Disavventura sulla tratta Miami-Tel Aviv con scalo a Fiumicino. 49 giorni per un bagaglio

2 giugno 2016 | 07:00
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Disavventura sulla tratta Miami-Tel Aviv con scalo a Fiumicino. 49 giorni per un bagaglio

La notizia rimbalzata dal quotidiano americano “Miami herald”. I dati d’imbarco confusi con un altro passeggero omonimo

Il Faro on line – Un passeggero del volo operato da Alitalia Miami-Tel Aviv con scalo a Roma-Fiumicino ha dovuto aspettare 49 giorni per riavere il suo bagaglio, dopo che il vettore aereo italiano aveva confuso i suoi dati d’imbarco con quelli di un passeggero dallo stesso cognome. L’esperienza alquanto singolare è stata raccontata dal viaggiatore al quotidiano americano “Miami herald”, in un’intervista che ha ripercorso il lungo iter di rimborso che ha dovuto affrontare. 

“I problemi erano cominciati quando Alitalia mi ha registrato in modo sbagliato su un volo Miami-Tel Aviv con scalo a Roma. C’era un altro Weiner”. Inizia così la testimonianza dell’uomo, che a causa dell’omonimia scoperta solo mentre aspettava di salire a bordo, invece di raggiungere la destinazione della sua carta d’imbarco, ovvero Tel Aviv passando per Roma, è rimasto bloccato nella capitale italiana. 
Mentre il personale di Alitalia cercava di risolvere il problema, a Weiner sono state date nuove carte d’imbarco con i biglietti per il ritiro-bagagli: “Purtroppo, quando sono arrivato a Tel Aviv uno solo dei miei due bagagli registrati è arrivato. Mi è stato detto che l’altro sarebbe stato consegnato mentre pernottavo in Israele. La borsa è arrivata mentre ero fuori a visitare la città, per questo i miei amici in albergo mi hanno inviato una foto della valigia. Ho pensato che fosse uno scherzo, perché non si trattava della mia”. 

Il malcapitato viaggiatore si era dunque messo subito in contatto con la proprietaria della valigia con cui era avvenuto lo scambio bagagli per potergliela restituire, ma aveva rifiutato l’incontro privato preferendo passare per canali ufficiali.  

“La mia borsa conteneva la maggior parte dei beni che mi ero portato per il viaggio. Ho avuto solo le scarpe che indossavo sul volo e pochi abiti certamente non sufficienti per 10 giorni in Israele” – ha commentato nell’intervista l’amareggiato passeggero.
Sette settimane dopo Weiner era riuscito a incontrare la donna che aveva la sua valigia, che nel mentre aveva contattato Alitalia per chiedere un rimborso delle spese che aveva dovuto sostenere mentre era in viaggio senza i suoi averi, poi ottenuto dopo lunga attesa. 

“E’ stata un’esperienza strana e frustrante -spiega il viaggiatore-. Alitalia non avrebbe dovuto confondermi con un altro passeggero; non avrebbe dovuto prendere questo tempo per risolvere il problema. Sì, ha trovato i bagagli, ma troppo tardi. Il trucco è quello di chiedere il risarcimento al più presto possibile”.