Sequestro Pozzi Ginori, l’intervento di Lbc dopo il blitz

16 maggio 2016 | 07:30
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Sequestro Pozzi Ginori, l’intervento di Lbc dopo il blitz

Coletta: “Il sequestro dell’area per disastro ambientale non ci sorprende. Solo la riconversione dei siti industriali dismessi può sostenere l’economia edilizia”

Il Faro on line – “Ci voleva l’intervento della Magistratura per risvegliare l’interesse sullo stato di abbandono dell’area dell’ex Pozzi Ginori, nonostante la sua collocazione all’ingresso della città susciti sensazioni non piacevoli ai cittadini e ai turisti. 
Pochi giorni fa, ad un nostro elettore è stato rifiutato l’accesso agli atti in quanto, a detta di solerti dirigenti, art. 22. L. 241, non aveva “un diretto interesse”. Evidentemente per i dirigenti del nostro Comune, la tutela della salute non costituisce un interesse diretto (sic!). Il nostro concittadino ha dovuto ricorrere al difensore civico regionale giacché quello cittadino non esiste.  Ci permettiamo di ricordare che Lbc nel presentare la propria candidatura mise in rete un video girato all’interno della Pozzi-Ginori. Perché la Pozzi-Ginori? Perché costituisce un esempio di rigenerazione urbana, la sola che possa sostenere l’economia edilizia” – lo dichiara in una nota Damiano Coletta, candidato sindaco di Latina Bene Comune.

“Oramai nessuno- prosegue Coletta – forse solo gli accaniti assessori delle ultime Giunte, può pensare di consumare ulteriore suolo urbano; anche perché il patrimonio edilizio, invenduto o sfitto, testimonia la difficoltà del mercato edilizio e solo un processo di riconversione dei siti produttivi dismessi può sostenere l’economia edilizia. 
La mancata messa in sicurezza o bonifica dell’ex Pozzi Ginori non è l’unico caso di inadempienza che ostacola il processo di riconversione, anche se è quello per il quale l’Amministrazione Comunale ha pesanti responsabilità. Avere stipulato una transazione a fronte di una fidejussione di 1,5 milioni di euro (cifra irrisoria per problematiche di tal genere) è un atto da complici o da incompetenti. Con 1,5 milioni di euro (fra l’altro appare oggi che non siano mai stati incassati) non si riesce, forse, neppure a determinare il grado e la tipologia di inquinamento”.

“È una vicenda che si trascina da anni e ci chiediamo se non sarebbe stato il caso, da parte dell’opposizione, almeno di informarne i cittadini dato che non è stata capace di ostacolare tale “sciagurato” accordo. Invece, nessuno ha pensato a difendere il bene comune, in questo caso rappresentato dalla salute dei cittadini.
Ci auguriamo che il caso della Pozzi Ginori possa riportare al centro del confronto amministrativo le proposte di riqualificazione dei siti dismessi, che costituiscono un patrimonio importante per il Comune: la loro riconversione costituisce un terreno di confronto determinante per le  rispettive visioni della città” – conclude il candidato sindaco.