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Tirrenica: “Lotto 6A, una strada millenaria”, il documentario di Stefano Cioffi

Il 3 dicembre verrà proiettato il documentario che racconta l'impegno del Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia

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Il Faro on line – Il documentario di Stefano Cioffi e’ stato finito di montare nel giugno 2015, e’ un affascinante cammino nei luoghi in cui si sta costruendo l’autostrada Tirrenica, sopra il sedime della millenaria via Aurelia che racconta l’impegno del Comitato per il Diritto alla Mobilita’ di Tarquinia e i due mesi di lotta intrapresi per difendere il diritto alla mobilita’, alla trasparenza e all’informazione.

L’Aurelia è la Strada Statale n.1 e collega Roma alla Francia. Il segmento tra Civitavecchia e Grosseto, dopo aver aspettato per anni la messa in sicurezza prevista nel progetto Anas 2001, è stata ceduta, grazie ad una convenzione stipulata con Anas, gratuitamente fino al 2046, da Anas alla Sat (Società Autostrada Tirrenica) perché quest’ultima realizzi l’Autostrada Tirrenica (Rosignano-Civitavecchia).
Il progetto definitivo del Lotto 6A (Civitavecchia-Tarquinia) trasforma l’Aurelia da Strada Statale in Autostrada a pedaggio. Una soluzione inutile e irrazionale, lesiva della mobilità delle comunità coinvolte, del paesaggio e dell’ambiente circostante e non rispondente ad alcun interesse superiore della collettività.

Il Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia nasce con l’intento di dare forza alle istanze presentate in difesa del territorio interessato dai lavori del Lotto 6A dell’Autostrada Tirrenica. Dopo due esposti alla Prefettura di Viterbo e alla Procura di Civitavecchia, sottoscritti da oltre 1000 cittadini, dal 7 gennaio 2014 il Comitato decide di presidiare uno dei tanti accessi alla Statale destinati alla chiusura, quello della località Farnesiana, esempio e simbolo dei disagi causati dalla nuova autostrada all’intera comunità. Per oltre 60 giorni e 60 notti i sostenitori del Comitato hanno presidiato l’accesso, stretti intorno a un grande fuoco, difeso dalla pioggia e dal vento, con la stessa cura e convinzione con le quali si è cercato di difendere il diritto alla mobilità, alla trasparenza e all’informazione, diritti inalienabili ma finora ignorati.
Oggi i residenti aspettano con speranza che il Consiglio di Stato si esprima sul ricorso presentato nel 2011 al Tar Lazio.

Finalmente, però, il ponte sul Fiume Mignone è stato non solo riconosciuto da SAT come opera indispensabile e mancante nel progetto esecutivo, ma anche da tutti gli enti preposti, in primis del MIT, che hanno approvato il progetto di variante, nel Settembre 2015.
Il ponte sarà realizzato e la vittoria del comitato è scritta nell’impegno del MIT dal dirigente dell’area Vigilanza sulle concessioni autostradali, il dott. Mauro Coletta che riconoscendo l’enorme svista del progetto ha rimediato con l’approvazione della variante che al momento ha superato tutto l’iter procedurale e rimane in attesa della gara d’appalto per la realizzazione.

Il ponte sarà realizzato e in più Sat si impegna a tenere aperti gli accessi della Farnesiana e di Pantano di sopra per evitare ai residenti un giro infinito di strada per utilizzare un ponte che li unisce l territorio di Tarquinia. Per questo risultato è stato pagato un prezzo altissimo dai cittadini di Tarquinia, tanti anni di lavoro, di manifestazioni, di esposti, di SIT-IN nei quali i cittadini sono stati disposti a tutto pur di difendere un diritto leso. Chi la dura la vince e questo è l’orgoglio di tutto il comitato per il diritto alla Mobilità. La battaglia, però non finisce e non finirà fin tanto che non saranno ottemperati tutti gli impegni verso la comunità di Tarquinia e dei suoi abitanti.

Peppe, Giuliano e Marzia sono i protagonisti del documentario.
Sono loro tre che raccontano la propria esperienza e il proprio impegno assieme al Comitato per garantire il rispetto dei diritti di oltre 100 famiglie. Ognuno di loro ha una vita privata, e nonostante ciò ritaglia una fetta importante del proprio tempo per dedicarsi alla causa della comunità.

La storia dei tre personaggi si intreccia senza che questi si incontrino mai. Non ci sono interviste ma riprese di mera quotidianità. Sono delle persone che si raccontano parlando con se stessi, le loro parole sono riflessioni a voce alta, associazioni liberi di vissuti differenti eppure tutti riconducibili agli stessi luoghi e alle stesse radici che i padri hanno gelosamente tramandato e che la costruzione sconsiderata di un tratto autostradale sta minando, alterando, modificando, senza considerare la perdita di un patrimonio culturale millenario.

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