Il collettore non esiste, tutti scaricano nei pozzi neri; e Acea non dà l’acqua per bere

7 maggio 2016 | 14:33
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Il collettore non esiste, tutti scaricano nei pozzi neri; e Acea non dà l’acqua per bere

Testa di Lepre, il “corto circuito” delle fogne. L’Acea non fornisce l’acqua in casa in assenza di smaltimento regolare. “Chiamato” il Comune per risolvere la situazione

Il Faro on line – Testa di Lepre e acqua potabile: una questione annosa che potrebbe arrivare ad un punto di svolta la prossima settimana, quando, alla presenza del sindaco Montino, i dirigenti di Acea Ato2 e dell’Arsial si incontreranno nell’ufficio dell’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Caroccia per fare il punto della situazione e studiare una strategia efficace per dare soluzione definitiva e duratura ai problemi che affliggono questa frazione del Comune.
Problemi che risalgono agli anni 50, quando una direttiva della Comunità Europea ha costretto a chiudere i pozzi artesiani che rifornivano l’acquedotto dell’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) per la presenza di arsenico.

Da allora in poi l’acqua potabile è stata rifornita tramite la condotta Acea di via di Tragliata, ma ancora oggi continua a passare attraverso le tubature del vecchio acquedotto, realizzato in eternit, ormai obsoleto e fatiscente. La pressione dell’acqua, infatti, è causa di frequenti guasti alle condotte, ridotte ad un vero e proprio colabrodo, col risultato di lasciare senza acqua potabile i residenti della zona anche per un’intera settimana.
Vane le proteste e i reclami degli abitanti: l’Arsial non è mai stata in grado di bonificare i circa 33 km di acquedotto locale e ,come spesso succede, sulla questione si è immediatamente scatenato lo scaricabarile delle responsabilità che ha finito solamente col penalizzare i cittadini del territorio che per avere una soluzione ai propri disagi hanno chiamato in causa anche l’Amministrazione comunale. 

“Una buona Amministrazione – afferma uno dei residenti – dovrebbe prendersi cura degli abitanti. La mancanza di acqua potabile in questa frazione è un problema ormai allarmante. Eppure non si è pensato nemmeno di istallare una “Casa dell’Acqua” che consentirebbe ai cittadini di approvvigionarsi facilmente di acqua potabile, diminuendo anche lo smaltimento delle bottiglie di plastica”.

Qualcosa però comincia ad andare nella direzione giusta: l’Amministrazione comunale ha appena terminato la realizzazione di una nuova condotta di 4 km nella zona di via Pedroli. Un intervento che – a detta dei residenti – non può certo essere la soluzione definitiva del problema, ma che rappresenta comunque un inizio.
Inoltre si è provveduto alla bonifica e al potenziamento delle cabine e delle linee elettriche della zona, che passano da 8.500 kw a 20.000 kw: verranno così scongiurati i continui sbalzi di tensione e i disservizi che affliggono la zona. Il tutto coordinato dall’assessorato ai Lavori Pubblici che sta curando anche la sistemazione e il ripristino del relativo tratto stradale.

Insomma, qualcosa comincia a muoversi. Ma, quando finalmente diventa possibile il collegamento funzionale tra la condotta Acea ATO 2 e l’acquedotto cittadino, ecco l’ostacolo. La zona rurale infatti è sprovvista di collettore fognario e l’Acea richiede per legge di dimostrare il corretto smaltimento delle acque reflue prima di effettuare l’istallazione del contatore idrico individuale.

L’Assessorato ai lavori pubblici ha invitato quindi i cittadini a realizzare un sistema di smaltimento delle acque nere alternativo e consentito dalla legge. Proposta che non è stata ben accolta dai residenti, che non hanno visto di buon occhio l’esecuzione a proprie spese di una fossa per il trattamento delle acque reflue, anche se i costi di depurazione verrebbero loro decurtati in questo caso dalla bolletta dell’acqua: “Il fatto che siamo ‘case sparse’ non può essere una scusa per non realizzare qui un impianto fognario che sarebbe un segno di civiltà”.

Una situazione in stallo quindi, che speriamo possa sbloccarsi nei prossimi giorni: l’assessorato ai Lavori Pubblici sta infatti studiando una soluzione transitoria che salvi ’capra e cavoli’ consentendo ai cittadini di effettuare l’allaccio alla nuova rete idrica, ma che dia anche loro il tempo necessario ad adeguarsi alla normativa sullo smaltimento delle acque nere. 
Il tutto sarà discusso nella riunione con il Sindaco e i vertici di Acea e Arsial: non resta che aspettare e vedere di che colore sarà la fumata.

Federica Cenci