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CasaPound: sopralluogo all’ex scuola Do.Re.Mi.Diverto, un’area occupata da stranieri

Chiaraluce (Cpi): "La Caritas pensi al degrado e alle famiglie italiane in difficolta'"

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Il Faro on line – “Dopo aver ricevuto alcune segnalazioni, questa mattina è stato effettuato un sopralluogo alla scuola Do.Re.Mi.Diverto di via Cozza ad Ostia, che è stata bonificata prima con 900 mila euro di soldi pubblici e poi regalata alla Caritas, e che oggi versa in uno stato di totale degrado ed è abitata da stranieri che da mesi vi si sono accampati all’interno”. Lo ha dichiarato in una nota Carlotta Chiaraluce, portavoce di CasaPound Italia nel X Municipio.

“E’ inaccettabile e vergognoso che la Caritas – continua la nota – ed i rappresentanti locali come Don Franco De Donno facciano comunicati stampa per chiedere alle istituzioni di trovare lavoro e case ai rom che occupano abusivamente la pineta Acque Rosse e che definiscano la VIttorio Emanuele, da anni occupata da extrtacomunitari e lungo al centro di arresti per droga e altri reati, come centro socio-abitativo quando nel territorio di Ostia ci sono moltissime famiglie italiane che non riescono neanche a fare la spesa. La Caritas invece di preoccuparsi dei parassiti che vivono in pineta e che minacciano tutti i passanti che provano a passeggiarvi all’interno, dovrebbe piuttosto preoccuparsi di spiegare come mai alla Do.Re.Mi.Diverto dove prima c’era una scuola, grazie al PD ed alla loro inerzia, oggi abbiamo l’ennesimo centro socio-abitativo come lo definirebbe Don Franco”.

“Chiediamo pertanto che venga quanto prima sgomberata l’area dell’ex scuola e che venga, al più presto, destinata a qualcosa di utile alla comunità ed ai cittadini penalizzati dalle scelte scellerate della vecchia amministrazione di centrosinistra. Ai Don Franco invece consigliamo di rappresentare le istanze di tutti, non solo di coloro che sono fonte di guadagno per cooperative ed associazioni. CasaPound organizza raccolte alimentari per le famiglie italiane in difficoltà, magari una volta si presentasse con una busta pure lui. La speranza – conclude Chiaraluce – è l’ultima a morire”.

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