Canili, Santori: “Una società di capitali non può garantire il benessere dei cani”

12 novembre 2015 | 07:00
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Canili, Santori: “Una società di capitali non può garantire il benessere dei cani”

Il Consigliere regionale: “Dopo mafia capitale che voleva mettere le mani sui canili, quali passi avanti?”

Il Faro on line – “Roma deve risolvere quanto prima la questione dei canili, perche’ nessuno faccia i soldi sulla pelle dei cani cosi’ come avvenuto per decenni. Finalmente c’e’ stato un bando pubblico e questo certamente e’ stato un passo avanti ma ad oggi molti interrogativi rimangono aperti. Rispetto ai mesi scorsi, quando il settore fu travolto dall’indagine di mafia capitale, l’amministrazione capitolina quali passi avanti ha fatto considerando che l’assegnazione del canile dell’ex cinodromo ad una società di capitali non può garantire il benessere degli animali, ma soltanto la gestione a scopo di lucro dell’impianto. Quale sarà l’interesse a far adottare i cani che vengono abbandonati e che vivono nei canili? E’ opportuno che il commissario Tronca ascolti l’allarme delle associazioni che in questi giorni hanno reso pubblici particolari preoccupanti sulla vicenda” – lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.

“Chiedo al commissario Tronca – prosegue Santori – di fare chiarezza perchè il bando che ha ereditato dall’amministrazione Marino, uno degli ultimi dannosi regali,  risulterebbe quantomeno anomalo. Infatti bisogna valutare con attenzione ogni aspetto dell’affidamento dei canili alla luce delle perplessità sollevate da alcune associazioni, in particolare da parte dall’Impronta che viene definita dal sodalizio di Mafia Capitale concorrenza talebana dunque non malleabile. Interessante è una parte della relazione della commissione prefettizia di accesso presso Roma Capitale, desecretata il 3 novembre scorso, che affronta proprio il tema dei canili e nel quale si evidenza una mancata regolarità delle procedure precedenti oltre al fatto che la volontà di Buzzi e company era quella di gestire i canili a livello imprenditoriale e non mettendo prioritariamente davanti il benessere dei cani”.

“E allora alla luce di tutto questo perché si è proceduto assegnando il bando ad una società di capitali ad un valore troppo basso per garantire la tutela degli animali, nonché l’esclusione delle associazioni operanti sul territorio? Ho il timore che nel corso del tempo aumenteranno i cani reclusi nei canili senza alcun benessere con un trattamento minimo in termini di cibo, cure e attenzioni varie che nel futuro faranno anche aumentare i costi a carico dei cittadini” conclude Santori.