SS 675, il confronto tra le ragioni del no e quelle del sì

14 maggio 2016 | 07:30
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SS 675, il confronto tra le ragioni del no e quelle del sì

Il Comitato: “Gli interventi del territorio hanno permesso ai politici presenti di acquisire finalmente una precisa consapevolezza”

Il Faro on line – SS 675, finalmente c’è stato il confronto tra le ragioni del no del territorio contro i si al tracciato verde della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo.
Alla fine gli sforzi del territorio sono stati almeno in parte ripagati.La volontà dei Cittadini, dei Comitati e delle Associazioni ambientaliste e di categoria di ottenere quell’ascolto sinora negato da buona parte degli amministratori pubblici della Provincia di Viterbo e della Regione Lazio sul tema della localizzazione del tracciato finale della SS Orte – Civitavecchia è stato il filo conduttore che ha ispirato tutta l’assemblea pubblica organizzata il 12 maggio 2016 presso la località Montericcio organizzata e promossa tra gli altri dal Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia.

L’evento, molto sentito ed atteso dalla popolazione di Tarquinia ha visto una grande e vivace partecipazione con la presenza di esponenti delle amministrazioni regionali, provinciali e comunali che, dopo le molte resistenze mostrate negli ultimi mesi a promuovere un dibattito pubblico sull’opera, non hanno più potuto ignorare ciò che dovrebbe essere scontato e banale in un paese normale: dove si incontrano e confluiscono le opinioni e le esigenze dei cittadini lì deve essere sempre presente la politica.

E’ con questo spirito che si sono succedute le relazioni e gli interventi dei Comitati e delle Associazioni che, sin dall’inizio di questa vicenda hanno speso le proprie energie per contrastare il disegno di ANAS di voler localizzare il tracciato della ultima tratta della Orte -Civitavecchia nella valle del Mignone, destinando così un territorio delicato ed incontaminato alla distruzione e con esso distruggendo anche il lavoro di chi nella valle ha investito ed opera nel campo dell’agricoltura e del turismo sostenibile.

Gli interventi del territorio hanno permesso ai politici presenti di acquisire finalmente una precisa consapevolezza sia sulla preziosità del territorio ma anche su tutti gli aspetti poco chiari e controversi dell’analisi tecnica con cui ANAS ha deciso sulla localizzazione dell’opera.
In sala infatti sono state distribuite ai partecipanti ed ai politici le osservazioni dettagliate sul progetto preliminare di Anas e sull’analisi multicriteri, curate dal Comitato per il diritto alla mobilità, che le ha condivise con i partecipanti e con quei pubblici amministratori che non le conoscevano, mettendo così in evidenza la lacune e le forzature che sono state rilevate nel metodo con cui ANAS ha scelto il tracciato Verde. 

Accanto a questa piccola soddisfazione però si è anche dovuto prendere atto che ormai il ruolo di vigilanza sulla realizzazione delle grandi opere e quello del rispetto delle normative e dell’ambiente (la SS 675 è stata localizzata in una ZPS ed è tutelata da una rigidissima normativa Europea) è ormai unicamente nelle mani dei cittadini che vicariano quelle funzioni che appartengono in primis ad una politica ben pagata ma quasi sempre lontana dai cittadini e non sempre preparata a gestire situazioni così critiche.

Lunedì 16 Maggio, grazie all’impegno dell’onorevole Massimiliano Bernini, una delegazione del comitato sarà ricevuto dalla dirigente Segnalini del MIT, responsabile della conferenza dei servizi alla quale saranno consegnate le osservazioni al progetto e il video con i contributi dell’assemblea per fornire anche a distanza, quel dibattito pubblico che nessuna istituzione ha voluto mettere in campo per condividere le scelte del tracciato e della localizzazione della trasversale.

Giovedì 19 sarà invece la volta dell’audizione alla commissione ambiente della Regione Lazio, dove in presenza del presidente dott. Enrico Panunzi sarà depositata tutta la documentazione a supporto dei no al tracciato verde, ancora in valutazione d’impatto ambientale presso il Ministero dell’ambiente. Il Comitato per il diritto alla Mobilità di Tarquinia.