Raddoppio Aeroporto, le ragioni del fronte del “No”

24 settembre 2015 | 10:30
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Raddoppio Aeroporto, le ragioni del fronte del “No”

le dichiarazioni di: Montino, Agostini, Calcaterra, Palumbo, Valeriani, Cervellini, Minucci, Petrillo, Bonanni, ComitatoFuoriPista

Il Faro on line – “Altro che indispensabile, è impensabile il raddoppio a nord dell’aeroporto di Fiumicino. E il ritornello del Presidente dell’Enac Vito Riggio, che suona a intervalli regolari, e’ davvero sfiancante. Intanto perché il gestore pubblico dovrebbe sottolineare la necessita’ di una riorganizzazione di Fiumicino. Nella logistica, nella viabilita’, con interventi infrastrutturali sul sedime esistente, con nuovi finger e moli. L’aeroporto va ammodernato attraverso una ristrutturazione profonda. E nel conteggio del costo degli investimenti dopo il decreto Monti non possono esserci anche i costi della manutenzione ordinaria e straordinaria. Quelli costituiscono un obbligo contrattuale.
L’Enac dovrebbe pretendere con i nuovi investimenti un profondo e radicale miglioramento su quello che già esiste e che comincia pericolosamente a subire il peso degli anni. Non è un caso che Londra Heatrow, che ha 80 milioni di passeggeri all’anno, contando solo due piste, sviluppi il doppio dei passeggeri di Fiumicino. Parlo di un obiettivo realizzabile, sempre che ci sia la volontà di farlo.

Questo territorio già vive quotidianamente sulla propria testa aerei che sfiorano le case di Fregene o le abitazioni di Focene, Fiumicino e Isola Sacra. E non può accettare di essere terra di conquista a scapito della salute, dell’ambiente, dell’agricoltura e dei residenti. Si continua a parlare di un’opera faraonica, di una colata di cemento chiamata raddoppio, per non incorrere nell’Antitrust, ma la realtà è che si vuole realizzare un secondo aeroporto attaccato al primo. E senza passare per una gara europea, così come previsto dalle normative. Per non parlare della partita legata agli espropri.
I Benetton hanno acquistato dall’Iri per 91 miliardi di lire nel 1998 circa 3500 ettari di terreno a Fiumicino nord. Proprio dove si vorrebbe costruire il secondo aeroporto, su una parte di quelle terre, si vogliono espropriare 1000 ettari di proprietà di chi ha la concessione aeroportuale. Parliamo di un valore stimato intorno ai 250mila euro ad ettaro. Con l’esproprio di meno di un terzo dei terreni comprati per circa 47 milioni di euro se ne ricaverebbero circa 250 milioni. Un vero affare, una plusvalenza enorme.

Riggio continua poi a parlare di boom di passeggeri, ma siamo molto lontani dai 100 milioni, anche perché, secondo gli stessi dati dell’Enac i 39 aeroporti italiani, compresi Ciampino e Fiumicino, nel 2014 hanno sviluppato meno di 150 milioni di passeggeri. È come se l’idea di Riggio fosse quella di chiudere una buona parte degli aeroporti italiani e dirottare i due terzi dei passeggeri che transitano in Italia tutti su Fiumicino. Da parte mia resto convinto che sia necessario un secondo aeroporto in questa Regione, soprattutto dedicato ai voli low cost. Allora la nostra scelta ricadde su Viterbo e resto convinto fosse una buona scelta. Ma non avendo alcuna preferenza o preclusione, credo che la Regione oggi e il Ministero possano programmare un secondo scalo in qualsiasi altra provincia del Lazio” – dichiarazione del sindaco di Fiumicino, Esterino Montino

Il consigliere regionale del Partito Democratico Riccardo Agostini: “L’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino, rilanciato oggi dal presidente dell’Enac, Vito Riggio, è una pessima idea, alla quale anche l’Amministrazione Comunale e il Pd di Fiumicino si oppongono. Un’operazione che lascia interdetti per la sua scarsa utilità e per il consumo di territorio che produrrebbe, oltretutto in una zona dall’alto valore naturalistico e agricolo. Studi comparati sui maggiori scali aeroportuali europei, che Riggio certamente conosce rivelano che non c’è automatismo tra dimensioni e numero di piste e traffico di passeggeri. Aeroporti ben più trafficati (Londra Heathrow, Francoforte, Parigi Cdg) hanno dimensioni e numeri di piste uguali a Fiumicino, sviluppando volumi e movimenti doppi rispetto al principale scalo romano.

L’ideale sarebbe risolvere tutte le disfunzioni che non consentono all’aeroporto di Fiumicino di sfruttare al massimo le potenzialità delle infrastrutture già esistenti. Far leva sull’idea di sviluppo e aumento dell’occupazione, che in questi anni a Fiumicino è drasticamente diminuita nonostante l’aumento del traffico, è uno specchietto per le allodole: il numero degli addetti ai servizi aeroportuali è connesso al volume di traffico e non al numero di terminal, piste e parcheggi costruiti.
Il traffico passeggeri della sola Fiumicino raggiungerà in pochi anni 50 milioni di passeggeri ed è prevista una crescita del mercato dell’area mediterranea fino a 400 milioni di arrivi annui nel 2025. Sono risultati raggiungibili senza l’inutilmente faraonico progetto di raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino, ma valorizzando al massimo le strutture già esistenti”.

Il segretario del Pd di Fiumicino, Stefano Calcaterra risponde al presidente Enac Vito Riggio: “Chiedo al Ministro Graziano Delrio di superare definitivamente la scellerata ipotesi di raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino, una vera e propria speculazione finanziaria a danno dei cittadini che vivono nel Comune di Fiumicino, a danno degli agricoltori e a danno della riserva del litorale romano, a danno degli italiani. Chiedo esattamente l’opposto di quello che chiederà ancora una volta il Presidente di Enac Vito Riggio nell’incontro che si terrà domani con il nostro Ministro come dichiarato dallo stesso sulla stampa. Vorrei dire a Riggio che di imprese faraoniche, di numeri tirati fuori ad arte e di evidenti speculazioni come questa e di esempi di colate di cemento, dai lati molto oscuri se ne sono già visti abbastanza nel nostro Paese e che non è vero come dice Riggio, che fare Fiumicino2, rappresenti un vero sviluppo sia in termini di ricchezza reale del paese che in termini di crescita occupazionale.

Stiamo perdendo migliaia di posti di lavoro dal 2008, a maggio in poco meno di 5 ore è andato in fumo il terminal 3. Oggi come già da ieri, bisogna fare gli investimenti strutturali per sviluppare Fiumicino Sud. Invece di pensare al cemento, agli alberghi e a mantenere i voli Low Cost a Fiumicino per aumentare il numero di passeggeri utili a chi vuole questo scempio, consiglierei di pensare allo sviluppo industriale e dei servizi dello scalo aeroportuale che già esiste e di trovare soluzioni immediate a chi il posto di lavoro lo ha già perso. Nel Lazio abbiamo bisogno di un altro aeroporto che si occupi dei voli Low Cost e liberi l’attuale aeroporto di Fiumicino di essere finalmente l’Hub Internazionale che merita l’Italia. Invito la Regione Lazio a prendere presto la decisione sulla necessità di fare un nuovo aeroporto per i Low Cost, scegliendo una locazione diversa da Fiumicino”.

Il delegato alle Attività Produttive e consigliere della Città Metropolitana di Roma Marco Palumbo: “E’ oramai ampiamente noto, ma vale la pena ribadire ancora una volta, in modo che anche il ministro Delrio ne sia nuovamente informato, che vi è una chiara posizione del gruppo dirigente e degli eletti del Pd del territorio contraria alla scellerata ipotesi di allargamento dell’aeroporto di Fiumicino. Non è nemmeno il caso di ricordare al dottor Riggio che tale previsione si fonda su numeri mirabolanti nonostante i quali lavoratrici e lavoratori, a causa di politiche e scelte imprenditoriali sbagliate, continuano a perdere il posto di lavoro, dall’Alitalia al suo indotto, dalla vicenda di Groundcare ai lavoratori della Ams di questi giorni, e chi sa a quali handlers toccherà nei prossimi mesi.

È chiaro quindi a tutti che senza un rilancio di una politica di sviluppo industriale ci troveremo ancora nel prossimo futuro a parlare di queste drammatiche vicende. Ma in questo contesto è necessario ricordare che le ipotesi di allargamento ulteriore dell’aeroporto verso Fiumicino Nord insisterebbero su un territorio di 1.300 ettari totalmente ricompreso nella Riserva del Litorale, nel quale lavorano centinaia di piccole, medie e grandi aziende che impiegano migliaia di lavoratori.
Cosa ne sarebbe di loro? Nella nostra Regione abbiamo bisogno sicuramente di uno sviluppo infrastrutturale dell’aeroporto ma questo deve avvenire partendo da un ammodernamento all’interno del sedime attuale, ovvero portando avanti il solo progetto Fiumicino sud, necessario e sufficiente a rendere lo scalo più efficiente e competitivo. Di lavoratori che perdono il proprio posto di lavoro il territorio di Fiumicino ne ha visti già troppi, ora è il caso di dire basta”.

Massimiliano Valeriani, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio: “L’ampliamento dello scalo di Fiumicino previsto dal Piano Nazionale degli Aeroporti approvato dal governo Monti presenta molte criticità: l’Amministrazione regionale, infatti, ha chiesto formalmente l’apertura di un tavolo tecnico con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme ai Comuni interessati, per verificare la reale fattibilità del progetto Fiumicino nord. Invece di procedere alla realizzazione della quarta pista è opportuno intervenire sull’efficienza e la qualità dei servizi offerti dall’attuale aeroporto: attraverso una migliore gestione dell’infrastruttura sarà possibile assorbire il previsto incremento dei passeggeri e garantire prestazioni adeguate per un grande scalo internazionale. Va risolto, inoltre, il nodo dei voli low cost, che non possono essere destinati a Fiumicino: diventa fondamentale pertanto valutare con il Ministero e le realtà coinvolte soluzioni alternative in grado di soddisfare le varie esigenze”.

Il deputato Pd, Emiliano Minnucci: “Ho letto con attenzione le parole del Presidente di Enac, Vito Riggio, riguardo i progetti di ulteriore ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino ed il suo auspicio di conferma da parte del Governo dei lavori per Fiumicino 2 e ritengo sinceramente inutile discutere oggi un piano per lo scalo nord, quando è ancora da terminare il ciclo di interventi su Fiumicino sud e viste le evidenti carenze organizzative emerse nel corso degli scorsi mesi.
Stiamo infatti parlando della cementificazione di ben 1.300 ettari di terreni agricoli, tra i più fertili della regione. Un vero e proprio polmone verde che vede la presenza di numerosissime aziende agricole che si vedrebbero improvvisamente costrette a chiudere.”– ha continuato Minnucci

Un progetto di cui bisognerebbe valutare onestamente l’utilità. Credo infatti che vada fatta una seria riflessione sulla possibilità di utilizzare i finanziamenti previsti per portare avanti un’opera di ammodernamento serio del principale scalo nazionale, in modo da renderlo realmente competitivo con i principali hub internazionali.
Basti pensare che l’aeroporto di Londra-Heathrow, conta 80 milioni di passeggeri all’anno – il doppio di Fiumicino – utilizzando solo due piste. Numeri che fanno riflettere e che bisognerebbe dimostrare prima di tutto di saper gestire”.

I consiglieri comunali, Antonio Bonanni e Angelo Petrillo: “Ci auguriamo davvero che quella di Riggio sia solo un’uscita di cattivo gusto. Il gruppo di Sel al Comune di Fiumicino crede da sempre che lo sviluppo dell’aeroporto non sia legato al raddoppio. Ragionare in quest’ottica significa avere la ferma intenzione di raddoppiare le inefficienze e i disservizi. Bisogna intervenire sul sedime esistente per rendere uno scalo inadeguato un hub internazionale degno di questo nome. La realtà è che solo intenti speculativi sono dietro alla scelta del raddoppio, è un obiettivo per fare cassa negli esclusivi interessi del gestore privato.
Senza parlare dei danni che ne deriverebbero per la salute dei cittadini, degli agricoltori e dei danni ambientali in piena Riserva naturale statale del litorale. Sarebbe invece il caso di fare un serio studio epidemiologico con l’ausilio dell’Arpa per capire le pesanti ricadute dell’aeroporto sul nostro territorio. Siamo contrari da sempre a sciagurate ipotesi di devastazione ambientale e lo abbiamo dimostrato con atti di indirizzo e mozioni presentate in Consiglio comunale, oltre a interrogazioni e interpellanze presentate a livello parlamentare”. 

Comitato FuoriPista: “Il massimo responsabile di Enac Vito Riggio, in data odierna ha dichiarato che domani si recherà dal ministro Graziano Delrio per avere l’assenso sul raddoppio dell’aeroporto intercontinentale “Leonardo da Vinci.
La nostra posizione è ben nota, siamo contrari al raddoppio dell’aeroporto, siamo favorevoli ad una riorganizzazione e ristrutturazione dell’attuale aeroporto, utilizzando anche a tal fine le aree libere che insistono all’interno dell’attuale sedime.
Riteniamo che il Ministro, prima di pronunciarsi in materia, abbia il dovere politico e morale di ascoltare con attenzione le motivazioni addotte dal Sindaco di Fiumicino e dalle associazioni locali che da anni esprimono ferma contrarietà al raddoppio dell’aeroporto.

Il silenzio tombale delle massime autorità politica della Regione Lazio è preoccupante, non comprendiamo perché il Presidente Zingaretti non tenga fede agli impegni presi al momento della sua elezione e nel contempo non faccia proprie le richieste avanzate dalla dirigenza amministrativa della stessa Regione nel corso della Conferenza Stato-Regioni che doveva esaminare il nuovo Piano Nazionale degli Aeroporti.
Come è noto, il Comitato FuoriPista si è sempre dichiarato a favore di un aeroporto efficiente e non più grande e si augura che Fiumicino possa realmente diventare un vero hub intercontinentale.
Ma perché ciò avvenga è necessario trasferire i voli low cost in un aeroporto a ciò dedicato- come peraltro richiesto anche da Ethiad-Alitalia e realizzare effettivamente gli investimenti in programma senza ulteriori e compiacenti rinvii. 

Non vorremmo che nel bailamme generale qualcuno arrivasse a sostenere che proprio a causa del malfunzionamento dell’attuale aeroporto è necessario costruirne uno nuovo di zecca, magari accanto a quello vecchio, raddoppiandolo, e magari affidandolo in concessione proprio agli stessi che hanno ridotto il Leonardo da Vinci nelle attuali condizioni. Facendo felice una unica famiglia, quella dei Benetton  al centro di un bel conflitto di interessi che li vede contemporaneamente, mediante Atlantia e AdR, ente espropriante  che con soldi pubblici  ricompenserebbe se stessi  per l’esproprio  di circa  900 ettari dei terreni di cui sono proprietari proprio in zona raddoppio”.