Truffa ed evasione, sequestrati dalla Finanza beni per 11 milioni

16 giugno 2016 | 18:19
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Truffa ed evasione, sequestrati dalla Finanza beni per 11 milioni

Nel mirino delle Fiamme Gialle lā€™imprenditore Fernando Mancini

Il Faro on line ā€“ Un cospicuo il patrimonio sottoposto a sequestro dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, a seguito degli accertamenti economico-patrimoniali nei confronti di Fernando Mancini. Il noto imprenditore aveva dichiarato redditi nettamente inferiori rispetto allā€™immenso patrimonio accertato. Ammonta, infatti, ad oltre 11 milioni il valore dei beni immobili e mobili sequestrati, costituiti da 3 autoveicoli, 19 conti bancari, quote di maggioranza di 12 societĆ , un lussuoso stabilimento balneare, una rivendita di sigarette e ben 109 unitĆ  immobiliari, tra cui una stupenda villa di circa 400 metri quadrati con piscina, 38 appartamenti, 44 magazzini/garage, 8 capannoni industriali e 18 terreni.

Il provvedimento scaturisce dalle indagini della Guardia di Finanza di Nettuno che hanno preso avvio dallā€™operazione ā€œDomus Aureaā€, nel corso della quale ĆØ emersa ā€“ secondo gli investigatori ā€“ la figura del Mancini, tra i protagonisti di un sodalizio criminoso costituto da 13 persone, dedito ad ingenti truffe ai danni di imprese ed allā€™evasione fiscale per importi rilevanti, i cui proventi venivano reinvestiti in imprese edilizie ed attivitĆ  turistiche che venivano intestate artificiosamente a societĆ  costituite per lā€™occasione e a prestanome. Ā 

In particolare, le truffe ā€“ che si realizzavano con lā€™emissione di assegni non solvibili o cambiali mai onorate ā€“ sarebbero servite a Ā Mancini per lā€™ammodernamento di un lussuoso stabilimento balneare andato distrutto in un incendio, nonchĆ© per la costruzione, a Nettuno, di 5 palazzine di alloggi residenziali, per un totale di oltre cento unitĆ  immobiliari; le societĆ  fittizie erano anche servite ā€“ altra ingegnosa trovata ā€“ allā€™ottenimento di indebiti vantaggi fiscali essendo funzionali ad un giro di fatture per operazioni inesistenti di oltre 2,4 milioni di euro, che ha consentito di evadere lā€™Iva per oltre 500.000 euro.

Lā€™indagine aveva portato giĆ  allā€™arresto di Mancini ed al sequestro preventivo ai fini della confisca ā€œper equivalenteā€ di immobili, denaro, titoli di credito allā€™ammontare Ā di 600.000 euro. Gli accertamenti successivi hanno evidenziato lā€™elevato tenore di vita non giustificabile con i redditi dichiarati al Fisco sia per Mancini che per i componenti della sua famiglia.

La sua ā€œcarrieraā€ comincia fin dalla maggiore etĆ , rimanendo coinvolto in 26 procedimenti penali, molti dei quali per vicende di bancarotta fraudolenta e di frode fiscale. Infatti, ĆØ emersa una continuitĆ  nella condotta, proseguita nellā€™arco di tutta la sua vita, ad attuare una sistematica frode fiscale, accompagnata da truffe in danno di fornitori e clienti, nonchĆ© da bancarotte fraudolente finalizzate a far ā€œaffondareā€ le societĆ  inattive costituite al solo scopo ā€“ dicono sempre gli investigatori ā€“ di gravarle di debiti non propri, per poi reinvestire i capitali illeciti cosƬ prodotti in attivitĆ  di carattere imprenditoriale, che ha continuato a condurre.

Negli anni 2002-2004, finisce sotto inchiesta a Latina per associazione a delinquere finalizzata allā€™evasione fiscale, avendo movimentato oltre 10 milioni di fatture per operazioni inesistenti e, nel 2005, fu arrestato, nel corso dellā€™operazione ā€œHummerā€ della Procura di Velletri, quale dominus di una associazione a delinquere per i medesimi reati.

Completano la sua storia lā€™accusa di aver tentato lā€™importazione dal Venezuela di 47 chili di cocaina formulata, questa volta, dalla Procura della Repubblica di Roma, nonchĆ© vari episodi di violenza privata, ingiuria e diffamazione. Ā Inoltre Ā ĆØ stato appurato che lā€™uomo avrebbe finanziato gran parte degli investimenti immobiliari facendo rientrare in Italia, avvalendosi del c.d. ā€œscudo fiscaleā€, una parte dei profitti delle passate attivitĆ  illecite, trasferiti in Spagna nel luglio 2005, pari a circa 10 milioni di euro.
Ora lā€™ultimo capitolo, anche se va detto per cronaca che seppure lā€™ordine di arresto arrivi in presenza di indizi consistenti, non equivale assolutamente a una condanna; le prove andranno formate in giudizio, se il Gip riterrĆ  di portare avanti il caso fino a presentarlo a una Corte.
Loredana Suma