Un laboratorio artigianale per dare un futuro ai disabili

22 aprile 2016 | 15:00
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Un laboratorio artigianale per dare un futuro ai disabili

L’iniziativa avviata dall’associazione Il Colibrì. E un sogno trasformarsi in cooperativa sociale

IL Faro on line – L’associazione “Il Colibrì” è un associazione composta da ragazzi diversamente abili e genitori. Il progetto dell’associazione è di realizzare un laboratorio artigianale di pelletteria ed altri materiali.«Siamo già attivi da 6 mesi – spiegano dall’associazione – e, siamo appoggiati per una sola volta a settimana in una sala parrocchiale. Siamo contente del rapporto che si è instaurato con il Comune di Fiumicino, e speriamo sia sempre più proficuo.

I prodotti proposti sono interamente fatti a mano e si avvalgono della collaborazione dei ragazzi diversamente abili.«L’origine del progetto – spiegano – nasce dalle esigenze di garantire ai nostri figli un futuro nel mondo del lavoro una volta finite le scuole e i vari tirocini dando un valore alle cose che andranno a produrre, aumentando così l’autostima che li guiderà verso una maggiore autonomia. Operiamo per la divulgazione delle competenze delle persone con problematiche cercando di dare visibilità alle capacità lavorative di tutte le persone con difficoltà intellettive. Il punto di forza è l’aggregazione che questo laboratorio produce.

La motivazione è essenzialmente mirata allo sviluppo e alla crescita individuale con la conquista di maggior autonomie relazionali ,manuali ed economiche.Il progetto mira anche ad un integrazione sociale e partecipante, allargata anche ai ragazzi normodotati.Il valore innovativo dell’idea culturale e creativa è l’integrazione e la costruzione di rapporti e relazioni basati sull’attività svolta insieme che si prefigge di superare barriere culturali ancora esistenti.

I lavori finiti vengono proposti al mercato partecipando a fiere e mercatini ed è per questo che necessitiamo di un furgoncino per il trasporto di persone e merci. Il ricavato viene reinvestito. Il nostro sogno è di poterci trasformare in una cooperativa sociale per poter ospitare il maggior numero di ragazzi e poter offrire una seria oppurtunità di lavoro».