Riserva, troppi sogni

11 aprile 2016 | 07:30
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Riserva, troppi sogni

Al convegno non sono emerse le criticità esistenti. Nessun accenno al fosso Tre denari né ai fagottari

Il Faro on line – Giovedì 7 aprile scorso in via del Buttero a Maccarese, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, della Regione Lazio e del Comune di Fiumicino si è tenuto il convegno sulla tutela e lo sviluppo della Riserva Statale de Litorale Romano e del relativo piano di gestione. Al convegno voluto dalle associazioni ambientaliste locali che vanno dal Comitato Fuori Pista a Dolce Spiaggia, dalla Proloco di Fregene e Maccarese a 99Fontanili, al Comitato Promotore  Sistema Archeologico di Ostia e Fiumicino, fino a Passocuro Resiste ecc. erano presenti circa duecento persone che hanno ascoltato gli interventi di personalità illustri come: l’on Fulco Pratesi di WWF; la dott.ssa Diana Aponte, presidente della Commissione per la Riserva; Italia Nostra, archeologi ecc. 

Ad ascoltare, seduti in prima fila: il Sindaco Montino, il vicesindaco dott.ssa Anna Maria Anselmi, gli Assessori Ezio Di Genesio Pagliuca e Arcangela Galluzzo e molti tecnici esperti del settore. La giornalista Rai Anna Longo di “Dolce Spiaggia”, aficionadas delle dune di Passoscuro moderava il dibattito.
Durante il dibattito sembrava stare sul set di  un film del genere surreale fantastico, dove dal primo attore fino all’ultima comparsa, sognavano tutti la campagna romana descritta da alcuni viaggiatori del’ottocento: “tutt’intorno stende le sue linee grandiosamente ondulate, colle sue erbe secche, la pianura arida, senza piante, senza acqua e dall’aria mortifera. Le vicinanze immediate di Roma non sono che un territorio senza abitanti”.  Questo quando a Roma, prima della breccia di Porta Pia, c’erano meno di 200.000 romani, tra cui 20.000 preti e 30.000 mignotte.L’attenzione dei “sognatori” si è soffermato sulle cose già salvate come: le vasche di Maccarese, l’Oasi di Macchia Grande e il “Parco della Foce” di Fregene e la pineta di Catsel Fusano ecc.

Ma  gli ambientalisti non disdegnerebbero neanche la gestione del lago esagonale del porto di Traiano, né  altre “concoline” retrodunali. Ma trattandosi di aree private occorre intavolare una trattativa, che potrebbe rivelarsi anche più facile del previsto.
La storia della Riserva nasce dopo oltre cento anni dall’unità d’Italia quando la popolazione è salita da 200.000 a tre milioni di abitanti. Ma nel 1983 dal Piemonte scese nell’agro romano Antonio Cederna, che s’innamorò del luogo e per salvarlo da futuri scempi propose l’istituzione della Riserva Statale del Litorale Romano, che nel marzo 2006 di fatto fu istituita su circa 16.000 ettari, permetà nel Comune di Fiumicino e parte nel Comune di Roma, tra Castel di Guido e Ostia.Però per poter funzionare, ad ogni buona legge deve seguire un ottimo regolamento di gestione e nominare un gestore. Cose che dopo 20 anni ancora mancano.

Intanto in attesa, nell’immobilismo totale, alcune aziende sono costrette a portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento. La nomina del gestore, che sostituirà in parte il potere del Comune di Fiumicino in ordine al rilascio delle licenze edilizie ha insospettito molti cittadini che continuano a pagare l’IMU al Comune di Fiumicino, su terreni che forse non potranno mai più essere edificati, ed hanno già capito, che in seguito, per ottenere una licenza edilizia, non si dovranno rivolgere più solo al Comune di Fiumicino, ma dovranno chiedere il timbro…. anche  al gestore della riserva.Nel convegno però non sono emerse le criticità provocate dai 20 anni d’immobilismo, come a Passoscuro, dove alla foce del fosso di Tre denari a causa dell’innalzamento delle dune, in caso di una bomba d’acqua, le acque meteoriche ristagnano per le strade e fanno tracimare le fogne delle acque nere sulle vie: Desulo, Sennori, Norbello e Ghialrza.

Come accadde il 26 novembre 2014 dalle ore 12 alle 14. Ed anche in seguito.Né è stato fatto notare che sulle dune dal lato dell’opera Don Guanella, che tutti vogliono salvare, destate, migliaia di fagottari frequentano quella spiaggia ricadente nella Riserva Statale, senza assistenza al mare, né servizi igienici, né un punto di ristoro e, in caso di bisogno corporale si arranciano in mare o la fanno sul posto. Il dott. Vito Consoli commissario ad acta, in conclusione ha illustrato le difficoltà incontrate nel redigere il regolamento. Perché, a suo dire, questa “E’ una Riserva Statale anomala, che somiglierebbe più ad un Parco Nazionale”. Dove con regole meno stringenti, oltre alla salvaguardia dell’ambiente è previsto anche lo sviluppo. Ed in tal modo pare intende proseguire per arrivare all’approvazione del documento entro fine 2016. Come finirà?

Nicola De Matteo