Barriere antirumore: uno scempio urbanistico

17 novembre 2015 | 14:45
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Barriere antirumore: uno scempio urbanistico

Il Comitato OstiAttiva continua la sua lotta contro lo spreco di denaro pubblico

Il Faro on line – “Ieri, 16 novembre, un nutrito gruppo di cittadini ha presidiato il cantiere di via Punta del Saraceno costringendo la ditta al fermo lavori. Il responsabile del cantiere, giunto sul posto, si e’ impegnato a chiedere alla società appaltatrice Atac un incontro con i cittadini che chiedono a gran voce l’annullamento di questo scellerato progetto che sta deturpando Ostia in vari punti della città” – lo dichiara in una nota il comitato OstiAttiva..

“Questa la documentazione recentemente acquisita – prosegue il Comitato – con accesso agli atti: Atac Relazione misure fonometriche dopo la costruzione delle barriere in 3 punti: nonostante i muri alti fino a quasi 6 metri ben 2 barriere su 3 di quelle già costruite non hanno permesso di far rientrare entro i limiti di legge il rumore ferroviario.
Arpa Lazio Relazione misurazione da un edificio in via Punta del Saraceno: i dati in decibel della media sia diurna che notturna sono ampiamente entro i limiti di legge”.

“In pratica  – continua il comunicato -, se un cittadino nelle stesse condizioni chiedesse un intervento per l’abbattimento del rumore gli risponderebbero che non ne ha diritto perché il rumore non supera i limiti di legge. Ieri i cittadini di Ostia hanno ribadito che considerano quest’opera uno scempio urbanistico, uno spreco di denaro pubblico. In un momento in cui la Ferrovia Roma-Lido offre un pessimo servizio con continue cancellazioni di corse per mancanza di treni e problemi tecnici alla linea. Le richieste dei pendolari vengono ignorate, mentre si sprecano milioni in un’opera completamente inutile”.

“Il 28 ottobre abbiamo presentato un’integrazione al nostro esposto alla Corte dei Conti, con i dati dei documenti sopra riportati, che dimostrano nero su bianco come questo progetto non serva neanche allo scopo per il quale sarebbe stato ideato. Chiediamo alla Regione Lazio un cambiamento di rotta radicale, che finalmente riconosca in quest’opera un progetto obsoleto e lo annulli definitivamente con atti ufficiali” – conclude la nota.