“Memorie dal carcere”, Trapanesi assiste all’evento conclusivo del progetto

30 maggio 2016 | 06:41
Share0
“Memorie dal carcere”, Trapanesi assiste all’evento conclusivo del progetto

Il Consigliere: “L’idea di portare la bellezza come strumento di riabilitazione ha stimolato alla promozione di un progetto da proporre ai detenuti”

Il Faro on line – “All’interno del carcere sono molte le attività utili alla riabilitazione sociale dei detenuti. Venerdì mattina ho avuto l’opportunità di assistere all’evento conclusivo del progetto “Art.17 Laboratorio di fotografia Memorie dal carcere” ed è stato un momento appassionante e mi dispiaccio di non esser potuta rimanere fino alla fine.
Alcuni affermati fotografi europei hanno messo a disposizione del Cc di Civitavecchia 500 scatti, frutto del lavoro di anni.
L’idea di portare la bellezza come strumento di riabilitazione ha stimolato le attenti educatrici e assistenti sociali, alla promozione di un progetto da proporre ai detenuti” – lo dichiara in una nota il consigliere comunale Fabrizia Trapanesi.

“Le foto – prosegue la nota – sono state messe a disposizione dei partecipanti al progetto che hanno potuto scegliere fra i tanti scatti quello o quelli che preferivano, poi attraverso uno scritto avrebbero dovuto spiegare il motivo per cui lo scatto li aveva colpiti. Infine è stata allestita una mostra fotografica dentro il carcere, composta sia dagli scatti donati sia dagli scritti dei detenuti, fotografati anche questi.
Il posto che i partecipanti al progetto hanno scelto per sistemare la mostra è un punto di passaggio condiviso con i familiari nei giorni dei colloqui, con l’intento di condividere con loro questa bellezza capace di sollevare stati d’animo dolorosi”.

“Ma ovviamente l’obiettivo raggiunto e che è di gran lunga più importante è stato testimoniato dai reclusi stessi, alcuni dei quali oggi hanno raccontato questa esperienza come stimolante ed efficace ai fini di una riabilitazione sociale, a dimostrazione di quanto e come, in tutte le sue espressioni, l’arte possa essere terapia” – conclude la Trapanesi.