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No al mega centro commerciale: “Le ragioni, il progetto e i rischi”

Il Comitato: "Il prossimo appuntamento è un'assemblea pubblica in cui saranno chiamate le forze politiche parlamentari"

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Il Faro on line – Il Comitato “No al mega centro commerciale” ne ha illustrato le ragioni, il progetto e i rischi di chi mette a repentaglio la nostra sicurezza spacciandosi elargitore di spazi ricreativi. Mauro Bordoni del Comitato di Quartiere Infernetto, ha illustrato il progetto e l’area su cui andrebbe ad insistere il Mega Centro Commerciale dell’Esselunga. Partendo dalle peculiarità della zona – adiacente e in parte all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale, con destinazione urbanistica che non consentirebbe la realizzazione di un Centro Commerciale – Bordoni ha proseguito spiegando l’elevato rischio idrogeologico, dovuto sia alla presenza del canale Collettore di Levante che alla quota del terreno.

Tutto ciò si traduce nel collocare tale area in Fascia A: “aree ad alta probabilità di inondazione”, secondo il P.A.I (Piano di Assetto Idrogeologico), in discussione presso la Regione Lazio. Bordoni ha poi esposto le dimensioni del progetto, che prevede l’edificazione di quasi 400.000 mq, con una superficie complessiva di oltre 4 ettari ed altezze fino a 16 metri, il tutto a meno di 20 metri dalle abitazioni esistenti. Per concludere, la viabilità risulterebbe notevolmente stravolta rispetto a quella attuale, con la presenza di un sottopasso a quota inferiore alla falda e con elevato rischio di allagamento in caso di pioggia.

VITTORIO SALVATORE, Comitato AXA-Sicura, ha affrontato il problema del “consumo di suolo”. In unconfronto tra il Piano Regolatore del ʼ64 e l’attualità, ha descritto come la differenza maggiore consista nellaperdita della disciplina di destinazione agricola a vantaggio dell’intervento urbanistico. Le aree verdi sonostate trasformate a servizi privati o a verde privato attrezzato, palesando un marcato intento di speculazioneedilizia. In questa attitudine – sostiene Salvatore – si “uccide l’idea di territorio” e, antropizzandolofortemente, non si tutela il suolo come invece previsto dalla Costituzione.

FRANCO TRANE, Comitato di Quartiere CasalPalocco, ha parlato del paradosso creato dall’aumentodella popolazione, cui non ha fatto seguito l’adeguamento della viabilità. In particolare ha segnalato che, dalmomento della loro posa in opera, le grandi arterie di Via Cristoforo Colombo e Via del Mare non hanno vistoalcun tipo di miglioria. “Il costo sociale della città congestionata è altissimo”, sostiene Trane; e, finché la lineametropolitana Roma-Ostia rimarrà in stato di abbandono come è oggi, non sarà possibile apportare quellarivoluzione culturale che è l’invito a non utilizzare più l’automobile.

AUGUSTO BURINI, ex Vice Direttore Ufficio Giardini Comune Roma, ha descritto lo scenario apocalitticoche creerebbe l’ecomostro riguardo l’effetto di salinizzazione del terreno e disseccamento della Pineta.Nell’area individuata per l’ipotetica costruzione del Mega Centro Commerciale la falda freatica è talmenteaffiorante che contiene persino delle sorgenti che zampillano. Sostiene Burini che prosciugare il sottosuolo diacqua dolce significa non avere più il giusto effetto tampone per la permeabilità del sale marino. Inoltre, acausa del rapido abbassamento della falda, i pini non riuscirebbero ad adeguare le radici alla diversificazionedel tipo di acqua presente nel sottosuolo. Altro effetto devastante sarebbe l’abbassamento della cosiddetta“portanza” del terreno e le abitazioni costruite nell’area attigua sarebbero soggette a probabili crolli.

STEFANO SALVEMME, ex Presidente Commissione Attività Produttive X Municipio, ha argomentato letappe principali del progetto Esselunga all’Infernetto: dagli albori della presentazione ai Patti Territoriali OstiaFiumicino,all’invito rivolto allo Studio Papagni che avrebbe dovuto dare delucidazioni sul progetto inCommissione Municipale. Tra gli appunti mossi nella Risoluzione del Municipio X datata 2012, Salvemme haevidenziato la mancanza di coesione tra i soggetti locali – che doveva essere conditio sine qua non perproporsi ai Patti – e, soprattutto, il crollo occupazionale su piccola e media impresa che si verrebbe a crearein rapporto di 1/3, su base statistica ufficiale.

FERNANDO GIAMMEI, Comitato “NO al Mega Centro Commerciale”, ha spiegato come si stia cercandodi muoversi per competenze, e captando informazioni dagli interlocutori giusti: “aspettiamo in particolar modol’esito della domanda di accesso agli atti inoltrata al Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanisticadel Comune, per conoscere i pareri della Conferenza dei Servizi e del CBTAR, Consorzio di Bonifica delTevere e dell’Agro Romano, che su quest’area ha parere vincolante”.
Occorre inoltre fare pressione peraccelerare l’approvazione del P.A.I. da parte della Regione Lazio. Il tempo stringe e le elezioni comunalisono alle porte: “se non sensibilizziamo la popolazione sul NO prima del 5 giugno, è molto probabile che ilsindaco neoeletto si ritroverà la firma del Commissario Tronca sul progetto Esselunga, risultatodell’intervento di qualche potere forte riuscito ad ovviare tutte le criticità che insistono sulla zona e adottenere l’autorizzazione a distruggere ecosistema, tessuto sociale ed economia dell’area”.

Il prossimo appuntamento è un’assemblea pubblica in cui saranno chiamate le forze politiche parlamentari, in modo tale che possano esprimere chiaramente i propri intentisulla salvaguardia del nostro fragile territorio.
Tutti i cittadini sono i benvenuti.noecomostro.xmunicipio@gmail.com – comunicato del Comitato NO al Mega Centro Commerciale

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