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Cronaca Locale
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In campo Vivere Fregene, Confcomercio e Comitato cittadino: “No a nuove ville senza una piazza”

12 luglio 2016 | 19:00
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In campo Vivere Fregene, Confcomercio e Comitato cittadino: “No a nuove ville senza una piazza”

Querelle sulle alberature che andrebbero tagliate e ripiantumate

In campo Vivere Fregene, Confcomercio e Comitato cittadino: “No a nuove ville senza una piazza” Il Faro on line – C’è un terreno su via Castellammare, proprio accanto alla caserma dei carabinieri, da sempre al centro di una diatriba locale. Nato per essere destinato «a servizi privati», cioè area edificabile non residenziale, più volte è stato oggetto di attenzioni da parte di varie proprietà che si sono succedute. Ora, sulla scia del cosiddetto «piano casa» voluto dall’allora Governatore del Lazio Renata Polverini, quelle aree si sono trasformate in edificabili.
E contro l’ennesima ipotesi di cementificazione sono scese in campo – con tanto di manifestazione pubblica – tre associazioni del territorio: l’Associazione ‘Vivere Fregene’ con la ‘Confcommercio di Fiumicino’ il ‘Nuovo Comitato Cittadino di Fregene’ rispettivamente rappresentate da Angelo Giavara, Franco Del Monaco e Pietro Valentini. Chiedono , com’era deciso in un accordo (mai scritto, però) risalente a decine di anni fa, di destinare una parte di quell’area a piazza cittadina, aumentando il decoro urbano e fornendo un ulteriore servizio a Fregene.
Un po’ di storia. Quell’area, come detto, dal primo piano particolareggiato era area a servizi privati edificabile non residenziale. Poi fu presentato un patto territoriale che permetteva di ampliare le cubature per le attività commerciali. Il piano casa della Polverini ha stravolto l’intero assetto, incidendo pesantemente sul Prg e sui piani particolareggiati, permettendo la trasformazione in residenziale privato, con un vero e proprio cambio di destinazione d’uso.
Formalmente dunque i proprietari hanno le carte per procedere, anche se la cittadinanza chiede altro. Unico vero ostacolo, attualmente presente, sono le alberature all’interno del sedime da costruire. Alberi che non possono essere tagliati a meno che il proprietario non ne ripianti altri nelle zone verdi del bacino idrografico di competenza. Che in questo caso, però, è quello dell’Arrone, che arriva fino a Roma.
Il Comune di Fiumicino si è reso indisponibile a dare un’area pubblica per piantare alberi che sarebbero il “via libera” alla costruzione. Piuttosto ha invitato il privato ad acquistare un terreno agricolo e trasformarlo in boschetto, un piccolo polmone verde al servizio del territorio.
Ora la situazione è in stallo: i proprietari hanno le carte ma non sanno dove sistemare le piante, il Comune non ha voce in capitolo visto il Piano casa regionale, i residenti chiedono di bloccare tutto.
La soluzione potrebbe essere dunque ripiantare le alberature in un sito che non sia uno schiaffo ai residenti e prevedere nella costruzione anche una piazzetta per il quartiere.
“Faremo tutto ciò che è in nostro potere – concludono Angelo Giavara, Franco Del Monaco e Pietro Valentini – per evitare nuove costruzioni che non rispettino né l’ambiente né le esigenze della collettività”.