Sanita’, Santori: “Basta bugie sui ticket. I cittadini sono stati usati come cavie”

18 dicembre 2015 | 06:00
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Sanita’, Santori: “Basta bugie sui ticket. I cittadini sono stati usati come cavie”

Il Consigliere: “La Regione è peggio di Equitalia. Zingaretti risarcisca le famiglie, anche dal punto di vista morale, e dica quanto è costata la procedura”

Il Faro on line – “Sarebbe stato curioso vedere il presidente della Regione Lazio Zingaretti raccontare le bugie, snocciolate oggi in Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati, direttamente alle migliaia di cittadini che si sono visti recapitare gli accertamenti bonari sulle esenzioni dei ticket sanitari per gli anni 2009-2010 e che hanno fatto ore di fila di fronte la sede regionale per avere spiegazioni su questa procedura scellerata” – così in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio che sul tema ha presentato un’interrogazione urgente e un esposto alla Procura della Repubblica in collaborazione con Assotutela.

“Pensionati con la minima, disabili, minori, donne che si erano rivolte ai consultori e disoccupati si sono visti recapitare richieste di pagamento per esenzioni di 7 anni fa, con tassi usurai applicati come penali forfettarie ed interessi di mora peraltro con crediti frazionati vietati dalla legge: incredibilmente peggio delle malefatte di Equitalia. Oggi si parla di successo di una procedura ignobile, condivisibile solo nel merito e non nelle modalità, che ha fatto dei cittadini delle cavie per scovare le anomalie del sistema, avendo di fatto invertito barbaramente l’onere della prova. Sui disagi arrecati non accettiamo scuse, Zingaretti risarcisca le famiglie, anche dal punto di vista morale, e dica quanto è costata la procedura” – prosegue il Consigliere.

“Poi c’è un dato politico nelle parole del Presidente Zingaretti che ancora una volta calpesta la dignità dell’organo di indirizzo e di tutti i consiglieri regionali. Le dichiarazioni personali e dittatoriali sull’utilizzo dell’extragettito proveniente da questa procedura devono trovare il consenso di tutti o perlomeno essere discusse nelle sedi competenti. Non a posteriori, come troppo spesso accade” conclude Santori.