M5S, una buona cosa gestita male

10 ottobre 2015 | 07:55
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M5S, una buona cosa gestita male

”Fuori i politicanti dalla scuola”

Il Faro on line – ”Lu Xun, scrittore cinese, chiude il suo ‘Diario di un pazzo’ con il protagonista che grida a squarciagola ‘salvate i bambini, salvate i bambini’; ecco noi chiediamo questo alla nostra società civile: fuori la politica dalla scuola, non aggrediamo i bambini. Speravamo di non dover intervenire in questo dibattito assurdo, dove la politica si mischia al protagonismo personale e all’ignoranza, il tutto ai danni dei bambini e dell’istituzione scuola ma forse un piccolo intervento chiarificatore può servire” – dichiara il Movimento 5 Stelle, Mu Ladispoli

”L’intervento -, continuano dal Movimento – fatto solo sulla base delle informazioni assunte e cercando di essere il più obiettivi possibili: sicuramente è stata gestita male l’intera vicenda: caro Prof. Agresti la scuola, almeno quella pubblica, non può essere considerata come un ristorante dove se non ti piace il menù vai da un’altra parte… Le decisioni che la riguardano devono essere prese nel modo più partecipato possibile, senza chiaramente intaccare l’autonomia scolastica. È triste dunque sapere che il consiglio d’istituto che ha approvato il corso di romeno è stato fatto soltanto lunedì 5 ottobre, ossia dopo l’inizio della vicenda e che durante questo consiglio, su 4 genitori presenti, 3 hanno votato contro l’adozione del corso. Forse era il caso di farlo prima questo consiglio? Forse era il caso di condividerla meglio questa decisione?”

”Visto ormai che ci siamo -, insistono i M5S – come mai nessuno si è lamentato del fatto che il 2 ottobre i ragazzi delle scuole medie hanno perso oltre tre ore di lezione per andare a sentire un “onorevole” del Partito Democratico? Proprio quel partito che, con i tagli ai finanziamenti alla scuola che ha effettuato, è tra i principali imputati della impossibilità di avere un corso di lingua aggiuntivo, qualsiasi lingua sia. Tagli che renderanno difficile anche la didattica, riducendo al minimo la possibilità di sostituire insegnanti e bidelli assenti. La prossima volta inviterà Totò Riina per parlarci della lotta alla mafia?”

”Nel merito – sottolineano nel comunicato – ci sembra che questo non è un vero corso di lingua romena: poche ore e in poche classi non possono farlo considerare un corso di lingue come noi siamo abituati a vedere nelle aule scolastiche pubbliche e private. Il fatto che non sia un vero insegnamento di lingua romena ce ne dispiace tantissimo, essendo ormai notorio che l’apprendimento di più lingue migliora le capacità cognitive nei bambini. Una persona non informata potrebbe dire: ‘non sarebbe meglio fare inglese o spagnolo?’… Certo che sarebbe meglio (anche per i bambini rumeni che studiano con i nostri) ma se il Governo non stanzia i fondi per fare questi corsi che cosa possiamo fare?”

”Queste famigerate ore ‘obbligatorie’ – spiegano i M5S – non tolgono spazio alla didattica tradizionale, è come se fosse un corso di avvicinamento verso un mondo che è rappresentato dal 10% della popolazione della nostra città. Ladispoli è ormai una città multietnica e questo può portare solo ricchezza culturale: lo sanno bene i bambini che quando giocano con i loro coetanei non si chiedono se siano italiani o stranieri. I bambini non si creano problemi come noi adulti e questo ci basta per essere favorevoli all’insegnamento di qualsiasi altra lingua o cultura, purché ciò non sia ovviamente fatto a deprimendo della nostra”.

Un piccolo messaggio a Salvini e ai suoi adepti ladispolani da M5S: ”Alle scuole di Ladispoli, invece di mandare ispettori, mandi un bell’assegno dei suoi soldi personali! Faccia come i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana del Movimento 5 Stelle, che hanno preso parte del proprio stipendio ed hanno fatto costruire una strada laddove quella pubblica era bloccata per mancanza di fondi (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/31/sicilia-dopo-il-crollo-del-viadotto-inaugurata-la-strada-finanziata-da-deputati-m5s/1923510/) o ancora meglio come fece Beppe Grillo che donò i soldi risparmiati dalla campagna elettorale alla scuola terremotata di Mirandola”.

”In conclusione -. ricordano i M5S – ribadiamo che i bambini e la scuola non devono essere strumento di propaganda politica, bensì di impegno fattivo e condiviso per il bene delle future generazioni”.