“Quasi amici” al Cineforum per la Nonviolenza

23 gennaio 2016 | 13:23
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“Quasi amici” al Cineforum per la Nonviolenza

Oggi alle 16:30 la proiezione del film e il dibattito organizzato in rete da Movimento Nonviolento, Agisco e Observo Onlus

Il Faro on line – Al via l’iniziativa culturale della Biblioteca per la Nonviolenza con sede a Fiumicino in via delle meduse 63a, che da circa tre anni organizza cineforum per avvicinare giovani e meno giovani ai temi della nonviolenza e dell’educazione alla pace. Per quest’anno due nuove importanti novità: la collaborazione del Movimento Nonviolento con l’associazione Agisco e l’idea di rendere il cineforum itinerante tra il Comune di Fiumicino e annessi Municipi limitrofi romani. Si inizierà sabato 23 gennaio 2016 con la proiezione del film “Quasi amici” (di Olivier Nakache, Éric Toledano commedia, Francia 2011) presso la sede di Observo Onlus ad Ostia in via della Martinica 121 ore 16:30. A seguire la proiezione si svolgerà un dibattito.

Decidendo di affrontare una materia delicata come la disabilità in forma di commedia, bisogna anzitutto fare i conti con una moralità inevitabile: consentita la scorrettezza, accettate le trasgressioni, lecite le invenzioni, le gaffe basse, ciò che delimita l’accettazione del risultato finale da un rifiuto eticamente consentito risiede in un’unica, inevitabile domanda: ridere dell’invalido o ridere insieme con lui? Denigrare la disgrazia o affrontarla con il sorriso prendendo per mano il paraplegico? Quel che fa di “Quasi amici” un film realmente divertente è la mancanza di sfruttamento dell’invalido.

Grandi e gravi minacce all’esistenza stessa del genere umano provengono dal militarismo, dalla corsa agli armamenti e dal connesso rischio di guerre combattute con armi di portata distruttiva sempre maggiore, da politiche che mettono seriamente a repentaglio interessi vitali di future generazioni, dai rischi crescenti di catastrofi ecologiche et cetera. “In questa situazione – scrive un noto filosofo come Giuliano Pontara – la presenza di persone e gruppi disposti a praticare la disobbedienza civile fondata su approfondite ragioni morali, in forme nonviolente, può rivelarsi di ancor maggior importanza che non in passato. Per questo la disobbedienza civile è oggi una virtù. “E per avere la possibilità che questi legami e queste persone si formino veramente c’è bisogno di promuovere conoscenza e dibattitto critico -afferma Daniele Taurino, coordinatore Gruppo Giovani del Movimento Nonviolento -. Questo è l’obiettivo primario del cineforum per la nonviolenza che vede quest’anno impegnato il centro territoriale del Movimento Nonviolento del Litorale Romano insieme all’associazione Agisco”.

Che senso ha ancora oggi parlare di obiezione di coscienza? Per spiegarlo bisogna intendersi su una definizione: obiezione di coscienza significa letteralmente quella situazione in cui la nostra coscienza ci vieta col suo imperativo di compiere un’ingiustizia. Se interroghiamo la nostra coscienza, non possiamo più rifiutarci di riconoscere che oggi, nel mondo dell’informazione globale, siamo, almeno in potenza, tutti quanti obiettori.