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Fiumicino e il Piano regolatore dimenticato

Per superare i vincoli e dare respiro al Prg vanno fatte  le opere prescritte, intervenendo con un crono-programma per la mitigazione del rischio e la messa in sicurezza

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Il Faro on line (Appunti di viaggio) – C’è uno strumento di cui oggi si parla poco, anzi quasi nulla, ma che al suo interno comprende ogni declinazione possibile dello sviluppo di un territorio. In sé racchiude, e anticipa, ogni cantiere, qualunque inaugurazione, qualsiasi sviluppo. E’ il piano regolatore, che per sua natura dovrebbe favorire lo sviluppo di un territorio definendo investimenti ed obiettivi.

Pochi giorni fa l’Amministrazione ha proposto un’iniziativa per quella che dovrebbe essere un’importante opera pubblica per la città. L’auditorium della ex centrale Enel che, se e quando sarà realizzato, si candida ad essere finalmente quel luogo di aggregazione e cultura che manca da sempre in questo territorio. Un progetto molto bello, che deve necessariamente essere al servizio di un contesto ampio.

Proprio quel contesto previsto dal Prg approvato nel 2006 e rimasto, in gran parte, lettera morta. Anzi, costosa più che morta. Perché gran parte di quello sviluppo abitativo e commerciale è stato bloccato dai vincoli via via arrivati a Fiumicino.

Il nostro è un territorio fragile. Lo sapevano i nonni bonificatori, lo sanno molti professori che puntualmente si fanno pagare profumatamente studi che dicono, in maniera che a molti appare allarmistica ed esagerata, che il nostro territorio ha un regime idraulico a rischio. Ma va?! In una zona che prima della bonifica era una palude sembra ovvio.

Però  questa ovvietà non ha fermato 80 anni fa la voglia e l’ambizione di far sviluppare questo territorio e farlo progredire. E questo neanche adesso deve essere un alibi od un freno. Come? Basta fare le opere prescritte, intervenendo con un crono-programma per la mitigazione del rischio e la messa in sicurezza. Pulizie dei canali, argini, idrovore, reti di smaltimento delle acque chiare, regolamenti edilizi rigorosi e applicati, controlli puntuali del territorio. A partire dai grandi, stavolta, invece che dai piccoli. E poi a scendere, fino all’ultimo lotto.

Programmare queste opere costa forse meno di un Auditorium, ma permette alla popolazione di vivere in sicurezza e permette di poter realizzare quei progetti di sviluppo che da vent’anni sono stati programmati dalla politica. Su questo si misurerà il successo o no dell’attuale Amministrazione.
Angelo Perfetti
 

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