Agroalimentare: le eccellenze del Lazio al Biofach di Norimberga

11 febbraio 2016 | 12:32
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Agroalimentare: le eccellenze del Lazio al Biofach di Norimberga

Il meglio della produzione agroalimentare biologica del Lazio al Biofach di Norimberga, la più importante fiera mondiale del biologico

Il Faro on line – Il meglio della produzione agroalimentare biologica del Lazio al Biofach di Norimberga, la più importante fiera mondiale del biologico in programma fino al 13 febbraio 2016. Una vetrina importante per tanti prodotti e eccellenze del Lazio. Vino, birra artigianale, olio, frutta, pasta, gelati, creme, pizza e caffè sono i prodotti di eccellenza presenti nello spazio espositivo del Lazio di circa 130 mq.. 14 le aziende laziali presenti: Caffè Haiti, Dolcipp, Buon Lavoro, Ciardi Dolci Bontà, Pepino e Perino, Parlapiano Demetrio, Frantoio Battaglini, Birradamare, Coffee Work, La Via Lattea, Bio Solidale, Serpepe, Oleum Sabinae, Olivicola di Canino.

Non si tratta più di una realtà marginale, destinata, nella produzione e nel consumo di chi ne fruisce, alla scelta di un numero limitato di persone: l’agricoltura laziale registra negli ultimi tempi una vera e propria “esplosione” del fenomeno biologico. Ad alimentare un mercato, che fino a pochi anni fa era assai ristretto, hanno enormemente contribuito i sempre più frequenti scandali alimentari. Una situazione che spinge inevitabilmente fasce sempre più ampie di consumatori a orientare le proprie scelte verso prodotti più sani e certificati, frutto di una lavorazione che esclude prodotti chimici di sintesi.

Il Lazio è la regione italiana tra le maggiori produttrici di agricoltura biologica. Basti pensare, che nell’arco di 6 anni le aziende biologiche nel Lazio sono passate da 1500 a 2931. A guidare il primato è la provincia di Viterbo, con 1240 aziende bio, seguita dalla provincia di Rieti con 713, la provincia di Roma con 516, la provincia di Latina con 325 e infine, la provincia di Frosinone con 137 aziende. Valorizzare l’agricoltura biologica significa tutelare la qualità dei prodotti agricoli, garantire la sicurezza alimentare, salvaguardare le biodiversità, conservare le tecniche produttive sostenibili e la bellezza del paesaggio rurale.

Peraltro, esiste un segmento crescente di consumatori che non si accontenta di consumare biologico ma preferisce quello locale che non deve essere trasportato per lunghe distanze con mezzi di trasporto inquinanti prima di giungere in tavola. A trainare la crescita del bio ci sono i prodotti ortofrutticoli freschi (18,4 per cento), i prodotti per l’infanzia (17,6 per cento) e i lattiero-caseari (5,7 per cento), che sono stati più recentemente oggetto di scandali alimentari. Un suolo sano e vitale è la corretta base di partenza per ottenere prodotti sani e vitali. Questo è il primo impegno dell’agricoltore biologico.

Banditi dunque concimi, diserbanti, insetticidi, anticrittogamici di origine chimica, nel biologico la crescita delle piante viene sostenuta dall’utilizzo di prodotti organici (come il letame, il compost) o di tecniche (come il sovescio, le rotazioni colturali) appropriate, dall’utilizzo di prodotti o meccanismi di difesa naturali (come zolfo, rame, macerati di piante, lancio di insetti utili predatori dei parassiti, consociazione di piante diverse). Secondo i più recenti dati del SINAB, il Sistema d’Informazione Nazionale dell’Agricoltura Biologica, anche i consumi e l’attenzione dei mercati, soprattutto esteri, verso i prodotti biologici del Lazio sono in costante crescita. Per questo la presenza delle imprese laziali a Norimberga rappresenta una grande occasione per promuovere le produzioni regionali e migliorare la penetrazione delle aziende agricole nei mercati.

Marco Staffiero