Trombe e corni dell’antica Europa

10 novembre 2015 | 15:45
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Trombe e corni dell’antica Europa

Convegno e concerto a Viterbo dall’ 11 al 14 novembre

Il Faro on line – Nuova tappa italiana per le attivita’ dell’Emap (European Music Archaeology Project) e nuove, “sonanti” evidenze della rete di relazioni culturali che attraverso la musica e gli strumenti musicali ha unito le civilta’ dell’Europa migliaia di anni prima che nascesse la realta’ dell’Unione Europea. A Viterbo (Università della Tuscia, Aula Magna del complesso storico di S. Maria in Gradi, 11-13 novembre), il convegno scientifico Brass Instruments from Ancient Europe promette di trasformarsi in vera e propria “kermesse”, riunendo e presentando tutte le ricerche effettuate, le conoscenze accumulate, gli esemplari di alto livello prodotti all’esterno e all’interno del progetto, che è giunto ormai a metà del suo quinquennale percorso, nel segmento dedito ad analizzare, ricostruire e ri-suonare gli strumenti a fiato – a bocchino, in metallo e non solo – anticamente diffusi tra la Scandinavia e il Sud Europa, l’Ancient Brass Project.

Riflettori accesi e orecchie aperte, quindi, sullo “spaventoso” carnyx dei Celti, lungo quasi 2 metri e sovrastato da una fiammeggiante campana zoomorfa. A Viterbo si incontreranno quello “di Tintignac” ricostruito da Jean Boisserie con il sostegno della municipalità di Naves e quello “di Sanzeno”, opera di Alessandro Ervas e sostegno a cura della Soprintendenza per i beni archeologici di Trento, realizzati – dopo una lunga fase di studi e analisi di laboratorio – a partire dai ritrovamenti effettuati negli omonimi siti archeologici.Vengono ora affidati alle tecniche esecutive e alla creatività dei musicisti, e in particolare di due specialisti, John Kenny nel primo caso e Ivano Ascari nel secondo. A John e Patrick Kenny spetterà poi il compito di soffiare nuova vita nel lituus, la maestosa tromba degli Etruschi, adottata anche dai Romani, grazie alle due repliche appena ultimate dall’artigiano-scienziato John Creed, che si affiancano a quelle create in passato dall’archeomusicologo Peter Holmes, oggi direttore scientifico dell’Ancient Brass Project.

La tre-giorni viterbese offrirà poi la possibilità di vedere ed ascoltare – suonati da Gaetano Delfini e Daniele Ercoli – altri strumenti condivisi tra Etruschi e Romani, come cornu e tuba. E ci sarà spazio anche per la salpinx della tradizione greca, la tromba celtiberica in terracotta “di Numanzia”, l’iconico lur in uso tra le popolazioni baltiche e scandinave, la tromba irlandese di Loughnashade. In un viaggio a ritroso che oltrepassa le Età del Ferro e del Bronzo per risalire fino ai primi strumenti musicali a bocchino – conchiglie e corni a cui darà fiato Alberto Morelli – diffusi in Europa almeno a partire dal Neolitico, alcune migliaia di anni prima di Cristo.

Trombe e corni dell’Antica Europa, l’evento-performance previsto a margine del convegno, il 14 novembre a Viterbo, (Auditorium di S. Maria in Gradi, ore 21) offrirà ancora una preziosa occasione per ascoltare “dal vivo” i risultati del lavoro svolto dagli artisti – a integrazione di quello impostato dagli archeologi e dagli scienziati – che si esibiranno da soli e in forma di ensemble per restituire finalmente una voce a questi strumenti.  Coordinato dal Comune di Tarquinia, nel cuore dell’Etruria, l’EMAP ha creato un network di istituzioni, studiosi, artisti di sette diversi paesi europei per sviluppare un programma di ricerche, ricostruzioni, workshop, conferenze, concerti, pubblicazioni e  programmi didattici che culminerà nella mostra multimediale, interattiva e itinerante ARCHÆOMUSICA – Exploring the Sounds and Music of Ancient Europe, in cui confluiranno i lati scientifici e quelli più “spettacolari” dell’intero progetto. Il cui scopo principale resta quello di catalizzare il crescente interesse per gli studi musicali in ambito archeologico e di imprimere nuovi impulsi a un campo d’indagine interdisciplinare affascinante, essenziale per comprendere appieno il ruolo svolto dalla musica nelle società antiche, ma ancora poco valorizzato.