La “favola” di Padellona e padellina. Protagoniste della 46^ Sagra del Pesce a Fiumicino

9 giugno 2016 | 14:33
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La “favola” di Padellona e padellina. Protagoniste della 46^ Sagra del Pesce a Fiumicino

Larango (Pro loco): “I numeri. 10, 11 e 12 giugno, 20 quintali di pescato, 800 litri d’olio. Calamari, gamberi, patate… ognuno segue il proprio percorso, fino a sposarsi poi nel piatto”

Il Faro on line – C’era una volta… Ogni favola che si rispetti inizia così. E pensando alla sagra del pesce di Fiumicino vengono in mente vongole, calamari, gamberi e altre prelibatezze del mare, protagoniste indiscusse da anni della festa nel comune costiero. Ma c’è un’altra storia che vale la pena di essere raccontata, senza la quale nulla sarebbe come noi lo vediamo. 
E’ quella di Padellona e padellina.

Padellona
 è la vera matrona di questa sagra: troneggia al centro della festa, incuriosisce i turisti e dispensa cibo. La sagra compie 46 anni, lei però si è insediato relativamente da poco, solo dal 2011. Nasce dalla fantasia e dalla competenza di Pino Larango – presidente della Pro loco – e del suo staff, i mitici “ingegneri della padella” sollecitati dal crescente successo dell’appuntamento e dal maggiore afflusso di pubblico.

Fino a quel fatidico anno, infatti, veniva usato una grande padella della Pro loco di Porto San Giorgio, nelle Marche e una serie di friggitrici da ristorante che però erano decisamente insufficienti. Non solo, ma quella struttura (che comunque era diventato un costo per l’organizzazione) aveva alcuni punti critici, uno in particolare: conteneva una sola gettata d’olio, una vasca unica. Dunque dopo due/tre ore di frittura continua, quell’olio andava in saturazione costringendo a fermare la cottura, cambiarlo completamente, per poi riprendere.  
Ecco dunque l’idea di progettare una struttura ad hoc per Fiumicino, idonea a superare questo tipo di problema. E si è pensato a fare delle vasche separate. Padellona nasce così, un po’ panciuta, con una grande circonferenza, ma costituita da settori distinti; una sorta di grande ciambella.
“Per cui – spiega Larango – nelle varie vasche si può separare il prodotto da friggere; le patatine ad esempio possono essere cotte accanto al pesce e non prendono il sapore del pesce perché hanno un olio tutto loro; e quando una vasca va in saturazione è possibile sostituire l’olio senza fermare il resto della cottura.
Calamari, gamberi, patate… ognuno segue il proprio percorso, fino a sposarsi poi nel piatto”.

Costruita in acciaio alimentare, Padellona ha un diametro di 3 metri e mezzo ed è alta da terra circa 2 metri. E’ formata da 5 vasche della portata di 800 litri d’olio, 12 bruciatori antivento a gas, forniti di tutti i dispositivi di sicurezza e 20 cestelli di contenimento del pesce. Come appare sulla scena, Padellona conquista i cuori dei turisti: è bella, particolare, funzionale, instancabile.
Un successone. Ma… è un po’ troppo ingombrante. O meglio, diventa ingombrante quando la si vuole portare in giro per l’Italia a rappresentare il nome di Fiumicino.
Padellona è abitudinaria, un po’ “robusta”, ed è anche delicata: i suoi meccanismi di assemblaggio non le consentono di “vestirsi di fretta” per uscire e farsi bella in altre province.  
Insomma, Padellona è di Fiumicino e non ha nessuna intenzione di spostarsi dal suo regno. 

Alla sua corte però, sempre dalle fervide menti degli Ingegneri della padella, nasce un’altra perla: padellina. E’ un po’ la nipotina di Padellona: è piccola ma agile, scattante, e ha tutta la voglia di farsi conoscere al di fuori dei confini di Fiumicino.
Padellina non impressiona come suo nonno, è un metro per un metro, con soltanto due vasche, ma non sta ferma un minuto. Come finisce un viaggio ne programma un altro. La sua prima apparizione la farà insieme a sua nonna Padellona, quasi  fosse un ingresso ufficiale in società, ma già il 2 luglio andrà, da sola ovviamente,  alla Notte bianca delle degustazioni a Valmontone.

D’inverno Padellona va in letargo, in un ricovero preparato dalla Pro loco. Le parti in lamiera vengono lasciate leggermente unte per evitare l’ossidazione, e i bruciatori vengono smontati e riposti in luoghi non umidi per evitare di danneggiarli. Così, mentre Padellona riposa, padellina gira il Paese.  Ma con un pensiero fisso: ritrovarsi insieme alla successiva Sagra del Pesce di Fiumicino…

Angelo Perfetti