pieno, è stata un’emozione indescrivibile”.

Non è stata l’unica emozione per lei, questa promozione. Anche da bambina e da piccola atleta, aveva già incrociato sul parquet, queste memorabili sensazioni : “Ho vinto qui, un paio di scudetti, di cui uno in particolare, me lo ricordo veramente, come fosse ieri. Quello del 1994, a Caserta”.
È stato di grande valore, per la Perfetti allora, questo Cinquantenario appena trascorso e mentre descrive la sua storia con le Stelle Marine, confida che, ha deciso di smettere di giocare. E forse nel momento in cui, lei voleva: “Chiudere la carriera, all’apice. Mi piaceva questo. Arrivando ad una certa età, credo che terminare, dopo una promozione storica, sia una cosa bella”. Ma anche da allenatrice, Chiara, desidera continuare a sentire, quelle emozioni e i giovani la invogliano a trasmettere, quello che lei stessa ha imparato: “Sto allenando i bambini, quelli del minibasket. Dai 6 e 7 anni, a salire – riflette la campionessa biancoverde e continua – e mi sta piacendo tanto”.

Tornano nei suoi pensieri, di fine serata, allora, i più piccoli ed anche in riferimento a questo Cinquantenario, lei stessa, ci tiene a sottolineare : “È stato importante, per far capire soprattutto ai giovani di adesso, i valori di questa società. Ha rappresentato un modo, per avvicinare i bambini, al basket”. E secondo lei, questa disciplina sportiva è di grande tradizione ad Ostia. E a pochi passi dal mare, Chiara Perfetti ha potuto incontrare tante campionesse. Tante ragazze, donne oggi, come lei dice, che ai suoi occhi di bambina, di allora, rappresentavano modelli da seguire ed esempi da imitare, un giorno, sul parquet, anche in carriera. Lei stessa dichiara: “Dicevo : un giorno voglio diventare come loro”.

È riuscita, Chiara a farlo e tanto darà ancora alle Stelle Marine, questa volta da bordo parquet, come lei spera: “Chissà se magari in futuro – dichiara – sarò portata ad allenare in panchina, anche per i settori giovanili più grandi ? Ben venga. Speriamo”.
Seduta al suo stesso tavolo, durante la cena, vi era anche Cinzia Chieppa. La playmaker, classe 1970, delle Stelle Marine degli anni ’80, ha raccontato un episodio particolare, uno di quelli che spesso, fanno dello sport, non solo un mondo speciale, ma anche un veicolo di insegnamento. I suoi ricordi, in modo particolare, si posano là, al campo neutro di Testaccio. Partita contro il San Paolo. Anno 1984. Lei lo descrive in questo modo: “Finale zonale a Roma, per andare a conquistare, le finali nazionali”. Fino a qui, tutto normale. È quando spiega, come sia stata affrontata quella partita, in particolare gli ultimi due tempi di essa, che la particolarità, arriva: “Abbiamo vinto in tre contro cinque, dopo due tempi supplementari”.

Ma cosa significa, conquistare un risultato simile, che poi ha catapultato lei, insieme alle sue compagne di squadra, alle finali nazionali di Senigallia ? La Chieppa lo spiega: “Si vive una situazione estrema. Abbiamo tirato fuori, l’impossibile”.
In quell’occasione, persino gli spettatori piangevano sugli spalti, come lei racconta. E tanti venivano da fuori, sentendo il tifo del pubblico dalla strada e cominciavano a tifare per le Stelle, che erano rimaste in inferiorità numerica, in campo: “Un episodio davvero unico. Sono stati tanti, gli avvenimenti meravigliosi, però quello è stata una cosa talmente unica, che quando noi, ce lo ricordiamo ancora oggi, ci viene la pelle d’oca”. 
È rimasto molto in lei, non solo di questa partita secca, verso le finali nazionali, ma anche tutto il resto del suo percorso, alle Stelle Marine: “La cosa importante è che abbiamo dato e ricevuto reciprocamente, tanto, al di del risultato sportivo”. Un atleta dona se stesso alla Società a cui appartiene ed essa, ripaga questo impegno e amore, per la pallacanestro, mediante momenti e frangenti sportivi, ma anche umani, che per sempre, formano una persona : “Quello che conta veramente poi, sono le relazioni umane – riflette Cinzia Chieppa ammirando la palestra affollata di ex atleti e dirigenti della squadra, concludendo –  la dimostrazione c’è stasera, al di là di tutto quello che c’è dietro lo sport. Appunto proprio, al di là del risultato”.

Anche Manuela Diamanti è molto emozionata, mentre racconta la sua esperienza. Anche lei, come molte sue amiche e colleghe di maglia, ha fatto la trafila in tutto il settore giovanile e quei tre scudetti conquistati, mentre era bambina e mentre cresceva, sia come donna che come atleta, le sono rimasti nel cuore : “Quella è l’emozione più bella, che mi ricordo, qui dentro”. A 13 anni poi, ha fatto il grande salto in serie A2, sempre con le Stelle. Le ha, in seguito lasciate, per poi tornare da adulta e per dare il suo contributo, da campionessa matura. Ecco cosa spiega: “Due anni fa, da grandicella e veterana, sono tornata in serie B e siamo state promosse, anche quell’anno”. Una carriera piena di successi per la Diamanti. Ed il momento del taglio della retina, per la conquista della A2, di allora, è stato l’istante che in mente, le è rimasto impresso, più degli altri: “Il momento più bello di quella finale – confida, continuando – non era scontato che andassimo in serie A2. Ce la siamo giocata proprio, fino all’ultimo. Abbiamo fatto gruppo”. 

Sorride, Manuela. È di consuetudine, sotto il tetto del Pala Assobalneari. La grande famiglia biancoverde è così ed è per questo che i suoi atleti e dirigenti, si sentono in essa, a casa. Per lei, della classe 1977, l’evento celebrativo personale, è stata la partita degli over 30. Lo racconta, in questo modo : “Ho visto un sacco di ragazze, che non vedevo da tempo. Quando ci siamo riviste, è stato come se il tempo non fosse passato – e conclude – è stato divertente”. 
E tutti, restano. Gli atleti della squadra di pallacanestro di Regina Pacis. All’ombra del Cupolone della Chiesa lidense, i loro ricordi vivono, come le loro imprese sportive. E il grande cuore dell’universo femminile, lo farà. Sempre. Con emozione.

Alessandra Giorgi