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La Guardia di Finanza sequestra un’industria olearia nel centro di Castelforte

Il titolare dell’Opificio è indagato per reati in materia ambientale

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Il Faro on line – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Cassino Dott. Angelo Valerio Lanna, richiesto dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Arianna Armanini, nei confronti di un’ industria olearia sita in Castelforte (LT).

Il titolare dell’Opificio C.C. è indagato per  reati in materia ambientale previsti e puniti dall’art. 137 comma 1 del Decreto Legislativo 152/2006. L’indagine nel quadro della costante attività di controllo economico del territorio ed in particolare di prevenzione e contrasto delle violazioni ambientali, condotta dai Finanzieri del Gruppo di Formia, iniziata nel novembre del 2015, ha permesso di accertare e produrre, alla Procura della Repubblica di Cassino, una dettagliata informativa su  un Opificio   ubicato nel pieno centro abitato del piccolo comune del sud pontino, trovato in assenza delle autorizzazioni previste ed in particolare quelle riguardanti i requisiti tutela  ambientale. 

Nella circostanza si accertava che il frantoio operava in un immobile di fatto funzionante come struttura di trasformazione del raccolto in prodotto oleario ma, in realtà, era stato accatastato per uso garage e quindi privo dell’autorizzazione edilizia occorrente per operare come specifica industria olearia art. 4 DPR. 425/94. 
Durante le indagini, i Finanzieri hanno constatato che i processi di lavorazione e il mantenimento della materia prima avvenivano in violazione alle normative in materia ambientale Decreto Legislativo n.152/2006, in quanto le acque di vegetazione, pari a circa 40.000 litri, venivano accumulate in una vasca interrata realizzata agli inizi degli anni ‘80 e mai collaudata per la tenuta stagna e la impermeabilità della stessa. Successivamente le acque venivano recuperate mediante l’utilizzo di autocisterne che transitavano senza alcuna autorizzazione comunale. 

Veniva inoltre constatato che lo stoccaggio della sansa da molitura avveniva in locali aventi precarie condizioni igienico sanitarie, angusti e privi di areazione nonché vasche di raccolta per il percolato con fuoriuscita e dispersione dello stesso nel sottosuolo. Le indagini sono tutt’ora in corso, al fine di individuare eventuali responsabilità da parte di terze persone che hanno consentito, omettendo le dovute verifiche, il funzionamento dell’ industria all’interno del centro abitato di Castelforte.

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