L’Arcivescovo Fabio D’Onorio: ultimo grande Abate dell’Abbazia di Montecassino

20 agosto 2015 | 06:00
Share0
L’Arcivescovo Fabio D’Onorio: ultimo grande Abate dell’Abbazia di Montecassino

In molti a festeggiarlo, 62 anni da monaco Benedettino

Il Faro on line – È nato a Veroli, Diocesi di Frosinone – Veroli – Ferentino, il 20 agosto 1940. Ordinato presbitero il 4 giugno 1966, nominato Abate ordinario di Montecassino il 25 aprile 1983. Eletto alla Chiesa titolare di Minturno il 13 aprile 2004, ordinato Vescovo il 16 maggio 2004. Promosso alla sede arcivescovile di Gaeta il 20 settembre 2007, ha iniziato solennemente il suo ministero nell’Arcidiocesi il 27 ottobre 2007. Membro della Congregazione delle Cause dei Santi, Vescovo delegato per l’Edilizia Sacra e i Beni Culturali della Conferenza Episcopale del Lazio. Questa è la scarna biografia del nostro Arcivescovo, come è pubblicata sul sito ufficiale dell’Arcidiocesi di Gaeta che, indubbiamente, non dà la giusta evidenza al nostro Pastore.

Sono trascorsi 62 anni da quando il tredicenne Fabio D’Onorio si presentò all’Abbazia di Montecassino chiedendo di potersi preparare a divenire monaco benedettino. È stato l’ultimo grande Abate dell’Abbazia di Montecassino, dopo di lui il breve periodo del suo successore e, quindi, la decisione del Santo Padre di dividere i destini della diocesi di Cassino dall’Abbazia, dopo una tradizione millenaria, unendo il territorio alla diocesi di Sora. Per 24 anni il nostro Arcivescovo è stato Abate, dando lustro e fama internazionale alla sua Abbazia e curando la diocesi costantemente, anche con l’indizione di un sinodo diocesano durato circa un lustro.

Il 27 ottobre 2007 è entrato in possesso della cattedra episcopale gaetana e si è dedicato interamente al popolo di Dio a lui affidato da Papa Benedetto XV. In questi otto anni non si è mai risparmiato raggiungendo, ad esempio, le isole ponziane quando le condizioni atmosferiche erano proibitive e non trascurando nessuna parte del suo territorio diocesano. Il patrimonio ecclesiastico è stato manutenzionato e migliorato notevolmente, alcune chiese sono state elevate a Santuari accogliendo le attese dei fedeli, con la fondazione dell’Associazione Amici di Gaeta Città d’Arte ha aperto un capitolo nuovo di salvaguardia del patrimonio gaetano. 

In tale sede un solo esempio: quando si stava ultimando la Chiesa parrocchiale di Vindicio l’Arcivescovo vi si recò in visita per ispezionare i lavori e dissentiva dal costruttore in merito al tetto e quest’ultimo gli replicò che era difficile vedere le prospettive dal basso, ebbene Mons. D’Onorio prese una lunga scala, l’appoggiò a una parete della stessa chiesa e salì sul tetto lasciando l’imprenditore edile a bocca aperta. Nella pastorale ha favorito la rotazione dei parroci, ha organizzato un sinodo diocesano di grande spessore e ha sostenuto le iniziative caricatevoli, a cominciare dalla Caritas e dalla Fondazione antiusura. Il 20 maggio scorso ha presentato le dimissioni al Pontefice, tre mesi prima del suo settantacinquesimo compleanno come previsto dalle norme canoniche. Sarà arcivescovo in carica di Gaeta sino a quando il Santo Padre Francesco non provvederà a nominare il suo successore e questi non prenderà possesso della diocesi.

Sino a quel momento è Arcivescovo a pieno titolo, dopo di che diventerà emerito, lascerà la cattedra episcopale gaetana per entrare… nella storia. Ma considerati il suo dinamismo e la sua preparazione certamente la Chiesa si avvarrà di Lui anche dopo la bolla papale di nomina del suo successore. Perverranno a Mons. Fabio Bernardo D’Onorio gli auguri di tanti, a cominciare dal vicario generale Mons. Giuseppe Sparagna e dal vicario diocesano per il clero don Adriano Di Gesù a nome di tutti gli ordinati e dell’intero popolo di Dio