Scioglimento del Consiglio Comunale e nomina del Commissario Prefettizio

10 settembre 2015 | 15:30
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Scioglimento del Consiglio Comunale e nomina del Commissario Prefettizio

Gerardo Stefanelli: “Oggi metto la parola ‘fine’ sulla mia prima esperienza da Consigliere”

Il Faro on line – “Oggi metto quindi la parole ‘fine’ sulla mia prima esperienza da Consigliere Comunale, e’ finita intorno alle ore 16 del 9 settembre quando il Messo comunale mi ha notificato il decreto di scioglimento del Consiglio Comunale, con la nomina del Commissario Prefettizio chiamato a guidare l’Ente fino alle prossime elezioni” – queste le parole di Gerardo Stefanelli, ormai ex Consigliere Comunale del Pd.

“Tempo di bilanci, e tempo di verità – prosegue Stefanelli – innanzitutto è stata un’esperienza davvero formativa, perché mi ha consentito di conoscere da vicino la macchina amministrativa del comune di Minturno, il personale, e i tanto chiacchierati ‘usi e costumi’, stratificatisi negli anni per diventare ‘consuetudini’ (spesso cattive). Sono stati tre anni in cui ho svolto il mio mandato con piena libertà .A costo di confermare, o anche alimentare, la mia nomea di antipatico, ostico, pedante, arrogante, ho sempre detto quello che pensavo, senza paura di creare inimicizie, senza timore di ‘pestare i piedi’ a qualcuno”.

“A viso aperto e senza demagogia, – afferma l’ex Consigliere del Pd –  non mi sono mai sottratto al confronto con i colleghi di maggioranza, indicando possibili soluzioni, segnalando opportunità e percorsi amministrativi attuabili. Raramente questo confronto ha portato frutti, a causa della sistematica e ossessiva chiusura da parte dell’Amministrazione. Altre volte invece sono stato io a chiudere, ed è stato soprattutto quando, più volte, mi è stato proposto di ‘entrare’ in maggioranza e magari provare a ‘guidare’ politicamente i miei colleghi più giovani, ho sempre rifiutato, nettamente”.

“Ma al di là della mia esperienza in Consiglio, – prosegue Stefanelli – è tempo anche di valutare questo triennio per la nostra comunità. Il bilancio mi appare fortemente negativo: nessun passo in avanti, diversi indietro. Un territorio sempre più fuori da ogni controllo e ogni regola, dove ognuno si sente in diritto di alzarsi una mattina e costruire un chiosco dove gli pare, o di appropriarsi di uno spazio per farne un parcheggio abusivo. Tutto in un silenzio assordante dell’opinione pubblica e dei partiti tradizionalmente legalitari”. “Già! Quelli che parlano sempre dopo, senza mai fare ‘nomi e cognomi’. Loro, – scandisce Gerardo Stefanelli – i migliori alleati del potere che da decenni imperversa in questo territorio”.

“Un territorio dove i servizi pubblici sono gestiti dal Comune con un livello qualitativo da anni 70, – prosegue con forza l’ex Consigliere – con una macchina amministrativa ancora totalmente scollegata dal mondo esterno e impenetrabile a qualsivoglia innovazione ‘moderna’ a favore di cittadini ed imprese. A puro titolo di esempio, mentre altrove si ottimizzano costi e risultati, da noi la raccolta dei rifiuti costa oggi circa 1/3 in più di 3 anni fa, ed è sempre nello stesso, ‘puzzolente’ stato. E qui sale un gusto amaro, – incalza Stefanelli –  un misto di sgomento e rabbia, perché lo sapevamo… era tutto chiaro già nel 2012”.

“Sapevamo che non poteva e non doveva essere la nostalgia il sentimento più giusto per guidare il nostro paese nel futuro, – spiega l’ex consigliere Stefanelli –  avevamo detto che era necessario cambiare: cambiare forse gli uomini, ma sicuramente la mentalità. Avete, abbiamo invece scelto il condottiero ‘esperto’ e rassicurante, forse pensando che con lui sarebbero ritornati i bei tempi andati dell’economia e del turismo, le casse comunali piene, magari gli anni 80 con la Lira, i paninari e i Righeira. E oggi che anche Paolo Graziano ha fatto un passo indietro… l’uomo che è stato per decenni il miglior conoscitore dei nostri compaesani, il miglior interprete del carattere e dei desideri del minturnese ‘medio’, che lezione ne tiriamo fuori?”

“Io, nel mio piccolo, – conclude Gerardo Stefanelli – resto ancora più convinto di ciò che mi appariva ed appare semplice ed evidente: abbiamo bisogno di un ‘cambiamento collettivo’. Dobbiamo cambiare come collettività… partendo dal ‘volere bene’ al nostro paese, e non voler bene soltanto a noi stessi e i nostri interessi. Se questa lezione, la lezione di questo triennio, sarà recepita davvero, allora potremo guardare al futuro con una discreta speranza. In caso contrario potremo serenamente e immutatamente continuare a lamentarci.Lamentarci dell’amministrazione, delle tasse, dei disservizi, dell’afa e delle piogge, dei vicini di casa e dei turisti, al bar e su facebook… Insomma, potremo scegliere di continuare ad essere i cittadini che siamo sempre stati”.