Daniela Battisti, una dottoressa con la casacca delle Stelle Marine

28 febbraio 2016 | 06:35
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Daniela Battisti, una dottoressa con la casacca delle Stelle Marine

La campionessa si divide tra la pallacanestro ed il suo corso di specializzazione in ortopedia

Il Faro on line – Una stella, in mezze alle Stelle. E quelle Marine, della pallacanestro di Ostia, in ambito femminile, hanno molto da raccontare e di essere orgogliose. Tutte impegnate, le ragazze della prima squadra. In campo, come nel lavoro, di tutti i giorni.
Serietà sul parquet, come nella vita. Atlete, con la casacca biancoverde, a sudare in partita, per difendere i colori della società e campionesse, con i panni civili e da persone normali, per costruire nella quotidianità, gli stessi successi ottenuti, sotto canestro.

Tra di esse, anche Daniela lo fa e nata dalla famiglia Battisti, che storicamente appartiene in storia e sport, alle Stelle Marine, sin dagli anni della fondazione, prosegue questa tradizione, con passione. E’ una splendida ragazza di 31 anni, allora Daniela Battisti. E una giocatrice, di grande talento. L’ala pivot della prima squadra femminile, più pivot che ala, come lei scherzando, precisa e dal 2012, anno in cui ha vinto il concorso pubblico per parteciparvi, è impegnata nel corso di Specializzazione in Ortopedia, al Policlinico di Tor Vergata.

La incontra Il Faro on line, in un martedì pomeriggio, pieno di allenamenti, al Pala Assobalneari e di sottofondo, come di consueto, dei rumori e dei suoni del basket Stelle Marine sul parquet, Daniela, sugli spalti, racconta di sé e di quella passione, per i suoi studi in medicina, coronati con la meritata Laurea, nel 2010 e per la sua pallacanestro, che sempre hanno accompagnato, la sua crescita.

Cara Daniela, come riesci a conciliare gli impegni del tuo lavoro, con la pallacanestro? “Con non, poca fatica. Negli anni in cui studiavo, non sempre giocavo. Alcuni anni si, alcuni anni no. Anche in trasferta. Per alcune stagioni, non ho proprio giocato. Poi, ho ripreso. Dallo scorso anno, sono tornata alle Stelle Marine, società dove sono nata e cresciuta. Precedentemente, avevo giocato anche in serie A3.
Al San Raffaele, all’Rsb e giocavo a Roma. Non ad Ostia, dove abito. In quegli anni, mi è pesato un po’ anche quello. E’ stato pesante. Adempiere a tutti i miei impegni di studio e di lavoro. Anche per questo motivo, la scorsa stagione, sono tornata a giocare, ad Ostia, alle Stelle. E’ più comodo. Qui, ci sono ragazze con cui sono cresciuta, come Elena Smareglia e Stefania Martinoia”.

Negli anni in cui studiavi per la tua Laurea in Medicina, come ti organizzavi, con lo studio? “Mi portavo i libri in trasferta. Sfruttavo al massimo i momenti, in cui ero all’Università o a casa.
E veramente – aggiunge, con attenzione Daniela, continuando – lo facevo. Accadeva, ai Campionati Nazionali ed in trasferta. Anche con le Stelle Marine. Quando tornavo a casa, studiavo. Sono una persona molto tranquilla, non uscivo spesso di sera, anche per carattere. Tuttavia, facevo, la mia vita sociale – sottolinea, sorridendo – ma ogni tanto, dovevo fare qualche sacrificio, per studiare”.

Nei tuoi obiettivi personali, vi era il sogno di diventare un medico e poi continuare, a praticare la pallacanestro? “Più o meno. Sicuramente, tra gli obiettivi miei, c’era quello di diventare medico. E’ una passione specifica. Non ho medici, in famiglia. Ho scelto il ramo dell’ortopedia, anche perché in parte, è legato allo sport. Mi piace il suo tipo di chirurgia. Potrei un giorno, perché no? Restare in questo mondo, come ortopedico. Restare tra gli sportivi, non sarebbe male. Trattare, le patologie dei giovani, è molto interessante.
E’ un ambito che mi ha sempre, affascinato. Sono stata contenta, tuttavia, di essere riuscita a fare entrambe, le cose”. E descrivendo, la sua esperienza, della stagione in corsa, Daniela precisa: “Anche quest’anno, ad esempio, non riesco ad allenarmi tutte le volte. Come, accadde la scorsa stagione e negli anni precedenti.
Un elemento importante – sottolinea – è che i miei allenatori mi hanno sempre permesso di giocare, pur non svolgendo l’attività completa. Non è cosa, da poco. Non è scontato che poi, il sabato, sei in campo. Devo ringraziare anche loro, naturalmente”.

Da dove nasce la tua passione per la pallacanestro? “Dalla mia famiglia. I miei genitori hanno sempre giocato. Mio padre, Luciano, lo ha fatto e poi ha anche allenato. Mio fratello, David – continua a raccontare, Daniela, parlando anche di suo fratello, colonna della prima squadra maschile – ha iniziato qui da bambino e ha proseguito.

Da piccolina, avevo cominciato a fare ginnastica artistica – aggiunge, sorridendo – avevo provato a cambiare sport – dice, scherzando – l’ho praticata per un paio di anni. Tuttavia … la mia palestra, era proprio qui di fronte – continua a chiarire, sorridendo – appena finivo, mi portavano qui, alle Stelle Marine. Spesso, c’erano mio padre o mio fratello, che si allenavano. Tutti mi chiedevano sempre, di giocare. Soprattutto, lo faceva Carlo Turchi, un istituzione, per noi. Me lo chiedeva, sempre.
Alla fine – conclude, contenta – mi sono ritrovata, in campo”.

Cosa ami della pallacanestro? “Una delle cose più belle, che, in questa società, è sempre esistito, è stato il gruppo. Quando da piccola venivo, passavo i pomeriggi interi, qui dentro, con la mia famiglia. Lo facevo, anche con le mie compagne e con gli altri nostri amici, delle squadre maschili. Eravamo la famiglia, Stelle Marine. Tutti, qui dentro – aggiunge, guardandosi intorno, nella palestra illuminata, a sera – non avevamo bisogno di andare altrove. Era tutto qua. Nei week end, il venire a vedere la partita, degli amici e delle prime squadre, creava un ambiente familiare”.

Quali sono, secondo te, i valori di questo sport e quali sono quelli, che tu stessa riesci, ad esprimere? “Sicuramente, lo stare insieme, è una cosa bella. Lo scorso anno, ho ritrovato le mie compagne. Nella mia carriera, tutte le amiche sul parquet, sono state preziose, ma qui sono cresciuta, in famiglia. Tre di esse, con cui ho cominciato alle Stelle, sono ancora qui, nella nostra prima squadra femminile. Sono Giuliana Di Stazio, Marta Grattarola ed Ilenia Magistri. Ci siamo ritrovate e sono felicissima. Abbiamo creato un gruppo, anche alle Stelle Marine. Mi piace ancora giocare a pallacanestro e viverla, anche se i miei impegni lavorativi, sono altri. Gioco, con un gruppo di persone e amiche, con cui mi trovo bene.

E’ sicuramente, una cosa positiva. Praticandola con passione e non come obiettivo, è importante – e descrivendo, il momento attuale, favorevole in campionato, aggiunge – quest’anno inaspettatamente, sta andando tutto bene. Evidentemente, siamo forti. Abbiamo avuto pochi momenti di sofferenza, in partita, dove siamo state costrette a trovare unione e forza, per ribaltare la situazione. La nostra serietà ed impegno, sono fondamentali. Siamo tutte ragazze che studiano e che lavorano. Abbiamo la passione e la voglia di giocare. E’ una scelta, di ognuno. Alla fine, l’impegno esiste e ripaga”.

Nei momenti difficili, in partita, da dove viene la forza per reagire?
“I miei genitori, in particolar modo, dicono che quando un avversario mi fa arrabbiare – sottolinea, scherzando – reagisco. Finché la partita è tranquilla – aggiunge, ridendo – allora lo sono anch’io. Nel mio ruolo della pivot, gioco di più sotto canestro. Prendo molti colpi, al rimbalzo – conclude, ridendo”.

Insieme alle tue compagne, hai ottenuto la promozione dello scorso anno, in serie A2. Quali sono state le tue emozioni?
“Non ci aspettavamo, di salire in cima. Siamo andate bene, anche con qualche sconfitta. E’ andato poi tutto, oltre le nostre attese. Non immaginavamo di arrivare, anche in finale, di Coppa Italia, ma lo abbiamo fatto. Abbiamo perso quella partita, contro il fortissimo Pordenone. Ci siamo arrivate stanche, fisicamente, svolgendo le classiche tre partite consecutive. Spesso ci siamo dette che, se avessimo avuto la possibilità di riposare un po’ di più, forse le cose, sarebbero andate diversamente”.

E facendo riferimento, all’attuale fase regolare, del campionato, dice: “Adesso, abbiamo ancora la prima fase. Secondo me, andrà tutto bene. Anche se dovessimo incappare, in qualche sconfitta – ammette, riflettendo, aggiungendo – non penso ci siano problemi. Ai play off, sarà impegnativo. Ma spero che, anche in quell’occasione, il risultato, ci darà ragione”.

Se dovessi consigliare, ad un giovane di praticare lo sport, che cosa diresti? “Lo sport mi ha aiutata a migliorare. Se metti impegno e voglia nelle cose che fai, sicuramente riesci. Con la passione, tutto si fa”.

E Daniela, come sotto canestro, in partita, combatte tutti i giorni, per cogliere una stella in più, nella sua carriera. Sono state tante, quelle sportive, che ha conquistato. Come la promozione in serie A2, dello scorso anno. Arriverà anche quella, targata 2016? I lettori de Il Faro on line attendono, come lo fanno i suoi tifosi. Sono molti, che ogni sabato siedono sugli spalti, del Pala Assobalneari.

Anche lei attende, tuttavia, un altro traguardo. Con calma ed impegno, arriverà anche quello. Ed il prossimo anno, coronando un corso durato per ben 5 cinque, sarà specializzata in ortopedia, come lo è già nei suoi sogni. E forse, chissà, sarà una grande dottoressa e questa volta, al bordo del parquet.

Alessandra Giorgi