Inquinamento, Volkswagen nella bufera

22 settembre 2015 | 12:42
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Inquinamento, Volkswagen nella bufera

Il Faro on line – Volkswagen nella bufera negli Stati Uniti. L’amministrazione Obama, ha accusato la casa automobilistica tedesca di aver ingannato le autorità americane violando le norme antismog in vigore negli Usa. E per questo ora il gruppo rischia di pagare un prezzo salatissimo. Il Wall Street Journal parla di una maxi-multa di almeno 18 miliardi di dollari.

Oltre all’onere di ritirare dal mercato americano circa mezzo milione di auto vendute dal 2008 ad oggi, tra modelli Volkswagen ed Audi. Un ritiro che’ è stato ordinato dall’Epa (Eviromental Protection Agency), l’agenzia federale per la protezione ambientale. Dunque, l’ennesima offensiva dell’amministrazione Usa contro i colossi dell’auto, dopo la stangata su General Motors che ha patteggiato la cifra di 900 milioni di dollari per chiudere definitivamente l’indagine penale sulle sue auto difettose, che avrebbero provocato oltre cento vittime. Mentre lo scorso anno era stata Toyota ad essere costretta a pagare 1,2 miliardi di dollari.

L’Epa, nel dettaglio, accusa Volkswagen di aver intenzionalmente utilizzato un sofisticatissimo software progettato per aggirare i controlli sulle emissioni inquinanti dei propri veicoli. Software installato sulle centraline dei motori 4 cilindri diesel in grado di attivarsi automaticamente solo quando l’auto sta effettuando un test anti-smog, e in grado di abbattere drasticamente le emissioni. L’accusa dell’Epa è quindi quella di aver violato le norme del Clean Air Act. “Ricorrere a un congegno teso a eludere gli standar fissati nella legge federale e’ un atto illegale e una minaccia per la salute pubblica”, attacca l’agenzia, che accusa la Volkswagen di aver violato anche le norme sulla leale concorrenza. Sara’ il prosieguo delle indagini a rivelare l’entita’ delle violazioni del gruppo di Wolfsburg. In particolare i modelli nel mirino sono tutti diesel: dalla Volkswagen Jetta, alla Beetle, alla Golf, passando per la Passat. Ma anche l’Audi 3.

Volkswagen ha ammesso di aver violato le norme antismog in Usa e il titolo è immediatamente affondato in borsa, perdendo fino al 22% sul listino di Francoforte. Si tratta del crollo più forte mai registrato dal 2008, e il costo per i soci del colosso dell’auto tedesca alla fine è di 12,9 miliardi. Una drammatica giornata sul mercato azionario che riflette bene anche il ‘trauma’ nazionale e che si conclude prima delle indiscrezioni che vogliono gli Usa pronti ad avviare un’azione penale nei confronti del gruppo di Wolfsburg. Sono tanti i tedeschi esterrefatti, nell’apprendere di questo eclatante aggiramento delle norme. 

Ora il colosso tedesco riunirà in emergenza il consiglio di sorveglianza per decidere la linea da tenere. L’indignazione però è generale: la Casa Bianca si dice “abbastanza preoccupata” per le azioni del gruppo. E mentre il governo tedesco non ha voluto commentare, in Italia Rete Consumatori ha già annunciato una class action ed il Codacons si è detto pronta ad azioni collettive e richieste di danni miliardarie, se si riscontreranno anomalie anche sul mercato italiano. Un calcolo teorico – in base alla cifre disponibili – porta poi Spiegel on line a concludere che Vw potrebbe essere chiamata a pagare fino a 18 miliardi di dollari di sanzioni (se si seguisse il criterio di dover versare 37.500 dollari per ogni auto venduta). La collaborazione mostrata da Winterkorn dovrebbe però ridurre di molto l’importo: secondo alcuni analisti Vw potrebbe essere chiamata a pagare 1 miliardo di dollari.