Santori: “Ancora roulotte in fiamme nonostante le indagini a tappeto”

29 febbraio 2016 | 13:00
Share0
Santori: “Ancora roulotte in fiamme nonostante le indagini a tappeto”

Giudici: “Martedì mattina a piazzale Clodio si terrà l’udienza dal Gip sulle roulotte adibite a dimora dei clochard, forse la decisione”

Il Faro on line – “Ancora una volta un clochard in zona Portuense ha rischiato di morire dentro una roulotte perche’ qualcuno sta continuando ad agevolare questo fenomeno dei veicoli adibiti a dimora e le istituzioni non fanno nulla per evitarlo. Un anno di indagini a tappeto non hanno insegnato nulla a nessuno? Questa storia deve finire una volta per tutte perche’ ha conclamati risvolti di natura penale. Oltretutto il fenomeno, nonostante il nostro esposto ed il seguente intervento della Procura di Roma, conta centinaia di automezzi disseminati nella capitale, genera da anni degrado e insicurezza per i residenti, nonché emarginazione e gravi pericoli per i clochard. Questa volta è andata bene, ma non dimentichiamoci che il 24 gennaio di quattro anni fa una donna morì carbonizzata in una roulotte di via Ramazzini e nessuno ha mai pagato” – dichiarano in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio Fratelli d’Italia e Marco Giudici, consigliere del Municipio XII di Fratelli d’Italia.

“Martedì 1 marzo – spiegano i Consiglieri regionali – si terrà l’udienza presso il Gip del Tribunale di Roma per discutere l’opposizione all’archiviazione che abbiamo presentato all’esito delle indagini condotte dalla Procura di Roma. Indagini che hanno visto tutta la Polizia Locale coinvolta e 15 persone iscritte nel registro degli indagati per invasione di terreni ed edifici ed abuso edilizio, disposto la demolizione di decine di veicoli e scoperto quella che riteniamo sia un’attività illegale di dimore abusive sul territorio capitolino, promossa e gestita da una nota organizzazione benefica che ha agito in modo indisturbato per anni ed oggi si nasconde negando ogni responsabilità. Le indagini vennero affidate a due distinti pubblici ministeri in due momenti differenti. Il primo fece controlli e sequestri a tappeto e, con una lettera tutt’altro che serena, rimise gli atti al procuratore generale, mentre il secondo dispose immediatamente l’archiviazione sulla base di motivazioni che riteniamo infondate e che discuteremo davanti al Gip. Noi, parti offese, contro 15 avvocati degli indagati”.