Pineta di Castel Fusano: fotoracconto della sua bellezza e dei suoi problemi

20 agosto 2015 | 06:30
Share0
Pineta di Castel Fusano: fotoracconto della sua bellezza e dei suoi problemi

Il fotografo Grasso: “Il mio racconto attraverso immagini di grande bellezza e di degrado profondo ha come scopo quello di fare riflettere”

Il Faro on line – Il 19 settembre, presso il Cea, via del Martin Pescatore, 66 a Castel Fusano, alle ore 18.00 sara’ inaugurata la mostra del fotografo Ivano Grasso con installazione di supporto a cura dell’artista Maurizio Regano. Sei pannelli con trenta foto per parlare della Pineta di Castel Fusano, l’area verde più grande di Roma.Testimonianza della sua esistenza ci e’ stata fornita da Virgilio gia’ prima del 50 a.C. La Pineta vicinissima al mare, occupa circa 1.100 ettari circa – equivalenti a 2000 campi da calcio-  tra la citta’ di Ostia e la Tenuta Presidenziale di Castelporziano,  a meno di 5 km dalla foce del Tevere.

La vegetazione è costituita prevalentemente da pini e lecci insieme a ben 455 specie di piante diverse. Castel Fusano è popolata da cinghiali, volpi, istrici, donnole, ricci, talpe, bisce d’acqua, rari insetti e tanti altri animali tipici della macchia mediterranea. La Pineta offre ai romani diverse possibilità di attività ricreative e sportive. La sua vicinanza agli stabilimenti balneari, la sua ricca storia, i suoi benefici ambientali offrono un’opportunità unica. Fino al 2000 la pineta è stata danneggiata dal fuoco – in particolare nel luglio del 2000 un grande incendio ha distrutto più di un terzo della pineta – ma quello che più dispiace è che Castel Fusano è assediata da una situazione  di degrado.

Alcune aree sono state occupate dai nomadi e lo sono ancora, negli anni si sono create vere e proprie discariche al suo interno, attività illegali e prostituzione di vario genere proliferano e sono ben visibili. L’amministrazione comunale  sta conseguendo un certo successo nel controllo degli incendi ma gli sforzi non bastano in relazione alla quantità di problemi che gravano sull’area.

Il fotografo Ivano Grasso aggiunge: “Il mio racconto di Castel Fusano attraverso immagini di grande bellezza e immagini di degrado profondo ha come scopo quello di fare riflettere, di sensibilizzare, con la viva speranza di arrivare a risposte concrete, coerenti, efficaci per la risoluzione dei problemi ambientali che gravano sulla nostra amata Pineta.
Il rilancio turistico del Litorale è necessario che abbia  tra le priorità decisi interventi a contrasto del degrado”.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 19 ottobre, negli orari di apertura del Cea: lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 9.30 alle 12.30. Ivano Grasso, nato a Roma, dopo aver conseguito il diploma di Perito Commerciale ha proseguito i suoi studi a Milano presso il Riccardo Bauer ed a Londra presso la Westminster University dove ha ottenuto la qualifica di fotografo professionista e la specializzazione nel campo della ritrattistica. Ha trascorso i successivi 15 anni negli Stati Uniti dove ha lavorato trasversalmente nel campo della fotografia visitando oltre 30 paesi collaborando con prestigiose agenzie pubblicitarie, case di produzione, riviste internazionali, designers ed artisti vari come: Charlotte Ronson, Marshad Technology Group, Interview Magazine, Tar, Il Corriere della Sera, Dove, Dove Casa, I Viaggi del Sole, Gulliver, Nylon, Paper, Italian, Vogue, Cattleya, Cinergy Pictures, Pyramid Film, CWtv, R.C, Godfrey Reggio and Matthew Barney Studio.
Ivano attualmente vive e lavora tra Roma, Milano e New York collaborando principalmente con società di produzione fotografica e video ad alcune Non-Profit internazionali.Alcuni progetti più recenti includono la direzione della fotografia per il Cinema, TV e Web Spot.

Maurizio Regano vive e lavora a Roma. Inizia come autodidatta. Carattere introverso, saldo ai suoi principi esplorativi, si occupa di arte da sempre. Dopo una lunga stagione di studio e di disegno accanito, ha conosciuto la liberazione del gesto, quella che nacque dall’angoscia di Pollock o di Franz Klein. Svolge un’intensa attività di ricerca  cercando  di sondare ed interpretare i temi più sentiti del nostro tempo: la guerra e i suoi orrori, il disagio psichico, l’ambiente e il degrado delle metropoli.
I suoi lavori sono in gran parte realizzati con materiali poveri d’uso comune, di recupero o di ispirazione naturale. È presente sul panorama nazionale con mostre personali e collettive. Nel 2011 ha vinto il X° Premio Biennale d’Arte Contemporanea Torre Strozzi dove ha realizzato un’importante installazione.
Regano ha la capacità di coinvolgimento attraverso un flusso energetico che supera i confini, a volte stretti dell’arte, per svilupparsi nel vissuto di ognuno di noi.