Lavinio No-Biogas: “Il Sindaco intervenga formalmente”

27 gennaio 2016 | 18:00
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Lavinio No-Biogas: “Il Sindaco intervenga formalmente”

Il Coordinatore del comitato: “Si ponga in atto ogni azione al fine di bloccare la realizzazione della centrale”

Il Faro on line – A seguito della Riunione del Nucleo Operativo di Lavinio No-Biogas del 27-1 è stato decisa un’azione per invitare il Sindaco ad intervenire in modo formale e nei termini di legge anche contro la realizzazione della centrale della Spadellata che risulta già autorizzata. A tale scopo è stata inviata al Sindaco Bruschini la nota seguente:
“Signor Sindaco, come le è certamente noto in data 16 dicembre 2015, la Regione Lazio ha emesso la determinazione n. G16091 concernente l’Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata alla Ditta Anziobiowaste, per la realizzazione di una centrale che ha, come attività primaria, quella della produzione di gas metano attraverso la digestione aerobica ed anaerobica di rifiuti organici urbani e di scarti derivanti da fanghi di depurazione e agroalimentari” – dichiara il coordinatore Dr. Sergio Franchi.

“Tale Autorizzazione – prosegue la nota – viene rilasciata quale modifica di una precedente concessa alla ditta Co.Ge.C. per un impianto avente diverso tipo di lavorazione industriale. In dettaglio: Con Determinazione n. G15616 del 5.11.2014 è stata rilasciata l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) alla Co.Ge.C. S.r.l., C.F. e P.Iva 01183940590, con sede legale in Strada San Luca, 64 – 04100 Latina e sede operativa in Via Spadellata, 5 – 00042 Anzio (RM), relativamente alla realizzazione ed all’esercizio di un impianto di trattamento rifiuti costituito da due linee (termo-essiccamento di fanghi non pericolosi e trattamento aerobico ed anaerobico di frazione organica a basso impatto ambientale con recupero energetico)”; “Con Determinazione n. G13316 del 3.11.2015 la sopra richiamata Aia è stata volturata alla Società Anziobiowaste S.r.l., C.F. e P.Iva 02835040599 con sede legale in via dei Sicani, 2. La recente Determinazione – sottolinea Franchi – concerne la rimodulazione dei quantitativi totali dei rifiuti gestibili presso l’impianto, a seguito dell’eliminazione della linea di termo-essiccazione dei fanghi, sull’unica linea che la Società intende realizzare e cioè quella relativa alla produzione di biogas da trattamento chimico. Essa comporta, pertanto, una sostanziale modificazione del tipo di procedimento e di lavorazione con l’eliminazione della linea di essiccazione dei fanghi ed il potenziamento della linea per la produzione di gas attraverso procedimento aerobico ed anaerobico (50.000 t/anno)”.

“L’impianto de quo è soggetto alla disciplina dell’Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi del Titolo III-bis della parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Il medesimo decreto, all’art. 5 comma 1 lett. l-bis, definisce “modifica sostanziale di un progetto, opera o di un impianto: la variazione delle caratteristiche o del funzionamento ovvero un potenziamento dell’impianto, dell’opera o dell’infrastruttura o del progetto che, secondo l’Autorità competente, producano effetti negativi e significativi sull’ambiente. In particolare, con riferimento alla disciplina dell’autorizzazione integrata ambientale, per ciascuna attività per la quale l’allegato VIII al progetto indica valori di soglia, è sostanziale una modifica all’installazione che dia luogo ad un incremento del valore di una delle grandezze, oggetto della soglia, pari o superiore al valore della soglia stessa”.

“Ad avviso dello scrivente le modifiche apportate dalla Ditta Anziobiowaste non possono essere definite ininfluenti o non sostanziali, ai fini dell’impatto ambientale, sia in termini assoluti, sia nel contesto specifico in cui la centrale dovrebbe essere inserita. Si precisa che la scienza tecnica, la medicina e la statistica considerano questo tipo di impianti del tutto negativi per l’ambiente e per le persone e che la popolazione di Anzio non è a conoscenza della sua realizzazione e non è stata mai informata dalle autorità comunali che un impianto del genere sarebbe stato realizzato nella zona in cui esso è previsto. Si precisa, inoltre che l’impianto medesimo, che digerisce oltre 7-8 volte la quantità di rifiuto organico prodotto dal Comune di Anzio, rappresenta una forte anomalia nel contesto del previsto ed auspicato regolamento regionale per la gestione integrata e coordinata dei rifiuti urbani attraverso la formazione di sub-ambiti.Nell’interesse dei cittadini che rappresentiamo ed al fine di concorrere al ristabilimento di un necessario equilibrio La invitiamo a:- Verificare la portata dell’ impatto sull’ambiente circostante nella nuova configurazione delle attività industriali previste che non possono essere considerate derivanti da “modifiche non sostanziali”.- Porre in atto tutte le verifiche necessarie ai fini urbanistici, ambientali e territoriali per impedire la realizzazione di un impianto che, ai fini pratici, può solo comportare serie conseguente alla nostra Comunità e nessun vantaggio” – continua il coordinatore.

“Porre in atto, nei tempi previsti dalla normativa vigente, ogni azione al fine di bloccare la realizzazione della centrale di cui alla Determinazione n. G16091, anche allo scopo di verificare la rispondenza del progetto rispetto ad una necessaria riorganizzazione territoriale della gestione dei rifiuti. Aprire un dialogo con la popolazione della zona per dare la necessaria informazione rispetto alla realizzazione di un impianto che può provocare danni all’ambiente, alle persone ed alle proprietà dei cittadini. Certi che vorrà riscontrare queste richieste, noi ci poniamo come interlocutori propositivi” – conclude il coordinatore Dr. Sergio Franchi.