Da Mafia Capitale all’esplosivo del Bataclan. Criminalità è allarme rosso

14 febbraio 2016 | 08:02
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Da Mafia Capitale all’esplosivo del Bataclan. Criminalità è allarme rosso

Il sindaco: “Attenzione alta e più risorse, ma senza drammatizzare: lo Stato c’è”
L’ex delegato alla sicurezza, Megna: “Non siamo un’isola felice accanto a Ostia”
di Angelo Perfetti

Il Faro on line – Mafia Capitale, terrorismo internazionale. Dopo anni di calma piatta, il territorio di Fiumicino è diventato improvvisamente al centro di grandi inchieste nazionali e internazionali, come “base” operativa per la criminalità. Le cronache hanno dato risalto al sequestro della “Fiamma Nera”, l’imbarcazione appartenuta a Benito Mussolini, tra i beni bloccati a un imprenditore per un valore di 28 milioni di euro. Alcuni degli immobili colpiti dal provvedimento erano stati concessi in locazione alla cooperativa ‘Domus Caritatis’, legalmente rappresentata da Tiziano Zuccolo, nonche al consorzio di cooperative sociali ‘Eriches 29’ di Salvatore Buzzi, tra i principali indagati nella nota inchiesta Mafia capitale.
In ballo anche alcuni locali di Palazzo Noccioli. Pochi giorni dopo in un palazzo di via Formoso a Fiumicino, insieme a pistole, cartucce, mazze ferrate e accessori necessari al travestimento, un 31enne incensurato aveva nascosto un’enorme quantità di esplosivo capace di far saltare in aria diversi palazzi. Si chiama T.A.P.T., ovvero perossido di acetone: lo stesso esplosivo utilizzato negli attentati terroristici di Parigi al tratro Bataclan e allo Stade de France.

Possibile che siano casi isolati? Possibile che tutto accada ora? E ancora: il territorio è sicuro oppure è considerato dai criminali un buon posto dove “organizzarsi”?
“La preoccupazione è forte – conferma il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, – ma dobbiamo stare attenti ad analizzare bene ciò che è accaduto: sia con Mafia Capitale e ancor più con l’esplosivo, il nostro sistema investigativo ha dimostrato di funzionare bene, e di conseguenza ha dimostrato come il territorio sia sotto il controllo dello Stato. Attenzione: l’esplosivo è stato trovato prima che fosse utilizzato, non dopo.
E’ importante capire questa differenza, altrimenti potremmo avere l’impressione che sia una periferia abbandonata a se stessa, dove chiunque può fare ciò che vuole. Non è così”.

Abbiamo sentito anche Raffaele Megna, ex delegato alla sicurezza del Comune di Fiumicino e dimessosi proprio per la scarsa attenzione ai ripetuti allarmi lanciati nel tempo: “Il recentissimo ritrovamento a Fiumicino, in un appartamento, di materiale utile a costruire un ordigno di un certo potenziale non può certo essere interpretato come un caso di criminalità comune – spiega Megna -. 

L’apprezzatissima azione investigativa dei Carabinieri conferma che il Comune di Fiumicino è da tempo luogo non di sola micro criminalità. I grandi interessi presenti sui nostri territori non possono non attirare le varie mafie che oramai sono presenti in molte zone di Roma e della sua Provincia.
Dobbiamo capirlo con chiarezza: noi non siamo un’isola felice e Ostia, la più grande città d’Italia sciolta per mafia, è nostra confinante I recentissimi sequestri di beni, anche a Fiumicino, dopo una lunga, raffinatissima e meritoria indagine da parte della Guardia di Finanza di Viale Traiano nell’ambito di Mafia Capitale, è l’ennesima dimostrazione. 
In questo campo non si può non avere memoria storica di ciò che è accaduto nel recente passato: beni mobili e immobili sequestrati in ogni importante indagine di carattere regionale e nazionale, pesanti atti di intimidazione verso attività commerciali e turistiche.

Per non parlare degli atti processuali che hanno dimostrato la presenza a Fiumicino dell’allora banda della Magliana. Ricollegare il tutto come delle perle in un filo, da un quadro allarmante.
Ecco perché da tempo mi batto a che tutte le forze e movimenti politici, nessuno escluso, al di la delle divisioni, attivino tutte le energie e presenze culturali, sociali e economiche per creare un fronte unito contro le mafie. In una parola devono scuotersi da un torpore ingiustificato e frutto di sottovalutazione del problema. 
Il mio appello, inascoltato fino ad ora, di convocare un Consiglio Comunale aperto sulle presenza mafiose a Fiumicino, andava in questo senso. Speriamo sia la volta buona”.
Angelo Perfetti