Ditte Enel, nessuna ordinanza di sgombero da parte del Comune

4 aprile 2016 | 08:00
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Ditte Enel, nessuna ordinanza di sgombero da parte del Comune

L’Amministrazione: “E’ assolutamente escluso che quell’area possa continuare ad ospitare attività di cantiere”

Il Faro on line – “Sulla vicenda dell’area di cantiere a servizio della centrale di Torrevaldaliga Nord che ha occupato in questi anni una parte della pineta La Frasca, abbattuta, per fare posto alle attività di riconversione a carbone, in forza di un provvedimento inopinato firmato dall’allora sindaco De Sio, qualcuno ha deciso di portare avanti, peraltro senza alcuna sorpresa, una sterile opera di strumentalizzazione e disinformazione. L’amministrazione comunale coglie l’occasione per chiarire due aspetti fondamentali: il primo è che, allo stato attuale, non è stato emesso alcun provvedimento di sgombero o rimozione da parte del Comune.
Il secondo è che è assolutamente escluso che quell’area possa continuare, anche in via temporanea, ad ospitare attività di cantiere, essendosi da tempo conclusa la riconversione a carbone. Il sito deve essere quanto prima liberato e ripristinato e la circostanza era nota a tutti da molto tempo” – lo dichiara in una nota l’Amministrazione Comunale.

“Nei mesi scorsi l’Enel ha richiesto erroneamente al Comune l’autorizzazione a delocalizzare le attività all’interno dell’area di centrale, ipotesi sulla quale non abbiamo preclusioni, ma la cui autorizzazione è di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico e non del Comune.
In presenza di un atto specifico in forza del quale l’Enel è obbligata a ripristinare lo stato dei luoghi al termine dei lavori di riconversione, è evidentemente inutile cavillare sulla presunta data di scadenza dell’autorizzazione rilasciata dal Comune nel 2011 e, pertanto, invitiamo l’Enel a fornire nel minor tempo possibile una soluzione alternativa alle ditte interessate e a procedere al ripristino dell’area della Frasca nella sua condizione naturale. L’uso compatibile del territorio è un interesse collettivo e la presenza di quel cantiere è evidentemente incompatibile” – conclude la nota.