Recuperati 219.000 documenti. Passaporti falsi in Iraq, Turchia e Siria

10 luglio 2016 | 07:35
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Recuperati 219.000 documenti. Passaporti falsi in Iraq, Turchia e Siria

È una mega inchiesta degli agenti della Polaria dell’aeroporto di Fiumicino e coordinata dalla Procura di Roma

Il Faro on line – Documenti italiani finiti in Siria, Iraq e Turchia. Ma anche in altri Paesi, per consentire a stranieri di raggiungere l’Europa (Francia, Belgio, Olanda e Germania), Africa (Libia e Marocco), Usa e Canada. A terroristi? Non è emerso, ma neppure è escluso. Si tratta di 219 mila tra passaporti, carte d’identità e patenti di guida (recuperati meno di 100 pezzi). Il microchip di cui sono dotati era difettoso. Un vizio di fabbrica.
Dovevano essere distrutti dal Poligrafico dello Stato invece sono stati salvati dal macero e venduti al mercato criminale. Pare con la complicità di tre presunti dipendenti “infedeli” della Zecca (già allontanati fa sapere il Poligrafico), oltre allo stuolo di stranieri che hanno fatto parte della filiera di coinvolti.

È una mega inchiesta quella portata avanti dagli agenti della Polaria dell’aeroporto di Fiumicino e coordinata dalla Procura di Roma. I magistrati hanno chiesto e ottenuto undici misure cautelari. Ieri sono state eseguite: nella Capitale, nei dintorni e a Napoli. Otto indagati sono stranieri (quattro ancora irreperibili).

Tre sono italiani, e del Poligrafico. Si tratta di Massimo Salomone, Achille Pivetta e Maria Arrigale. Rispettivamente magazziniere, capo magazzino e funzionaria del Mef, adddetta al controllo della distruzione del materiale. Il primo è ai domiciliari e gli altri due hanno l’obbligo di firma, tirati in ballo da Salomone per presunto omesso controllo. Le indagini dovranno accertare se doloso.
Gli unici due stranieri finiti con le manette ai polsi sono l’algerino Mohamed Salah Chouli, Brikena Xhaja, albanese, primo fermo che ha squarciato il velo.