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Tzunami sul porto turistico di Roma: 4 arresti

Tra le persone destinatarie di ordinanza di custodia cautelare anche il patron Balini. Vincolati beni per oltre 400 milioni

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Il Faro on line – I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti di quella che viene definita dalle forze dell’ordine un’ampia associazione criminale che farebbe capo – sempre secondo gli inquirenti – a Mauro Balini, noto imprenditore e presidente del Porto Turistico di Roma.  Sequestrati beni all’interno del Porto per un valore di oltre 400 milioni di euro. Tra i beni sequestrati nel Porto turistico di Roma, che si trova a Ostia, ci sono posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali. (fonte Ansa)

L’ordinanza del Gip
“Si può plausibilmente ritenere che Balini sia il gestore delle attività economiche e finanziarie facenti capo a una delle strutture criminali insediate nel territorio di Ostia e che costituisca anzi il terminale, apparentemente legale, di quegli interessi criminali”: lo scrive il Gip di Roma Maria Grazia Giammarinaro nell’ordinanza con cui ha disposto l’arresto.

Secondo il gip, questo scenario sidesumerebbe tenendo conto  “dei collegamenti esistenti tra Balini e Cleto Di Maria, coinvolto nell’operazione ‘Nuova Alba’ nonché dagli incontri periodici tra Balini e la moglie di Roberto Giordani, verosimilmente volti a consegnarle le somme di danaro necessarie al suo sostentamento”.

Secondo l’accusa, Mauro Balini, presidente del Porto turistico di Roma e gli altri tre arrestati avrebbero scientemente portato al fallimento la Ati Spa, società che aveva curato la realizzazione del porto e che fino al 2008 era concessionaria dell’infrastruttura, svuotandola completamente dei propri beni e dirottandoli su società riconducibili al patron.

Le accuse
Le indagini della Guardia di finanza del Comando provinciale di Roma sono partite nel 2012, in seguito alla denuncia di una banca tedesca che vantava un credito di 25milioni per un finanziamento concesso alla società. Secondo gli inquirenti, Balini, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti, avrebbe creato un complesso schema societario per distrarre ingenti risorse patrimoniali e finanziarie all’Ati, portandola a un passivo finale di oltre 155milioni di euro.

A finire in manette insieme a Balini: Massimo Amicucci, Edoardo Sodano e Sergio Capograssi, avvocato con studio nella capitale. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Altre nove persone sono state denunciate a piede libero. Trenta le perquisizioni effettuate dalle prime ore del mattino. Sono stati perquisiti anche tre studi professionali: due legali e uno di un commercialista.

Ricordiamo che si tratta di indagini, che ogni posizione dovrà essere vagliata eventualmente in un processo nei tre gradi di giudizio che la legge prevede. Gli arresti sono dunque solo il primo atto di una vicenda che dovrà necessariamente aggiungere altri capitoli prima di dirsi definita e di parlare di condanne.

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